Il principe orientale si fa portatile.
Il Principe di Persia non è certo una faccia nuova per i possessori di PSP: lo abbiamo infatti incontrato precedentemente in Rival Swords e Revelations, che poi erano nomi un po’ furbetti, perché in realtà si trattava di adattamenti non troppo riusciti de “I Due Troni” e dello “Spirito Guerriero”.
Che poi a ben vedere non è che questi due fossero proprio esenti da difetti, anche nelle loro controparti PS2 e Xbox. Diciamo che alcune discutibili scelte di game design, l’esasperata difficoltà di alcuni livelli e soprattutto un backtracking assai fastidioso, ne avevano minato lo spirito; perché il primo Prince of Persia, quello delle Sabbie del Tempo tanto per capirci, non quello 2D del secolo scorso, era proprio bello. Con quell’atmosfera da “mille e una notte”, l’aspetto leggermente cartoon e più in generale un ottimo equilibrio fra acrobazie e combattimenti che lo rendevano giocabile, difficile anche, ma mai frustrante.
Un qualcosa che Ubisoft ha smarrito nel corso degli anni, ritrovando la giusta via solo nel recente Prince of Persia (non aveva sottotitolo, giusto per incasinare un po’ tutto), quello uscito un paio di anni fa su PS3 e Xbox 360 insomma. La grafica in cell shading, le splendide ambientazioni e le incantevoli musiche restituivano alla saga la sua identità, a tal punto che abbiamo trovato alquanto bizzarra la nuova inversione di rotta da parte degli sviluppatori, che con queste Sabbie Dimenticate sono tornati a uno stile antecedente (il gioco si colloca fra il primo e il secondo capitolo).
Va detto però che questa scelta non è stata poi così insensata come si poteva credere: certo, avremmo preferito continuare la storia del Principe e di Elika, cercando di carpire i segreti dell’Albero della Vita, ma non possiamo proprio lamentarci. Ubisoft infatti ha imparato dai suoi errori e ha rimesso in piedi la trilogia precedente, solo che a questo giro ha pensato bene di dare a ogni console la sua bella versione delle Sabbie Dimenticate, senza tentare conversioni impossibili.
IL PRINCIPE DE “NOARTRI”
Come dicevamo, la scelta di Ubisoft si è rivelata vincente: l’edizione PSP in particolare è stata completamente disegnata da zero per meglio sfruttare le caratteristiche della console. Non abbiamo quindi un mondo tridimensionale a tutti gli effetti, dato che l’azione si svolge quasi sempre su un solo piano come nei più classici platform a scorrimento multidirezionale. A tratti potrà capitare di interagire con elementi presenti sullo sfondo, ma di base il tutto è prettamente bidimensionale.
La grafica in compenso è completamente renderizzata con poligoni e texture, il che ha permesso di ottenere un impatto grafico ottimo, con una fluidità impeccabile e una resa delle ambientazioni davvero molto riuscita e sostanzialmente priva di compromessi.
Il Principe inizialmente può solo saltare, rotolare, aggrapparsi a sporgenze e cose del genere, come sempre del resto. Ha sempre la sua spada affilata in caso di incontri poco piacevoli e, pur non disponendo di un gran parco di mosse, può migliorare le sue abilità con diversi upgrade. Sparsi per i livelli infatti sono presenti dei globi luminosi, nient’altro che la “moneta” del gioco: ogni volta che vi troverete davanti a una sorgente d’acqua (in grado oltretutto di ripristinare completamente l’energia), potrete convertirli in un potenziamento per la vostra barra della salute o in qualche nuova tecnica di combattimento.
Il vero fulcro però sta nei poteri relativi al controllo degli elementi, che fa davvero la differenza rispetto a un qualsiasi altro platform. Una sorta di spirito guida vi fornirà queste capacità uniche che influenzeranno il comportamento di alcune parti del livello: per esempio potremo trasformare una colonna di sabbia in ghiaccio, oppure far sì che dei turbini di d’aria amplifichino la loro forza facendoci raggiungere nuove altezze. Inoltre, questi nostri poteri potranno rallentare o accelerare le numerosissime trappole sparse nei livelli, che vanno dagli immancabili spunzoni a letali lame rotanti.
Non mancano neppure gli scontri con i boss, forse la parte meno convincente del gioco, anche per via di un livello di difficoltà decisamente sballato (troppo difficile il primo, troppo semplice il secondo). Anche la lunghezza complessiva non è da record, ma almeno si possono riaffrontare i livelli completati per ottenere maggiori ricompense e sbloccare diversi bonus.