Parlare di Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm Revolution è difficile. L’ennesimo compitino inanellato dagli artisti di Cyberconnect2 mi ricorda sempre quanto vorrei vedere questo team alle prese con qualcosa che esuli dal concetto di tie-in commerciale. Non che il recente JoJo’s Bizarre Adventure: All Star Battle fosse apertamente mediocre, si intende, ma è impossibile non constatare quanto il piglio autoriale di questo ormai storico team tenda sempre più a emergere.
Bandai Namco questo lo sa bene e la serie Naruto, tradotta in videogioco dallo stesso gruppo di sviluppatori sin dai suoi albori nel 2003 con Naruto: Ultimate Hero per PS2, ha sempre potuto vantare alcune delle migliori trasposizioni videoludiche in assoluto. A differenza dell’IP di Dragon Ball, affidata ormai di anno in anno a team di sviluppo diversi nel tentativo di riuscire a bissare il successo dei titoli PS2, la ferma decisione di deputare lo sviluppo della serie dedicata al biondo ninja a una sola software house, ha fatto sì che si creasse una sorta di continuità stilistica riconoscibilissima dal sontuoso cel shading che da sempre adorna la veste poligonale dei prodotti “Ultimate Ninja”.
Storm Revolution non fa eccezione e pur seguendo la filosofia dei sequel annuali, incapaci di scuotere le fondamenta videoludiche del motore di gioco in modo davvero importante, presenta il solito comparto tecnico d’eccezione, diverse novità e una serie di contenuti che non mancheranno di ingolosire gli appassionati della serie animata.
Esattamente come Storm Generations, pubblicato nel 2012 su PS3 e Xbox 360, anche questo Revolution inscena una serie di contenuti inediti più o meno coerenti con l’universo illustrato dall’abile pennino di Masashi Kishimoto, così da giustificare la presenza del più vasto numero di personaggi utilizzabili mai visti in un titolo dedicato al franchise. Pur soffrendo l’assenza di una modalità storia che possa effettivamente trascinare l’esperienza di gioco in single player, il nuovo capitolo della serie Cyberconnect2 preferisce indugiare fra le pagine di sceneggiature originali e retroscena scritti appositamente per il videogioco sotto la supervisione dell’autore dell’opera. Trovano così spazio combattimenti inframezzati da cinematiche in animazione tradizionale, realizzate direttamente dallo staff dietro l’adattamento animato, che danno vita a storie riguardanti la nascita del gruppo Akatsuki, l’origine dello sharingan di Itachi e un breve speciale in cui Kushina, la madre di Naruto, fa la conoscenza del team di giovani ninja addestrati dal compagno, un altrettanto gioviale Minato Namikaze. Escludendo questi tre approfondimenti tematici, gran parte della campagna single player si manifesta in una marea di modalità di gioco dedicate ai soli combattimenti o lanciandosi in una modalità avventura dai risvolti inediti.
Proprio in questa modalità, a metà fra J-RPG e avventura tridimensionale, è possibile visitare una piccola porzione del Villaggio della Foglia e dell’isola su cui si tiene il torneo mondiale degli shinobi. Purtroppo la scarsa qualità del modello esplorativo e la ripetitività delle missioni secondarie non reggono il confronto se rapportate all’eleganza dei duelli e delle articolatissime animazioni poligonali che incorniciano l’opera tutta. Parlando proprio dell’esplorazione degli ambienti, pur implementando un modello di fast travel ancorato ad alcuni hotspot sparsi per la mappa, pare che gli sviluppatori si siano dimenticati di donare agli eroi la possibilità di scattare come un vero ninja dovrebbe poter saper fare a occhi chiusi. Sempre nell’ambito di queste due risicatissime avventure, la possibilità di poter portare avanti una sola missione secondaria per volta, con l’obbligo di doverla ricominciare nel caso si decidesse di dare la priorità ad altro, è un ennesimo passo falso che mina l’esperienza di gioco creando solamente frustrazione, soprattutto in virtù dei numerosi contenuti sbloccabili completando i compiti facoltativi.
Fortunatamente in questo frangente emergono alcune novità, come le battaglie 1 VS 3 dove gli shinobi sono chiamati a darsele di santa ragione nel tentativo di raccogliere più sfere luminose degli avversari. Queste battaglie sono arricchite da un sistema di oggetti e di interazione ambientale che riesce effettivamente a pepare la situazione quand’anche ci si trovasse ad affrontare la medesima formula di battaglia per l’ennesima volta. E credetemi, in questo Storm Revolution, soprattutto se si arriva anche da uno solo dei precedenti episodi, la sensazione di ripetitività si fa sentire molto velocemente. Sorvolando sull’enorme mole di contenuti acquistabili attraverso la valuta di gioco e altre variazioni sul genere, c’è da dire che il valore dell’impianto ludico dell’opera di Cyberconnect2 rimane fondamentalmente invariato a distanza di anni, anche alla luce delle diverse novità che interessano il sistema di combattimento.
Innanzitutto è possibile scegliere uno stile fra tre all’inizio delle battaglie, valutando se dare maggiore importanza alle tecniche supreme (le classiche “super mosse”), alla modalità risveglio (un bonus temporaneo che interessa i valori di attacco e di difesa) o al gioco di squadra (dove i due personaggi assistenti reagiranno meglio a ciò che succede durante gli scontri e priveranno temporaneamente l’avversario della sua mossa più potente). Gradita o meno, questa frammentazione dello stile di gioco finisce per interessare soprattutto gli scontri in multiplayer, dove effettivamente è riscontrabile una leggera variazione della filosofia di gioco, ma rimane completamente sospesa nelle modalità a singolo giocatore. La possibilità di contrattaccare e di rompere la guardia nemica con un solo colpo finiscono inevitabilmente per aggiungere maggiore profondità a un sistema di combattimento che in ogni caso, voglio ricordare, si regge in piedi su combo eseguibili con un solo tasto e lunghe sequenze cinematiche.
Non aspettatevi quindi tecnicismi alla King of Fighters o lunghe sequenze di combo da memorizzare alla Tekken, ma preparatevi in ogni caso a una leggera – e probabilmente doverosa – rimescolata a un motore ludico che continua a risultare incapace di intrattenere oltre le prime ore, solitamente impegnate a scoprire le animazioni uniche di tutti i personaggi presenti nel gioco.
Come dicevo in apertura, parlare di Naruto Shippuden: Ninja Storm Revolution è difficile, soprattutto alla luce di una quasi totale devozione da parte degli sviluppatori nei confronti dell’opera fumettistica. Il rispetto verso il soggetto originale e il suo piglio drammatico è talmente sentito che viene quasi da credere che se mai dovessero realizzare un lungometraggio in CG dedicato alla serie Naruto, senza ombra di dubbio lo studio più indicato per dedicarcisi sarebbe proprio Cyberconnect2. Malgrado l’amore che trasuda da ogni poligono laccato di texture e cel shading in altissima risoluzione, è impossibile non denunciare un’evidente “stanca” da parte della serie che, esattamente come fece durante la sua transizione da PS2 a PS3, dovrebbe essere ormai demolita e ricostruita da zero per tornare a stupire come un tempo.
La modalità online prevede, oltre alle opportune modalità di scontro, anche la possibilità di creare un avatar, agghindarlo come si vuole e lanciarlo contro i nemici online. Crescendolo come si deve questo ricompenserà i giocatori con preziosi battle point e oggetti rari. Fortunatamente i personaggi giocabili sono reclutabili non solo attraverso le modalità a singolo giocatore, ma anche guadagnando punti alla fine di ogni scontro. Per concludere, plauso, come sempre, alla sontuosa veste estetica confezionata dai capaci sviluppatori, con asset in gran parte ripresi dai vecchi episodi, ma praticamente perfetti nel riprodurre con la giusta fedeltà i tratti dei protagonisti o i movimenti delle tecniche ninjutsu più scenografiche. Colonna sonora ispirata e doppiaggio in duplice lingua corredano il lavoro di Bandai Namco, svettando per intensità interpretativa sul versante della traccia audio nipponica.