Recensione – Kirby: Triple Deluxe

Comincio questa recensione di Kirby: Triple Deluxe con la precisazione dell’ovvio: se si dovesse optare per un genere ludico – e uno soltanto – da accostare al nome Nintendo, soprattutto in quest’ultimo periodo, la scelta ricadrebbe quasi certamente sui giochi di piattaforme. Super Mario e una manciata di simpatici personaggi hanno di fatto occupato per diverse decadi le luci della ribalta, con i loro buffi saltelli da una piattaforma all’altra. Tra le tante stelle apparse nel corso degli anni ce n’è una in particolare che, nonostante il suo aspetto rubicondo e inoffensivo, è riuscita a farsi conoscere dalla marea di giocatori occidentali. Il riferimento è chiaramente legato al nome Kirby, la strana creatura nata dall’estro creativo del talentuoso Masahiro Sakurai.

Meglio sputare sin da ora l’unico nemico scomodo presente nel capiente stomaco della palletta rosa: in Triple Deluxe le novità eclatanti scarseggiano, giusto per utilizzare un eufemismo. Questa volta non ci sono nemici da scucire, nessun traguardo va superato comodamente aggrappati alla propria stella e non esiste alcuna linea arcobaleno da tracciare con lo Stilo. Ci troviamo quindi di fronte un titolo di piattaforme che più classico non si può, seppur estremamente curato e molto piacevole; un prodotto mai capace di mettere realmente alla prova le abilità del giocatore più navigato, e tuttavia dotato di un level design sfizioso, totalmente votato alla scoperta e al recupero di tutta una serie di oggetti più o meno indispensabili.

Coma da tradizione, mediante la croce digitale (va benone anche l’analogico) è possibile muovere il protagonista in giro per lo schermo, mentre due soli pulsanti garantiscono la quasi totalità delle azioni eseguibili (di base, uno per il salto, l’altro per l’attacco). Nella maggior parte dell’avventura non si deve far altro, quindi, che guidare il paffuto protagonista verso l’uscita, fluttuando, saltellando e inglobando ogni essere presente nelle oniriche lande scaturite dalla fervida immaginazione degli sviluppatori. A onor del vero, mediante la pressione di uno dei due pulsanti dorsali è possibile anche parare gli attacchi nemici ma, credetemi, rimanere vittima di questi ultimi è un avvenimento più unico che raro.

kirby triple deluxe recensione (1)I “cattivi” poi, una volta aspirati con ferocia, come di consueto conferiscono al nostro Kirby i loro poteri, cambiandone la forma e donandogli tutta una serie di abilità. Il classico “power up” del fuoco è ancora presente, così come quello del fulmine, ma in quest’ultima avventura esistono anche una ventina di nuove trasformazioni. Eviterò di rovinarvi il gusto della sorpresa, ma sappiate che “Kirby arciere” è entrato subito nei cuori redazionali, affiancandosi immediatamente all’intramontabile palletta in versione Link, con il suo berretto verde e la sua affilatissima spada. Cambiare aspetto, ovviamente, non offre solo nuove mosse offensive, ma garantisce anche la possibilità di accedere a zone altrimenti precluse. Ogni stage, infatti, ha celati al suo interno sia diversi portachiavi, raffiguranti i personaggi della serie fin dagli albori, sia un preciso numero di Pietre del Sole. È proprio la raccolta di queste che permette al nostro bucolico eroe di sfidare il boss finale, o di sbloccare addirittura una serie di livelli extra.

Tutto funziona alla perfezione, gli stimoli non mancano mai e la grande varietà delle situazioni proposte scongiura lo spettro della ripetitività. Capita così di spostare pedane e cannoni inclinando la console, di assimilare uno strano frutto magico per poter aspirare intere parti di scenario, di sradicare prima una capanna di paglia e poi una di legno (come nella favoletta dei Tre Porcellini) o, ancora, di dover comprendere le precise meccaniche che governano gli scontri con i cattivoni finali.

Come se non bastasse, al fine di aumentare ulteriormente la varietà dell’offerta, HAL Laboratory ha inserito all’interno della scheda di gioco altre due piccole perle ludiche, accessibili dal menù principale. La prima è una sorta di picchiaduro simile a Smash Bros., con quattro giocatori intenti a darsele di santa ragione. La seconda ha invece come protagonista l’acerrimo nemico di Kirby: nei panni di King Dedede ci si trova d’innanzi ad uno strambo rhythm game quasi capace di creare assuefazione, tutto incentrato sul senso del ritmo e sul tempismo perfetto.

Dlin dlon!
Dlin dlon! Kirby le suona un po’ a tutti.

Sotto il piano tecnologico, Kirby: Triple Deluxe è realizzato con la solita cura tipica delle produzioni Nintendo. Animazioni splendide riescono a dare vita a personaggi ottimamente modellati e caratterizzati, mentre fondali poligonali, saturi di colori bucolici e tinte pastello, avvicinano il titolo a una piccola opera animata. A tratti sembra quasi di trovarsi di fronte all’ultima epopea per Wii, omaggiata questa volta anche dalle tre dimensioni. La buona riuscita della stereoscopia esalta in maniera cristallina il grande lavoro tecnico svolto dal team giapponese: le immagini risultano sempre profonde e, proprio come nell’ultimo Zelda, il 3D non solo convince, ma spesso diviene imprescindibile. D’altronde, i livelli si svolgono sempre su due piani distinti e i nemici saltano sovente da uno all’altro, costringendoci a repentine schivate; inoltre, alcuni passaggi particolari richiedono al giocatore di comprendere al meglio la posizione degli ostacoli nello spazio.

Qualcuno si lamenterà del fatto che in quest’ultimo anno Nintendo abbia sfornato “troppi” giochi di piattaforme. Tuttavia, se la qualità resta questa, converrete col sottoscritto che si può tranquillamente far finta di nulla e tornare a inglobare con voracità tutto ciò che incrocia il nostro famelico sguardo. Glom.