Il Professor Layton e l’Eredità degli Aslant – Recensione

Layton

Episodio dopo episodio, la serie dedicata al sagace Professor Layton è riuscita a ritagliarsi un posto importante in quello strano limbo che galleggia tra le produzioni hardcore e quelle casual. La netta divisione tra le due categorie di videogiocatori non è che mi sia mai piaciuta granché, ma nell’immaginario collettivo è quella che rende meglio l’idea del target di un prodotto; ergo, la prenderò per buona nell’introdurvi questo terzo (e ultimo) capitolo della prequel-trilogia che vede un giovane Layton alle prese con avventure ed enigmi come se non ci fosse un domani. L’Eredità degli Aslant, difatti, riesce nel difficile intento di strizzare l’occhio tanto ai videogiocatori esperti, quanto a quelli che prendono in mano un 3DS ogni tanto, giusto per svagarsi un po’: i primi troveranno una dose di enigmi e puzzle sufficientemente intriganti da tenere sveglio il cervello per maggior parte del tempo; i secondi, grazie a un sistema progressivo di aiuti, avranno tra le mani un titolo dove davvero diventa impossibile rimanere impantanati, nonché un impianto scenico stimolante e appagante.

La storia, come già è accaduto un anno fa nel caso de La Maschera dei Miracoli, è interessante, nonostante la banalità di alcuni passaggi e la lentezza atavica della narrazione. Il nostro Layton, assieme agli inseparabili assistenti Luke ed Emmy, ha qui a che fare con una donzella che è rimasta imprigionata nel ghiaccio per migliaia di anni e che viene riportata in vita grazie all’archeologo Desmond Sycamore. In tempo zero, la giovane viene rapita da un’organizzazione segreta che vuole impadronirsi dell’eredità degli Aslant, un’antica civiltà le cui radici sono indissolubilmente legate alla figliola in oggetto.

Introdotta la trama, come detto abbastanza banalotta ma piacevole, parliamo ora di gameplay. Squadra che vince non si cambia, e il nuovo episodio della serie Layton non fa nulla per smentire questo celebre detto. Chi ha già giocato ai precedenti capitoli si troverà subito a casa, mentre chi fosse un nuovo venuto non ci metterà più di dieci minuti nel capire come funzionano le cose e dove il gioco vuole andare a parare. Al solito, tutto si basa sull’alternanza tra le semplici fasi esplorative (in cui occorre setacciare gli scenari alla ricerca di indizi o per attivare uno dei numerosi dialoghi) e quelle in cui bisogna far fumare il touch screen e risolvere rompicapo di diversa natura e difficoltà. La soluzione di un enigma non solo consente a Layon e soci di proseguire nella storia, ma anche al giocatore di accumulare Picarati, necessari per sbloccare alcuni contenuti bonus e per farsi belli con i propri amici, visto che a ogni tentativo sbagliato il numero di Picarati successivamente  donati cala in modo vistoso. Va detto che, a fronte di alcuni enigmi originali, ce ne sono altri che rappresentano un semplice rimaneggiamento di quelli già visti negli episodi precedenti. D’altronde, anche L’Eredità degli Aslant propone 150 puzzle più altri 385 che verranno pubblicati via Nintendo Network durante tutto l’anno, in quella forma di fidelizzazione al prodotto che Nitendo aveva già inaugurato con La Maschera dei Miracoli. Ergo, difficile mantenere sempre al massimo l’asticella dell’originalità, anche se questo è un problema che non deve essere temuto da coloro che si cimentano con Layton per la prima volta.

A corredo della storia principale intervengono alcuni minigiochi, che hanno il pregio di donare un minimo di divagazione e di spezzare l’alternarsi di esplorazione ed enigmi, la cui ripetizione reiterata rischia di rendere troppo rigido lo sviluppo dell’aventura. Purtroppo, i minigiochi sono interessanti le prime volte che si affrontano, ma diventano presto stucchevoli e privi di mordente. L’unico parzialmente riuscito è “Giardiniere”, dove al giocatore viene chiesto di gestire uno spazio verde, evitando il proliferare di funghi velenosi e incentivando la crescita di piante e fiori. Da segnalare il pieno supporto allo StreetPass, grazie al quale si possono preparare piccole cacce al tesoro, invitando gli altri giocatori a scovare oggetti nescosti nei numerosi scenari. Certo, portare a termine una caccia al tesoro non serve ad altro che a rendere fruibili alcuni collezionabili, ma si tratta comunque di un buon diversivo.