Forza Horizon 2 – Recensione e Videorecensione in 2 minuti

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Immenso. Dovendo scegliere un solo aggettivo per descrivere il nuovo arcade di corse open world di Microsoft, non ce ne vengono in mente altri, davvero. E per un sacco di buoni motivi. Come il suo predecessore, uscito su Xbox 360 un paio di anni fa, il titolo di Playground Games (che sta lentamente rubando la scena a Turn 10, che comunque ha supervisionato il progetto) ci regala uno sconfinato mondo aperto da esplorare da cima a fondo, infarcito di gare ed eventi, strade da scoprire, gioielli dimenticati in qualche fienile sperduto tra le colline, cartelloni da distruggere in testacoda e autovelox da far impazzire, e improbabili sfide contro le Frecce Tricolori o un treno in corsa.
[quotedx]In Forza Horizon 2 troveremo anche improbabili sfide contro le Frecce Tricolori o un treno in corsa[/quotedx]
Forza Horizon 2 riprende, amplia e migliora tutto quel che il già bellissimo titolo originale offriva: le auto sono di più, le cose da fare anche, ma soprattutto c’è da rimanere incollati davanti allo schermo per molto più tempo: dopo una quarantina di ore passate a scollinare su e giù per la mappa, l’implacabile pagina delle statistiche di gioco (dettagliatissima, anche sui parametri fisici) dice che siamo a meno del 20%. Basti dire che i campionati, composti da quattro gare l’uno, sono centosessantotto (168), anche se per arrivare alla (prima) finale Horizon, l’evento clou intorno a cui ruota tutto l’impianto gggiovane fatto di feste e musica house, basta vincerne “solo” quindici. Le gare sono grossomodo di due tipi: su circuito chiuso o a checkpoint, in cui correre come disperati da un punto all’altro della mappa, con qualche variazione sul tema. Da questo punto di vista, un goccino più di fantasia da parte degli sviluppatori non avrebbe guastato, magari con qualche trovata bislacca o l’inserimento anche nel single player di alcune delle modalità online.

CRUSCOTTO CON VISTA

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Abbandonate le montagne del Colorado del primo Forza Horizon, il seguito decide di sbarcare nel Vecchio Continente, tra la Costa Azzurra e le colline toscane, magicamente collegate tra loro da pochi chilometri di strade: è lungo i tornanti che costeggiano il Mar Mediterraneo, nelle strette vie di Nizza e per le colline piene di vigneti che potremo girovagare in lungo e in largo, correre come dei pazzi e gustarci il panorama, veramente splendido, che il gioco regala in ogni istante. Graficamente, FH2 è una vera gioia per gli occhi, e non parlo solo della qualità dei modelli delle auto, che è poi la stessa già vista e apprezzata in Forza Motorsport 5. Se si ferma l’immagine il dettaglio non è sempre elevatissimo, ma in movimento il risultato complessivo è di grande impatto. La stazione radio che trasmette musica classica, da questo punto di vista, è un’intuizione al limite del geniale, ottima per gustarsi al meglio le galoppate da un punto all’altra della mappa durante il gioco libero. E se volete un po’ di sano car porn, c’è sempre la modalità foto, debitamente arricchita da un po’ di filtri predefiniti come impone il 2014 (e con qualche ricompensa nascosta).

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[quotesx]La mappa è grande tre volte quella del primo Forza Horizon[/quotesx]
La mappa, assicurano gli sviluppatori, è grande tre volte quella del primo Horizon, e dopo averla girata in lungo e in largo c’è pure da credergli, anche se la varietà complessiva non è straordinaria: composto principalmente da colline e paesi sul mare, dopo un po’ di tempo si sente la mancanza di qualche cosa di nuovo (le Alpi?), che sospettiamo possa essere tenuto in caldo per i prossimi DLC. In compenso, debutta per la prima volta nella serie Forza il meteo dinamico, che si affianca al passaggio giorno/notte. Il fatto che all’improvviso ci si possa trovare nel bel mezzo di un temporale, con le condizioni di aderenza della strada che cambiano radicalmente, può scombinare non di poco le carte in tavola e il risultato di una gara. Che ci siano poi diversi “gradi” di precipitazioni atmosferiche, che l’asfalto si bagni e si asciughi progressivamente, è una gradevole ciliegina sulla torta.

PEDAL TO THE METAL

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Poi c’è da mettersi al volante, eh. In questo, Forza Horizon 2 non delude per niente, tutt’altro. Il modello di guida fa sue le componenti simulative del “fratello” serio Motorsport, e le interpreta in chiave arcade, senza tanti fronzoli o illusioni di falso realismo, per trasformarlo in uno spasso assoluto. Il controllo è estremamente preciso, permette di “sentire” la macchina sotto il pollice dello stick sinistro del pad, ma al tempo stesso rimane molto accessibile, anche con tutti gli aiuti disattivati. Pur rimanendo nei binari di un modello comunque arcade, le diverse “classi” di vetture hanno comportamenti su strada molto diversi tra loro, a tutto beneficio del divertimento: la stessa pista, affrontata con una Lamborghini o una Jeep Willys del 1940, regala esperienze agli antipodi, ma ugualmente coinvolgenti.
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Che fine ha fatto Kinect?

Quasi a conferma dell’andazzo dell’ultimo periodo, il supporto a Kinect è piuttosto risicato: la versione in nostro possesso non permetteva, come in Forza 5, di inclinare la testa di lato per guardarsi attorno con la visuale interna dall’abitacolo, ma solo di comandare a voce Anna, la nostra meccanica/assistente virtuale (e solo nel gioco libero, non in gara), per impostare una destinazione di interesse con il GPS. Nessuna traccia, per ora, di una companion app su Smartglass o altri dispositivi mobili.[/box_articoli]
Chi è affezionato alla certosina qualità della simulazione di Forza Motorsport sarà felice di sapere che l’assetto della propria vettura è regolabile a piacimento, in tutti i dettagli, dalla ripartizione della frenata alla campanatura delle gomme, passando per barre antirollio e gestione del differenziale. A tutto questo si aggiungono i potenziamenti e gli upgrade per ogni vettura, che riguardano ogni suo aspetto, dal motore all’aerodinamica. Tutto molto bello ed estremamente curato, ma dobbiamo anche essere onesti e ammettere che la vera natura di Forza Horizon 2 sta altrove: nelle corse folli a bordo delle più costose hypercar, nelle derapate di potenza controllate, nelle scollinate in mezzo ai vigneti, e nello straordinario effetto di velocità che regalano i bolidi più potenti lanciati a trecento all’ora in autostrada.

PACHINKO SU RUOTE

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Uno degli aspetti più curati, e meglio riusciti di Forza Horizon 2 è la progressione della carriera. Sarà che ormai siamo tutti schiavi del loot, dei reward e dei level-up come manco i peggio ludopatici, ma punti esperienza e vantaggi si accumulano a ritmo serratissimo, specialmente all’inizio, cancellando del tutto quella fastidiosa sensazione di dover “grindare”, ossia fare sempre più o meno le stesse cose per accumulare punti esperienza (PE), che abbiamo visto fin troppe volte nei giochi di corse. E ce n’è davvero per tutti i gusti: i PE, che si conquistano soprattutto durante le gare, permettono di salire di livello e sbloccare nuovi elementi di gioco e campionati; i punti abilità, che si raggranellano invece guidando bene (sorpassi, traiettorie pulite, derapate ecc.), permettono di accedere a vantaggi (perk) che consentono di accumulare punti più rapidamente, ottenere sconti negli autosaloni, combinare combo di abilità più lunghe ecc.
[quotesx]punti esperienza e vantaggi si accumulano a ritmo serratissimo[/quotesx]
Ci sono poi un sacco di altri collezionabili che si trovano in giro per la mappa, a cominciare dalle Sfide Imperdibili, sparse nel mondo di gioco, che spezzano la monotonia soprattutto nella fase iniziale, quando il garage contiene poche vetture, tutte mediamente poco potenti: si tratta di brevi “missioni” a obiettivi (passa un autovelox a una certa velocità, compi un tot di salti ecc.) a bordo di macchine tra le più svariate, a cominciare da una paurosa Koeniggsegg Agera R. Ci sono poi i tesori nascosti da trovare, vetture d’epoca consumate dalla ruggine che, una volta trovate – alcune sono nascoste moooolto bene, sappiatelo! – finiranno ad arricchire il nostro garage; e poi le insegne da demolire, che sbloccano il fast travel gratuito e il raddoppio dei punti esperienza, oltre agli autovelox e alle strade da percorrere una per una. Insomma, il nirvana dei completisti più sfegatati.

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E già che ne abbiamo parlato, c’è un piccolo aspetto di FH2 davvero borderline con le slot machine: a ogni level-up è infatti possibile “far girare la ruota” per vincere un premio, che si tratti di crediti o di vetture. Un meccanismo al limite del perverso, che spingerebbe a grindare come dei pazzi solo per sperare di imbocciare nel premio bello. Per fortuna, come dicevamo prima, la progressione procede rapidamente e così bene che non se ne sente il bisogno. Rimanendo in argomento, val la pena sottolineare una componente più seria e importante del gioco, ossia l’aumento delle ricompense che va di pari passo con la difficoltà: incrementare il grado di tenacia degli avversari, o disattivare gli aiuti alla guida permette di ottenere una percentuale bonus aggiuntiva sui crediti e i punti esperienza accumulati a ogni gara, incentivando il giocatore a migliorarsi e a correre qualche rischio in più, senza adagiarsi sugli allori del “vincere facile”.

DRIVATAR ALLE PRIME ARMI

Come in Forza 5, gli avversari sono gestiti dall’ormai collaudato sistema dei Drivatar, che sfrutta i parametri dei giocatori veri e li “cala” nell’intelligenza artificiale degli altri piloti; al momento, visto che il gioco non è ancora uscito, la bontà della loro capacità di guida è ancora tutta da verificare, perché ovviamente i server di Forza hanno ben pochi elementi su cui basare la costruzione dei Drivatar (quelli di chi sta recensendo il gioco, di fatto), ma con il passare del tempo le cose andranno via via migliorando.[box_articoli]

E la versione Xbox 360?

Microsoft non ci ha fornito un codice per recensire la versione per Xbox 360 del gioco, che uscirà il prossimo 3 ottobre. Noi siamo comunque scimmiatissimi, ne compreremo una copia appena sarà disponibile e vi aggiorneremo anche su questa versione per capire cosa cambia, e se vale la pena giocarci senza dover comprare una nuova console.[/box_articoli]
Già in questi giorni, rispetto alla prima volta che abbiamo lanciato il gioco, le cose sono migliorate parecchio, e ai livelli di difficoltà più elevati la sfida si fa veramente più accesa. Dove invece ci sarà da sudare è nel multiplayer: in questo momento i server sono piuttosto deserti, per i motivi che dicevamo sopra, ma qualche sessione siamo comunque riusciti a farcela, e l’offerta è quantomai allettante, con “raduni” di giocatori che contengono playlist di quattro eventi, con annessi premi in punti esperienza e abilità, in cui si trovano gare su tracciato, a checkpoint (anche a squadre), le sempre spassose modalità Re e Infezione, in punti chiave della mappa appositamente concepiti per quel tipo di gioco.