Tales of Xillia 2 – Recensione

Quattordicesimo capitolo della serie J-RPG di Bandai Namco e seguito diretto di quel Tales of Xillia uscito solamente un anno fa, Tales of Xillia 2 giunge sulle nostre console grazie agli sforzi profusi dal producer del franchise, Hideo Baba, in un’operazione di rilancio della serie che vuole i prodotti dall’estetica dichiaratamente nipponica al centro della nuova strategia commerciale di Bandai Namco. Ne sarà valsa la pena?

La storia segue gli eventi del predecessore, ambientandosi a distanza di un solo anno dall’epilogo dell’avventura del generoso Jude e l’affascinante Milla. Il nuovo protagonista, tale Ludger Kresnik, è un eroe atipico per i canoni della serie. Completamente muto, la sua personalità verrà plasmata dalle scelte del giocatore, che verrà spesso chiamato a dar voce al platinato avatar dovendo scegliere fra diverse opzioni di dialogo. Benché l’escamotage non sia di certo una trovata inedita, “il potere della scelta” diventa il tema portante attorno al quale ruota gran parte della narrativa, caratterizzata in tal senso da un rinnovato gusto per la drammaticità. Non sarebbe esagerato affermare che questo capitolo rappresenti senza ombra di dubbio l’evoluzione più oscura ed esplicitamente violenta dell’intero marchio.tales of xillia 2 rece 02
Senza voler anticipare troppo della storia, Ludger dovrà portare sulle spalle la responsabilità di innumerevoli morti, mentre i protagonisti metteranno spesso in discussione le proprie motivazioni e i propri ideali sotto un’ottica inedita, in un mondo decisamente lontano dall’ingenua avventura precedente. Ad affiancare il giovane, quasi a voler equilibrare le atmosfere, vediamo una nuova co-protagonista femminile ben lontana da ciò che l’immaginario fantasy videoludico ci ha ormai abituato. Elle ha solo 8 anni e finirà presto per coinvolgere Ludger e tutta la gang conosciuta in Xillia nel suo misterioso viaggio verso la Terra di Canaan. La dicotomia creata dall’affiancarsi di queste due figure è evidente fin dai primi minuti di gioco, dove il senso del dovere e la disillusione del protagonista maschile è sempre contrapposta all’ingenuità fanciullesca della bambina, dando vita a situazioni interessanti.
Certo non mancano digressioni comiche, soprattutto incentrate sulle dinamiche relazionali fra i membri del gruppo, ma siamo ben lontani da quell’atmosfera spensierata e forse anche un po’ troppo “buonista” tipica di alcuni episodi della serie. Come da tradizione, i personaggi giocano un ruolo importantissimo e godono di buone caratterizzazioni con punti di eccellenza per quanto riguarda l’evoluzione di alcuni di loro. È in ogni caso d’obbligo segnalare l’imprescindibilità di aver completato Tales of Xillia per poter goder appieno del secondo episodio, diversamente si rinuncerebbe a buona parte del fascino di gran parte dei volti che danno vita alle vicende.

Gli eventi principali si sviluppano nel corso di 16 capitoli stagni, fra i quali è concessa al giocatore la libertà di inserire mini-storie legate ai co-protagonisti preferiti. Ogni interazione positiva con i personaggi decreterà un aumento dell’affinità che andrà a concretizzarsi in bonus di diversa natura, come costumi aggiuntivi, abilità da usare in battaglia o addirittura linee di dialogo extra che infarciranno la già ricca sceneggiatura principale. La separazione di questi compiti da quelli che muovono l’intreccio principale permette una schematizzazione degli eventi tale da assicurare la possibilità di non perdere gli approfondimenti legati ai personaggi, opportunamente segnalati sulla mappa quando disponibili.tales of xillia 2 rece 03
Il sistema di combattimento è un’evoluzione di quello vista in Tales of Xillia e rimane il fiore all’occhiello della produzione. Trasportati in arene circolari, i quattro protagonisti prescelti fra i nove selezionabili dovranno scontrarsi con altrettanti nemici, contando su un’azione di gioco in tempo reale dove ogni singolo personaggio controllabile vanta un parco mosse e caratteristiche uniche. Torna il Link System, un sistema che permette di concatenare i colpi fra coppie di personaggi e di eseguire mosse speciali – Arti, nel gergo della serie – sfruttando la potenza sprigionata da due combattenti. Nel caso si scegliesse di utilizzare Ludger in battaglia, si potrà contare sulla possibilità di cambiare in tempo reale tipologia d’arma e parco mosse fra ben tre stili diversi. Inoltre, con il prosieguo della trama, viene introdotta la possibilità di trasformarsi durante gli scontri sfruttando il potere del protagonista e godendo così di ulteriori bonus temporanei. Consigliamo caldamente di iniziare il gioco selezionando un livello di difficoltà superiore a quello di default, forse troppo accomodante e non in grado di rivelare la complessità del sistema di scontri elaborato dai designer di Bandai Namco.

Il sistema di crescita è stato rivisto completamente con nuove dinamiche legate al reperimento di dischi equipaggiabili in grado di sbloccare determinate abilità, mosse e bonus statistici. Ciò rende possibile evolvere i personaggi sia dai combattimenti che raccogliendo punti direttamente della mappa, una scelta che probabilmente trova la sua ragione d’essere nell’enorme importanza che ToX 2 getta sull’esplorazione, ma che risulta forse meno vincente di quella vista nel predecessore, dove addirittura lo sviluppo del personaggio poteva essere automatizzato a discrezione dei giocatori meno avvezzi al genere.
In seguito ai primi eventi del gioco il protagonista maturerà un debito di ben 20 milioni di gald, verrà perciò chiesto ciclicamente di rinunciare a cifre di denaro dalle entità sempre maggiori, venendo ricompensati con la possibilità di proseguire nell’avventura o con bonus di varia entità. Ciò avverrà fino alla parte finale del gioco, tuttavia la mole di compiti secondari disponibile è tale che il loro completamento garantirà entrate ben maggiori a quelle che verranno ciclicamente sottratte dai fondi del gruppo. Basterà avvicinarsi a personaggi specifici situati in ogni città e fare loro riferimento per rivedere le missioni accettate o ricevere le ricompense. Purtroppo non è permesso accettare più di cinque missioni alla volta e spesso si è obbligati a viaggiare come trottole da una locazione all’altra per tenere sotto controllo tutto ciò che sarebbe stato molto più semplice da gestire attraverso un’opzione dedicata nel menù di gioco.tales of xillia 2 rece 05
La complessità del sistema di combattimento è tale da aver spinto i programmatori a inserire numerosi compiti basati sulla caccia di mostri unici o di determinati numeri di nemici, oltre alle solite missioni di recupero oggetti e amenità sul genere delle fetching quest. È possibile mandare a caccia di oggetti Rollo, il tenero gattone del protagonista, mentre ci si occuperà di altre faccende.
L’esplorazione delle gigantesche ambientazioni dei due mondi di Rieze Maxia ed Elympios, percorribili fin da subito in fast forward grazie a un sistema di turbo che viene sbloccato nelle prime battute del gioco, è quindi giustificata e sufficientemente gratificante, pur se a conti fatti si ripercorrono luoghi già visitati nell’episodio precedente. Tuttavia varianti sul tema dell’esplorazione rappresentate dal design multi-livello delle ambientazioni o dalla presenza di numerosi collezionabili nascosti in tunnel ed elementi di sfondo, andranno ad alleggerire il compito dei giocatori meno dediti alla causa, i quali saranno felici di sapere che il titolo implementa un sistema di fast travel che permette di muoversi istantaneamente in ogni località visitata almeno una volta a piedi. Inoltre in Tales of Xillia – e di riflesso in questo seguito – non esistono veri e propri dungeon, ma piuttosto giganteschi corridoi a bivi costellati da mostri ma, ahimè, carenti dal punto di vista del level design se messi a confronto con gli intricati dungeon di Tales of Symphonia o Tales of Graces F, mancando di qualsivoglia tipo di enigma ambientale.
Portare a termine l’avventura principale richiede circa fra le 30 e le 40 ore, ma se si vorrà puntare a portarsi a casa tutti i trofei offerti dal titolo sbloccando lo sbloccabile, sarà necessario moltiplicare la somma per due, fra missioni secondarie, mostri unici, la presenza del classico Colosseo della serie, ecc.tales of xillia 2 rece 06
Per concludere, la produzione può fregiarsi dell’apporto di ben tre artisti d’eccezione votati al character design dei protagonisti e dei loro costumi: Mutsumi Inomata, Kousuke Fujishima e Daigo Okumura, quest’ultimo visto al lavoro su Tales of Symphonia: Dawn of the New World. La collaborazione dei tre ha visto la nascita di un mondo differente e lontano dalle atmosfere fantasy-generiche del predecessore, sposandosi a una direzione artistica più vicina alle atmosfere dell’Europa dei primi anni del 900, inseguendo un’atmosfera da seconda rivoluzione industriale romanzata, dove i protagonisti sfoggiano un gusto più adulto in fatto di moda e inediti gadget.

Graficamente il gioco non si allontana molto da quanto visto in Tales of Xillia, riutilizzandone praticamente tutti gli elementi grafici a eccezione di poche ambientazioni inedite e qualche nuovo modello poligonale dedicato ai protagonisti e alle creature introdotte in questo episodio. Se il lato tecnico appariva arretrato nel 2013, la gravità della situazione è rincarata all’alba della nuova generazione di console. Rallentamenti nelle situazioni più concitate e diversi fenomeni di pop-up (specie nei centri urbani) sono all’ordine del giorno, andando a ledere non solo il profilo tecnico e la presentazione, ma anche il gameplay. Fortunatamente la buona direzione artistica del trittico di cui sopra, unita alle splendide illustrazioni bidimensionali e alle sequenze animate dallo studio d’animazione Ufotable (invero presenti in quantità minore rispetto a Tales of Xillia) riescono a far chiudere un occhio sugli evidenti limiti tecnici del prodotto Bandai Namco, probabilmente troppo impegnata a giocare con palette cromatiche inedite per affinare la modellazione e l’animazione poligonale dei suoi protagonisti.

Buono l’accompagnamento musicale di Motoi Sakuraba, in gran parte riciclato, ma dai toni più drammatici e dark nelle poche tracce realizzate ad hoc. Nota di merito per il tema portante di Ayumi Hamasaki, “Song 4 U”, probabilmente una delle canzoni più trascinanti che si siano mai accompagnate alla sequenza di apertura di un videogioco giapponese. Il doppiaggio inglese presenta alti e bassi imputabili a un casting di voci spesso non all’altezza del compito, ma rimane comunque gradevole nella stragrande maggioranza delle situazioni. Speriamo che in futuro la possibilità di selezionare il doppiaggio giapponese vista in Tales of Symphonia Chronicles diventi un elemento imprescindibile per la serie.