Diablo III: Ultimate Evil Edition – Recensione

Diablo III

Non si può certo dire che Diablo III abbia avuto vita facile. La release iniziale per PC ha sollevato una marea di malumori fra i fan della serie per molteplici e, il più delle volte, comprensibili ragioni. La pessima trovata della Casa d’Aste, la connessione costante ai server di Battle.net, i colori troppo vividi di alcune ambientazioni, un loot spesso e volentieri insoddisfacente… Insomma di problemi ce n’erano un bel po’, ma per fortuna buona parte di queste magagne sono state risolte in tempo per la prima release su PS3 e Xbox 360. L’uscita su console, considerata apocrifa per una certa fetta di “fedelissimi”, si è invece dimostrata ottima, non solo perché epurata dai difetti di gameplay della controparte PC, ma anche e soprattutto per aver dimostrato che un pad è più che sufficiente per gestire un hack’n’slash senza troppi patemi d’animo.

Certo, qualche sacrificio a livello tecnico lo si è dovuto fare, ma considerando l’hardware preistorico delle console di cui sopra, il risultato finale ha superato anche le più rosee aspettative. Con l’uscita di Reaper of Souls poi, è arrivato l’annuncio di una Ultimate Evil Edition che avrebbe segnato lo sbarco della saga su PS4 e Xbox One. Una raccolta che racchiude in un unico pacchetto Diablo III e relativa espansione, il tutto nello splendore dei 1080p a 60 fps, anche sulla console Microsoft, dopo l’immancabile day one patch (a questo proposito, ringraziamo sentitamente Phil Spencer per aver “suicidato” Kinect).

I Massacri (a tutti gli effetti della killstreak) sbloccano dei bonus a tempo davvero utili.
I Massacri (a tutti gli effetti della killstreak) sbloccano dei bonus a tempo davvero utili.

Al di là delle minuzie (si fa per dire) visive, su cui torneremo dopo, l’Ultimate Evil Edition è ben più di una delle tante “remastered” che vanno tanto di moda negli ultimi tempi, anche perché il termine in questione sarebbe davvero fuori posto. Molte infatti sono le novità introdotte in termini di gameplay, atte a rendere l’esperienza più varia e interessante rispetto al passato. Anzitutto abbiamo questa nuova modalità Avventura, che di fatto apre completamente la mappa di Sanctuarium, permettendoci di esplorarne le lande e i sotterranei, con qualsiasi personaggio e livello di difficoltà. Questo si traduce in una sfida praticamente infinita, ma nel caso in cui si desideri qualcosa di più specifico di un allegro quanto insensato massacro, si può passare agli Incarichi, vere e proprio missioni con obiettivi ben precisi. Completarle permetterà di ricevere in cambio oro, esperienza e… le Chiavi del Varco. Queste daranno accesso ai Varchi dei Nefilim, articolati dungeon dove ogni cosa è generata casualmente, compresi i livelli stessi, i nemici, i boss e via discorrendo. Un vero e proprio tributo ai Diablo del passato, che di certo aiutano non poco a estendere la longevità della campagna principale, anch’essa al centro di numerose critiche per via della sua eccessiva brevità.

Fra le altre novità, giunte con l’espansione Reaper of Souls, troviamo un level cap elevato a 70, che ha portato in dote la possibilità di sbloccare fino a quattro abilità passive in contemporanea. Troviamo inoltre una nuova classe, il Crociato, una vera e propria macchina da guerra in grado di brandire sia un’arma a due mani che un’enorme scudo, il che vi dà l’idea di quanto dolore possa infliggere alle armate infernali, specialmente dopo aver raccolto qualche drop leggendario.
Non temano comunque tutti quelli che hanno investito decine, se non centinaia di ore su PS3 e Xbox 360: è infatti possibile importare i salvataggi da queste versioni, anche da e verso differenti piattaforme (PC escluso), con procedure non sempre semplicissime, ma comunque funzionanti. L’unico neo è che i salvataggi in cloud non vengono letti direttamente, ed è quindi necessario passare per il titolo originale, che infatti è stato patchato di recente proprio per introdurre questa possibilità. Se avete venduto la vostra vecchia console e/o il gioco, come ha fatto il sottoscritto, siete fregati e vi toccherà ricominciare da zero.

Il co-op in locale è un'aggiunta piacevole, ma il caos generato dalle situazioni più caotiche non lo rende di facile lettura.
Il co-op in locale è un’aggiunta piacevole, ma il caos generato dalle situazioni più caotiche non lo rende di facile lettura.

C’è di buono che se vi registrate a Battle.net e sincronizzate i vostri account PSN/XBL, riceverete immediatamente un anello leggendario, in grado di aiutarvi non poco nelle prime ore di gioco, soprattutto in termi di EXP. Le versioni PlayStation vantano inoltre un paio di contenuti esclusivi, sotto forma di armatura ispirata da Shadow of the Colossus e un Varco dei Nephilim che si rifà a The Last of Us, pieno zeppo di adorabili Infetti da fare fuori, compresi Clicker, Stalker e Bloater. Nulla di trascendentale, ma aggiunte che fanno sempre piacere.

Per il resto, abbiamo un co-op fino a quattro giocatori, anche in locale: una modalità che, per quanto divertente e fracassona, non di rado sfocia in un deflagrare cromatico incomprensibile, al punto che è davvero difficilissimo riuscire a intravedere il proprio personaggio in mezzo a magie di tutti i generi ed effetti grafici tanto belli quanto graficamente ingombranti. Del resto le versioni PS4/Xbox One non lesinano certo in quanto a ricchezza visiva, arrivando a mostrare un livello di dettaglio eccellente, grazie anche a un ottimo antialias. È davvero difficile intravedere anche l’ombra di una scalettatura o un pixel fuori posto: tutto è perfetto, solido, pulito. Davvero arduo chiedere di più. Il frame rate non si discosta mai, se non nelle situazioni più caotiche, dai 60 fotogrammi al secondo, regalando al gioco una sensazione di fluidità impeccabile. Non sempre perfetti invece i volumi dell’audio, soprattutto il canale dedicato alle voci, spesso affogato in mezzo alla cacofonia di corpi smembrati, esplosioni e incantesimi dagli effetti devastanti. Fortunatamente i dialoghi non sono mai così essenziali.

In definitiva, Diablo III: Ultimate Evil Edition riconferma tutto quello che di buono c’era nella precedente uscita su PS3 e Xbox 360, sistema di controllo compreso (anzi, il DualShock 4 migliora ulteriormente l’accesso all’inventario), ampliandone i contenuti e raffinando l’esperienza di gioco.