Tutti insieme inevitabilmente

Alla mannaia delle feste comandate non si sfugge, che sia Natale o Festa del Ringraziamento tocca tornare nel “nido”, spesso abbandonato…

Regia: Seth Gordon
Cast: Vince Vaughn, Reese Whiterspoon, Robert Duvall, Sissy Spacek
Distribuzione: Warner
Voto: 60

Alla mannaia delle feste comandate non si sfugge, che sia Natale o Festa del Ringraziamento tocca tornare nel “nido”, spesso abbandonato appena possibile con fuga precipitosa. Ma qualcuno ogni tanto ha la forza di resistere al richiamo della tradizione e, schivando parenti, litigi e abbuffate, si concede invece una confortevole vacanza in controtendenza, in amene località balneari, al sole e al calduccio.

Così ha sempre fatto la bella coppia di successo Brad e Kate, che sta per abbandonare una festosa San Francisco per le spiagge delle isole Fiji. Ma, bloccati dalla nebbia all’Aeroporto e ripresi in diretta da una tv nazionale, vengono visti da tutti i rispettivi quattro genitori divorziati e costretti così a trascorrere con loro la fatidica festività: gli toccherà affrontare quattro natali in un giorno (come da titolo originale Four Christmases), in attesa della riapertura dei voli. Li aspetta una serie di surreali esperienze, in cui con tutta la loro patina di brillante successo cittadino saranno incapaci di destreggiarsi. Anni di lontananza hanno scavato ancora un maggiore baratro a dividere Brad e Kate da genitori, fratelli, nuore, generi e nipoti e l’incontro sarà traumatico.

I “casi umani” raffigurati sono un’escalation di follia, volutamente grotteschi e sopra le righe, con personaggi estremi: il padre di Brad (Duvall) camionista in pensione, gretto e burbero; due mostruosi fratelli wrestler, due veri bruti (spassosa caratterizzazione di Jon Favreau, il noto attore nonché regista di Iron Man), che non perdono occasione per infierire sul povero Brad; la di lui madre (Spacek) fuggita da tempo, approdata a più colti ed eleganti lidi, laureata, bella casa new age, ma con fidanzato coetaneo del figlio, anzi, proprio il suo ex migliore amico, che Brad non riesce a digerire come patrigno. Quanto a Kate troverà la madre con seguito di amiche assatanate di sesso, con turbinoso ricambio di fidanzati, ora in amore con uno dei soliti esaltati pastori-predicatori. Ritroverà però anche la perfida sorella maggiore, invidiosa della sua capacità di fuga, ed una nipotina detestabile. L’unico decente sembra il papà (Jon Voight), pluridivorziato sì, ma con compagna coetanea gradevole, casa confortevole, atmosfera rilassata e civile. La giornata li porterà sull’orlo della rottura.

Oltre al confronto con gli altri e col proprio passato, saranno costretti ad un confronto anche con se stessi, con i peggiori “se stessi”, quelli accuratamente rimossi. Ma non è detto che sia tutto da dimenticare, anche in eventi negativi si può trovare di che riflettere positivamente. Noi siamo plasmati da tutto quanto ci è successo nella vita, right or wrong, bello o brutto, e un ruolo impegnativo in questo processo di formazione lo detiene indubbiamente la Famiglia, istituzione di cui mai ci si stanca di parlare, nel bene e nel male. Rinnegare le proprie radici non serve, meglio accettare, sublimare. Brad e Kate una volta lasciato lo scomodo nido hanno messo molto impegno a dimostrare di essere diversi, cosicché nessuno dei due conosce veramente l’altro, accuratamente celato dietro la maschera imposta. Ciascuno conosce solo l’immagine creata per affrontare il mondo esterno, usata come schermo per nascondere ferite, disagi, traumi di infanzie o adolescenze inevitabilmente (pare) disastrose. Ma, right or wrong, non c’è niente come la Famiglia…..e così non resta che ri-crearne una propria, si spera facendo tesoro degli errori già visti. Ennesima rivisitazione di un tema molto trattato dal cinema made in USA (ricordiamo Schegge di April, Un biglietto per due, I segreti del cuore, A casa per le vacanze, La neve nel cuore, solo per citare alcuni film sull’argomento), Tutti insieme inevitabilmente (titolo italiano che si rifà al film di successo con Julie Andrews, Tutti insieme appassionatamente) non suscita molte riflessioni originali né brilla per umorismo sopraffino. In un mondo votato all’esteriorità e alla recita, lancia un invito al ritorno alla genuinità e alla sincerità. Non è molto. Il cast era promettente, soprattutto nei personaggi di contorno, ma risulta sprecato: troviamo il grande vecchio Robert Duvall, l’ancora bella Sissy Spacek (l’indimenticabile Carrie di De Palma), Jon Voight, Mary Steenburgen (famosa caratterista), Kristin Chenoweth (l’originale serie tv Pushing Daisies). Quanto ai protagonisti, ci chiediamo con amichevole preoccupazione quando Vince Vaughn smetterà di ingrassare (forse quando non troverà più ruoli). Reese Whiterspoon è sempre la biondina di carattere di tanti suoi film. Gradevole colonna sonora di celebri motivetti natalizi ri-arrangiati.