World of Warplanes – Recensione

World Of Warplanes

Questa recensione di World of Warplanes serve a dare delle risposte. Quali? Beh, se pensate che i videogame a sfondo aeronautico non possano aspirare a un pubblico di massa, per quanto votati all’azione essi siano, cercate di fare uno sforzo d’immaginazione (e di memoria): davvero esisteva qualcuno, nel 2010, pronto a scommettere che un titolo competitivo sui carri armati sarebbe diventato uno dei MMOG di maggior successo della storia? Immagino che i “profeti” siano stati pochissimi, in quel caso, e non sono nemmeno sicuro che gli sviluppatori fossero tra loro, a fronte di un pedrigree discreto ma non certo stellare (diversi strategici a turni e in tempo reale, discretamente realizzati ma ben lontani dai fasti di WoT); oggi, invece, Wargaming.net è diventato un colosso produttivo di dimensioni davvero impressionanti, capace di organizzare eventi con famosi gruppi pop-rock, gigantesche mascherate a tema WWII e addirittura squadroni per intrattenere gli astanti con acrobazie aeree. Queste primizie me le sono perse, a onor del vero, lasciando signorilmente il posto a un inviato più giovane e baldanzoso; al contrario, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di rintanarmi nel conckpit del mio PC, durante la closed beta di qualche tempo fa e nella versione completa pubblicata oggi, per provare lungamente i mirabolanti dogfight di World of Warplanes. E ho pure preso tantissime sberle, avvitandomi tra nuvole, canyon e verdi valli, ma ne è valsa decisamente la pena.

C’ERA UNA VOLTA UN CACCIA
Iniziamo con un minimo di preambolo “storico”, per gioca solo su console o arriva oggi da un pianeta lontano – e di certo non ha vissuto l’ultimo lustro nella pancia di un tank. Innanzitutto, sotto il profilo concettuale, le somiglianze con il “fratellone” corazzato sono parecchie: i tratti principali sono quelli di una “simulazione di stampo arcade”, se mi lasciate passare l’apparente contraddizione, che si rivela abbastanza curata nei controlli, nella risposta dei velivoli e nell’utilizzo delle armi da soddisfare una vasta gamma di appassionati, dai totali fino ai veterani capaci, davanti a un gioco ben fatto, di perdonare l’assenza di indicatori e strumentazioni di bordo (e della visuale dal cockpit, se ve lo state chiedendo). World of Warplanes, naturalmente, condivide con il precedessore anche la natura di free to play con opzioni premium e diversi contenuti acquistabili in moneta reale, comunque attento a non sforare troppo nel “pay to win”: la “sportività” del gameplay è stata messa ancor più in evidenza, eliminando qualsiasi vantaggio dei sottoscrittori che vada al di là di un accumulo più veloce delle risorse per velivoli e upgrade (scordatevi, insomma, le golden ammunition di WoT).
Una differenza ben più marcata, peraltro, risiede nel cuore stesso dell’azione: se prendiamo in esame l’impostazione estremamente tattica di World of Tanks, oppure immaginiamo quella che potrebbe essere la struttura del futuro World of Warship (molto più lenta e metodica, per ovvie ragioni contestuali), è facile individuare nel nuovo nato di Wargaming.net l’esperienza più dinamica e relativamente “leggera”. Lo scontro diretto col nemico è di gran lunga l’opzione predominante, a lato di un certo numero di obiettivi da distruggere a terra: ciò, però, non comporta la totale mancanza di strategia, e anzi è bene agire utilizzando al meglio la specializzazione del velivolo, le condizioni meteo e la conformazione del territorio sottostante, meglio se spalleggiati da uno squadrone, per non finire tutte le partite in un indecoroso schianto al suolo.

CAMPER OF THE SKY
La mia tattica preferita, in closed beta come negli ultimi giorni, è stata il “vile” pattugliamento del cielo, sopra alle nuvole, pronto a piombare sui bombardieri come un falco (o un “camper del cielo”, per l’appunto) per poi tornare in alta quota. In effetti, questa basilare tecnica dei Fighter è spiegata anche nel tutorial, un poco rimpolpato prima della pubblicazione e ora completo di tutti i (pochi e relativamente semplici) movimenti di base di un dogfight, a lato del bombardamento di obiettivi a bordo di aerei d’attacco. D’altra parte, un pizzico di strategia non guasta anche quando si gioca da soli, senza un affiatato team di giocatori a coprirci le spalle: i combattimenti portano spesso a girare in circolo , ancora e ancora, nel tentativo di mettersi in coda oppure di sfuggire a un nemico, con conseguente necessità di conoscere e sfruttare al meglio le peculiarità delle principali tipologie di aerei da guerra (Caccia, Caccia pesanti, bombardieri e aerei carried-based). Differenze e specializzazioni si fanno ancora più marcate sbloccando cronologicamente i vari Tier, dai biplani degli anni ’30 fino ai jet relativamente moderni, con caratteristiche che vanno dalla manovrabilità ad alta o bassa quota alla velocità delle acrobazie in volo, ricreate sulla base delle reali capacità dei velivoli (anche nel caso dei prototipi, sui quali sono state raccolte tutte le informazioni necessarie).
La progressione degli aerei può essere gestita nell’hangar, tra uno scontro e l’altro, passando attraverso i Tech Tree relativi all’aviazione americana, giapponese, sovietica, tedesca e inglese. Le opzioni di miglioramento sono già tantissime, per acquistare motore, telaio e armi, e vengono ulteriormente rinforzate da abilità passive, sotto forma di corazze più resistenti, sistemi ignifughi e potenziamenti della mira, oltre che da consumables per spegnere incendi a bordo, curare l’equipaggio o aumentare le capacità di boost; speciali upgrade, inoltre, possono essere affiancati alla carriera dei piloti (che possono anche essere due, negli aerei d’attacco più grandi; la torretta posteriore, qualora presente, spara diritta dietro la coda), per la resistenza alle ferite e per altre skill coerenti al particolare contesto. In questo come negli altri casi, si tratta di piccole percentuali di miglioramento che vanno a sommarsi, una dopo l’altra, in vantaggi che possono anche diventare consistenti, durante un dogfight oppure in una coraggiosa picchiata tra il fuoco nemico.
Il modello di volo riesce a non svilire la simulazione fisica in termini di maneggevolezza e velocità, nonostante l’ottica marcatamente arcade, con acrobazie facili da eseguire ma anche pericolose in combattimento, se non si prendono abbastanza sul serio le peculiarità dell’aereo. In termini di controlli, ovviamente, le sensazioni migliori arrivano con un joystick, magari corredato da una decina di pulsanti, ma anche le altre opzioni hanno goduto di ottima attenzione: il gamepad della 360 è tranquillamente in grado di muovere al meglio il velivolo, per numero di pulsanti e funzioni degli stick, così come i controlli via mouse permettono di fare fuoco e governare tutte le principali manovre, con l’altra mano indaffarata sulla tastiera per gestire velocità, imbardate, targeting, lancio di missili e sgancio di bombe. In tutti i casi abbiamo un mirino mobile per direzionare le mitragliatrici, entro uno spazio definito, oltre a un comando per passare istantaneamente alla visuale preposta ai bombardamenti, focalizzata sull’area sottostante l’aeroplano.

LA SCIA DELL’AVIATORE
Il sistema di crescita di WoWP è estremamente vicino a quello del fratellone con i carri armati. Nel caso dell’Esperience e dell’Exchange Gold, i punti/crediti vengono guadagnati direttamente in azione, senza spendere un euro aggiuntivo, con precisi bonus se le prestazioni sono addirittura eccellenti: investendo esperienza è possibile avviare ricerche su nuovi aerei e su potenziamenti per struttura, armi sotto ala, engine, mitragliatrici sincronizzate, bombe e missili; con l’EG, invece, si possono comprare aerei e pezzi già ricercati, oltre ai suddetti consumabili. Il Gold, invece, va acquistato con moneta reale e dà modo di livellare più velocemente, oppure di accedere istantaneamente ai contenuti Premium. Tuttavia, come dicevamo, non esistono prestazioni che i giocatori “free” non possano eguagliare, investendo tempo e sudore al posto del denaro; i sottoscrittori, inoltre, possono mettere mano a un numero limitato di velivoli già potenziati ma non possono accedere direttamente agli aerei più avanzati, a meno di convertire il Gold nelle altre risorse. Da oggi, tra l’altro, persino i benefici legati agli account stampa avranno limiti ben precisi, con pochi contenuti premium da provare. “In questo modo eviteremo di innervosire i giocatori, che giustamente pretendono regole precise per la competizione”, ha precisato lo stesso sviluppatore.
Il tutto è confezionato all’interno di impianto che restituisce con efficacia le componenti dell’azione: la resa estetica e fisica dei danni è piuttosto buona, e convincenti si rivelano anche altri dettagli meccanici, dalla dispersione del fuoco delle mitragliatici fino alla necessità di limitare il ricorso ai boost, con precise rispondenze fra gli sforzi in sede gestionale e le prestazioni ottenute in battaglia. Esattamente come nella prova di alcuni mesi fa, inoltre, ho potuto apprezzare la cura riposta nella realizzazione dei modelli e in tutti gli effetti correlati alla rappresentazione, dalle rifrangenze ai fumi volumetrici, dalle esplosioni fino alle bruciature e ai fori di mitragliatrice dinamicamente riprodotti sugli aerei. Almeno nel mio caso, poi, sono quasi del tutto spariti i fenomeni di stuttering che si erano palesati in closed beta, per quanto la macchina sia rimasta sostanzialmente la stessa: un modesto i5 a 2.6 GHz, 8 GB di ram e una scheda DX11 di un paio di generazioni fa sono stati pienamente sufficienti a far girare il tutto al massimo del dettaglio, con un framerate sempre superiore ai 40 frame al secondo.

IL CIELO CHE VERRÀ
Chiudiamo con alcuni cenni puramente contenutistici, ben coscienti del fatto che World of Warplanes, per sua stessa natura, è destinato ad aggiornare di continuo la sua offerta di gioco. Innanzitutto, all’inizio del match si viene subito proiettati in cielo, senza sequenza di decollo, per annientare completamente le forze nemiche o mantenere la superiorità negli obiettivi distrutti e negli abbattimenti, all’interno dell’unica modalità presente al momento (Standard Battle). La varietà degli scenari è un poco superiore rispetto alla beta, seppur di misura: è ora possibile mettere mano a una decina di ambientazioni, gradevolmente modellate tra colline mitteleuropee, arcipelaghi in mezzo all’oceano, picchi innevati, insenature con approdi strategici e scorci palesemente ispirati a luoghi celebri e reali, come la baia di San Francisco. Il nuovo scenario “Plateau”, in particolare, riesce a mettere in mostra i validi (ma potenzialmente inutili, se non si ama il particolare genere) tentativi di differenziare tatticamente gli scenari: le formazioni rocciose danno vita ad archi e stretti canyon che possono essere usati per tentare di sfuggire a un inseguimento, così come valli e nuvole possono fungere da potenziali coperture a bassa quota, in particolare per i bombardieri. Proprio sull’offerta di gioco si concentrano i limiti più evidenti di World of Warplanes, almeno allo stato attuale delle cose: un MMOG ha bisogno di un maggior numero di mappe, rispetto a un comune multiplayer competitivo, e anche a livello di modalità era forse possibile sforzarsi un poco di più, pur tenendo presente l’indubbia difficoltà nell’adattare i tre classici mode di WoT (a fianco delle “battaglie normali” ci sono match in cui bisogna attaccare o difendere una base, oppure conquistarne una al centro dello scenario) al nuovo contesto aereo. C’è da tenere presente, poi, che le simulazioni aeronautiche contano ancora molti appassionati, rispetto a quelle dei tank e di altri mezzi; è dunque prevedibile che alcuni di questi storcano il naso, a fronte di un gameplay che, per quanto accurato, non presenta vere velleità simulative. D’altra parte, se quest’ultimo fattore è esclusivamente legato alle personali aspettative, per tutte le altre caratteristiche è facile prevedere un costante miglioramento. Al di là del numero di mappe e modalità, diversi interventi saranno dedicati agli squadroni da 15 piloti e ai piccoli team da tre giocatori, così da aumentare la portata strategica degli scontri: per non passare intere partite ad avvitarsi in spirale, nel tentativo di sfuggire al fuoco o di inseguire i nemici, è consigliabile costruire una squadra con precise specializzazioni, in modo da potersi dedicare al proprio compito senza eccessive distrazioni. Presto, inoltre, sarà data la possibilità di trasferire esperienza e crediti da World of Warplanes a World of Tanks, e viceversa, oltre alla più ovvia facoltà di postare e confrontare i risultati sui social media direttamente dall’interno del client. Il gioco, infine, entrerà a far parte della Wargaming.net League, per competere secondo le regole e le restrizioni di un vero e-sport: nel frattempo cercherò di migliorare un poco le mie skill aeronautiche, ancora bisognose di allenamento, per farmi accettare in qualche squadrone non troppo professionale. Se qualcuno ha bisogno di un pilota, un poco arrugginito ma decisamente volonteroso, sapete dove trovarmi.