Bayonetta 2 – Recensione

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Immaginatevi in piedi su di un caccia F-16 fuori controllo. La terra, sotto di noi, si avvicina inesorabile, mentre detriti, fiotti di plasma e piume candide aleggiano nell’aria. Il tempo sembra scorrere lentamente e una schiera di angeli, armati di lance dorate, ci attacca senza il minimo scrupolo. Pochi attimi – giusto il tempo di premere qualche pulsante – e una splendida fanciulla inizia il suo balletto mortale. Le ali si separano dai loro proprietari e qualche serafino viene spappolato da una pioggia di proiettili, mentre il velivolo che ospita lo scontro inizia a esplodere in mille pezzi. Gli occhi estasiati dei videogiocatori hanno ora giusto un attimo per comprendere a pieno il da farsi: se si vuole evitare una prematura morte, si deve premere in fretta quel maledetto pulsante del salto. Qualche secondo dopo e la precedente visione cede il passo a una scena ancor più sbalorditiva: un’enorme minaccia celestiale va ora debellata sul tetto di un treno lanciato in una folle corsa.

Tutto finito? Non proprio. Dopo aver assistito incredula alla strana ribellione del suo demone Gomorrah e alla cattura della sua amica Jeanne, la nostra amata strega spiega le splendide ali e si getta all’inseguimento di un enorme demone-drago. Lo scontro finale avviene in cima a un un grattacielo e, mentre si comprende il sistema di combo pensato dagli sviluppatori, ci si ritrova con il fiato corto e con la mente intrappolata in uno stato di stupore misto a eccitamento.

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La scena appena descritta non rappresenta il momento più spettacolare di questo Bayonetta 2 e, neppure, il preferito della redazione. Il quadretto dipinto da una manciata di caratteri (davvero incapaci di rendere giustizia a quanto vedono gli occhi) altro non è che l’inizio del titolo prodotto da Nintendo. Se pensate che proseguendo nell’avventura niente e nessuno sarà più in grado di sorprendervi come questi primi momenti, vi sbagliate di grosso. Il primo grande pregio del lavoro firmato Platinum Games sta nella capacità di ammaliare, grazie a scene architettate magistralmente e a trovate ludiche da applausi a scena aperta.

Non è infatti il solo costrutto scenico a catturare l’animo del giocatore, comunque impreziosito da una trama tutto sommato intrigante e da una protagonista tanto fuori dagli schemi quanto ricca di sfaccettature, ma sono le tante trovate di gameplay a instillare la voglia di proseguire nell’avventura, anche solo per il gusto di scoprire quale sarà la prossima diavoleria pensata dagli sviluppatori.

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UN ANGELO VENUTO DALL’INFERNO

Il mese scorso vi dicemmo che un grande titolo appartenente al genere degli action, per essere tale, deve possedere un sistema di gioco appagante e profondo, ma al contempo accessibile. Quest’oggi vi posso dare, in tutta tranquillità, una risposta definitiva. Il seguito di Bayonetta segna un grande balzo in avanti in questo senso, proponendosi senza mezzi termini come l’esponente più profondo e riuscito dell’intero genere. Non ce ne vogliano gli innumerevoli appassionati delle serie Devil May Cry e Ninja Gaiden, ma la strega Cereza può contare su alcune trovate davvero degne di lode. Oltre al pulsante del salto e a quello utilizzato per aprire il fuoco, i rimanenti due tasti, adibiti rispettivamente ai calci e ai pugni, garantiscono un numero imbarazzante di nuove combo.
[quotedx]Ogni scontro si trasforma in una sorta di balletto sensuale[/quotedx]
Il tutto però non è incentrato esclusivamente sulle “vetuste” sequele di tasti da premere nel giusto ordine, tanto che il giocatore si trova costretto ad apprendere anche un concetto apparentemente estraneo: il tempismo. Ogni scontro si tramuta in pratica in una sorta di balletto sensuale (complice anche una colonna sonora davvero superba e sempre pronta a incalzare quando la situazione si complica), visto che a ogni pressione la nostra eroina esegue una mossa tanto aggraziata, quanto sexy e devastante. Tutte le combo, inoltre, possono essere concluse tenendo premuto l’ultimo pulsante, in modo da crivellare di proiettili un nemico già devastato dai tanti colpi subiti.

Anche le classiche schivate arrivano a modificare drasticamente certezze consolidate. Dopo aver evitato all’ultimo secondo un colpo mortale, il tempo inizia a scorrere al rallentatore, donandoci l’effettiva possibilità di massacrare dozzine di nemici, in un tripudio di colpi coreografici. Le opportunità sono davvero molteplici e, se non si vuole morire in una manciata di secondi, si deve assolutamente evitare di premere i tasti alla rinfusa. Il titolo Platinum Games non può essere considerato, infatti, come la canonica passeggiata di salute e senza la dovuta attenzione è davvero impossibile terminare con successo gli scontri con i boss più massicci (per non parlare degli ultimi livelli del gioco). Nulla di traumatico, giacché raramente la frustrazione si impossesserà di voi, ma i giocatori alle prime armi si lasceranno sicuramente andare a facili e coloriti epiteti nei confronti della propria console.

L’animo di quest’ultima esclusiva Nintendo è contraddistinto dalla classica “bellezza impossibile”, un po’ come quella della protagonista. Tuttavia, Bayonetta 2 può contare anche sulla presenza di tutti quegli aspetti solitamente di contorno, che hanno però contribuito a rendere grande il genere degli action game. Una volta eliminate le creature angeliche e quelle demoniache (davvero in gran numero e caratterizzate da innumerevoli razze), queste elargiranno degli anelli dorati, utili per acquistare tutta una serie di potenziamenti, necessari per migliorare le capacità offensive e difensive. I soliti portali conducono ancora una volta di fronte al bancone del The Gates of Hell, laddove è facile spendere cifre inimmaginabili fra armi dall’alto tasso distruttivo, frammenti di cuore (davvero indispensabili se si vuole incrementare la barra della salute), nuovi costumi e svariati accessori.
[quotesx] Prima di mettere le mani su un nuovo set di pistole bisogna decimare l’intera popolazione del paradiso[/quotesx]
A essere sinceri, i vari oggetti mi sono sembrati ancora un filino troppo onerosi, tanto che, dopo aver completato una missione, un giocatore medio potrà giusto acquistare un paio di lecca lecca per ripristinare l’energia. Prima di poter mettere le mani, ma anche i piedi, su un nuovo set di pistole, bisognerà davvero decimare l’intera popolazione del paradiso e non solo. Questo espediente, unito a un ferreo sistema di valutazione legato ai capitoli e alla presenza di diverse modalità aggiuntive, allunga (e di molto) la vita del titolo di Platinum Games. Rispetto al primo Bayonetta le offerte non mancano: la sola campagna richiede almeno 10 ore di attenzioni per essere terminata e le tante sfide extra portano via una mezza infinità di pomeriggi, mentre la modalità multigiocatore online corre il rischio di azzerare la vita sociale di molti.

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CURVE MOZZAFIATO

Nel corso delle precedenti anteprime ho scommesso saggiamente i miei miseri averi anche sull’effettiva resa del comparto visivo. Dopo aver ammirato in tutta tranquillità le generose forme della protagonista, non posso che rilanciare la posta in gioco (arrivata ora ad un paio di euro). La “dolcissima” strega nata dal genio di Hideki Kamiya, ma soprattutto il suo “lato B”, vanta una realizzazione davvero convincente (molti passeranno una manciata di minuti con lo sguardo fisso su di un unico punto… garantito!), mentre uno stile volutamente esagerato e “chiassoso” stamperà un compiaciuto sorrisino ebete sul volto di chiunque.

Le animazioni risultano sempre fluide e ben legate fra loro: nonostante il motore poligonale non sia uno dei più potenti (un Wii U non è una PS4, questo è pacifico), non si fatica a rimanere basiti davanti al comparto tecnico di Bayonetta 2. I più critici noteranno di certo alcune texture eccessivamente sfocate e qualche “scalettatura” di troppo (del tutto assente l’antialias); tuttavia, queste piccolezze passano in secondo piano di fronte all’incredibile spettacolarità e a una regia virtuale quasi totalmente priva di sbavature (dimenticatevi i soliti scontri in arene immobili… nel gioco Platinum Games si combatte spesso con i piedi ben poggiati su di un muro, sott’acqua o mentre si cavalca un’enorme tsunami).

In fin dei conti, ammirare la bella strega intenta ad assaporare un lecca lecca rossastro (in assoluto il suo preferito), mentre esegue un salto mortale con tanto di atterraggio sul muso di un cherubino, è una visione in grado di traumatizzare per sempre i neuroni di ogni videogiocatore. Soprattutto se amate alla follia le esperienze pseudo-trash tipiche della cultura nipponica.