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A inizio settimana avevamo pubblicato la prima parte della recensione di Plants vs Zombies: Garden Warfare, ma avevamo rimandato il giudizio definitivo a dopo il lancio, per verificare la tenuta dei server e l’eventuale comparsa di qualche bug, magari “invisibile” durante il test svolto in “zona protetta”. In questa sede, quindi, si tirano le somme su quei pochi aspetti lasciati in sospeso, mentre è d’obbligo il rimando al precedente pezzo (cliccate qui) se volete conoscere il parere di GamesVillage.it sullo sparatutto di PopCap.
Diciamo subito che le cose hanno continuato a funzionare più che bene, nonostante il gran numero di videogiocatori che si sono riversati nei server aperti per l’occasione da Electronic Arts. Il matchmaking ci mette davvero poco a lanciarci nella mischia, a prescindere dalla modalità scelta, e il net code non soffre mai per cause imputabili al gioco o all’infrastruttura (semmai, qualche problema salta fuori se qualche giocatore sta condividendo la banda tra Garden Warfare e altri fatti, ma questo vale a prescindere, per qualsiasi titolo online). Dal punto di vista della pulizia del codice e delle risorse messe a disposizione da publisher e sviluppatore, quindi, non c’è davvero da lamentarsi, soprattutto se si considera che questa è la prima vera esperienza di PopCap in ambito strettamente multiplayer. L’unico vero problema si è palesato in un paio di ore nelle quali non è stato possibile accedere ai server, ma è successo la notte prima del lancio ufficiale di Garden Warfare e può facilmente essersi trattato di un down necessario a preparare le macchine all’ondata di giocatori, più che un problema tecnico vero e proprio. A ogni modo, da mercoledì mattina in avanti, non ho più riscontrato problemi di sorta.
Semmai, qualche inciampo potrebbe darlo Operazione Giardino, che non si appoggia direttamente ai server di Electronic Arts, ma gestisce le connessioni tra giocatori via p2p. Questo significa che se l’host ha problemi di banda in upload c’è una maggior probabilità di trovarsi a lottare contro altri fattori, oltre alle orde degli zombie (in particolare, per via di un ping necessariamente più alto). C’è anche da dire che Operazione Giardino è una modalità dove i nemici sono gestiti da una IA meno snella e “bastarda” di quella incarnata da un giocatore umano nelle sfide competitive, e quindi qualche piccolo fenomeno di lag non inficia più di tanto la buona fruizione del titolo di PopCap. Personalmente, non ho mai avuto grossi problemi, ma è mio dovere avvisarvi comunque della cosa.
Mi restano una manciata di caratteri per scrivere due parole su un aspetto di Garden Warfare che non ho toccato nella prima parte della recensione, ma che generalmente mi sta molto a cuore, ovvero la resa audio. Gli effetti sonori sono la solita babele di versetti, rumori e rantoli tipici di Garden Warfare, ma la declinazione multiplayer aggiunge davvero tanto godimento in più. Per dire, il ruttone del Masticazombie dopo la digestione non solo sancisce il ritorno al pieno movimento (con la panza piena non si corre… non lo sapevate?), ma allunga il piacere del frag portato in cascina qualche secondo prima. Lodevoli anche le musiche, con particolare menzione per il brano che si sente in lobby tra una partita e l’altra, davvero spettacolare. Ah… il ToSo vorrebbe dire la sua, quindi gli cedo volentieri la tastera.
IL PARERE DEL TOSO
Contrariamente a quanto dice il giovin virgulto che mi siede accanto ogni giorno, io non sono così convinto del perfetto bilanciamento delle classi di Garden Warfare. Certo, ogni tipologia ha la sua nemesi, ma è innegabile che ci siano momenti e mappe in cui certe classi sono troppo forti o, al contrario, semplice carne da cannone. Nonostante questa “piccola” divergenza, però, anche io, come Ivan, considero Garden Warfare un gran gioco. È perfettibile, specie per quanto riguarda la (non) gestione delle lobby, ma ha tanta classe e permette a chiunque, nabbi compresi, di divertirsi un sacco sparacchiando semi – o proiettili – a destra e a manca. Avevo aspettative molto alte per il titolo di PopCap ma, al tempo stesso, pensavo avrebbero tirato fuori una boiata senza capo né coda (e mi si perdoni il termine). Fortunatamente, per me e per voi, mi sbagliavo. Fatelo vostro, premiando così anche un’aggressiva politica di prezzo, e poi ci becchiamo online. Sempre che, come me, stiate dalla parte degli zombie.