Ricordo distintamente quando vidi Fantasia: Music Evolved per la prima volta (che poi fu anche l’ultima, prima di adesso). Era giugno del 2013 e l’appuntamento con Disney Interactive Studios era in coda all’E3: una sorta di “momento relax”, dopo tanto correre, senza che ci fossero grandi speranze di vedere qualcosa di decoroso. E invece, sia io che il mio amico di tante battaglie Claudio Todeschini siamo rimasti folgorati dal titolo di Harmonix, tanto da tempestare per mesi il PR italiano per avere sia nuove informazioni, sia la possibilità di mettere le mani in qualche modo su un codice preview. In quei tempi il nuovo Kinect di Xbox One prometteva buone cose, salvo poi essere abbandonato a se stesso da Microsoft, in tempi più recenti. Per certi versi un peccato, perché finalmente qualcuno ha dimostrato come si possano tirare fuori dal cilindro grandi cose, dopo la piccola parentesi di Child of Eden (che comunque si affidava alla prima versione della periferica posizionale).
FANTASIA AL POTERE
Fantasia: Music Evolved, come svela ampiamente il titolo, è un videogioco musicale; ma proprio uno a tutto tondo, come lo sono stati i primi Guitar Hero e i successivi Rock Band, partoriti dalle gioviali menti della stessa Harmonix. La differenza sostanziale sta nel fatto che in questo caso non teniamo in mano uno strumento di plastica, ma utilizziamo il nostro corpo come se fossimo direttori d’orchestra, senza comunque una bacchetta al seguito. Il background (che funge anche da pretesto per una strana campagna) è quello di Fantasia, il famoso film musicale di Disney che ha avuto il merito di celebrare il felice matrimonio tra musica classica e lungometraggi animati. In particolare, è l’episodio dell’Apprendista Stregone a tessere le fila, con il nostro alter ego che deve seguire le orme di Topolino (indossando il medesimo cappello stellato) e liberare vari reami dall’invasione del rumore. Come? Ma ovviamente suonando brani dai pattern sempre più complessi e sfruttando il movimento delle mani, che devono operare movimenti sincronizzati con le indicazioni a schermo.
Fondamentalmente, i gesti base da compiere sono sostanzialmente tre: una freccia (o anche due… visto che spesso dobbiamo usare entrambe le mani) ci indica uno slide da compiere in una direzione; un cerchio, invece, ci stimola a dare una “botta” in avanti col palmo, come se dovessimo suonare un tamburo verticale; una linea tratteggiata, poi, ci esorta a seguirne la linea sinuosa, mentre la nostra sagoma in basso nello schermo riproduce senza lag quello che viene catturato dalla telecamera di Kinect. Spesso i movimenti vengono integrati da altro, come ad esempio quando dobbiamo tenere la mano in una posizione fissa, dopo aver seguito l’invito di una freccia.
Di ogni brano è possibile sbloccare due remix, che trasformano totalmente l’arrangiamento originale in qualcosa di nuovo. Alcuni remix sono più riusciti di altri, ma la cosa bella è che è possibile miscelarli a piacere durante lo svolgimento, quando il gioco ci mette di fronte ad apposite note da attivare. Naturalmente, i puristi non devono storcere il naso, perché se da un lato è lasciata piena libertà di mescolare i remix a piacere, dall’altra nulla impedisce di suonare i brani nelle loro versioni originali.
SINESTESIA CANAGLIA
La cosa migliore di Fantasia: Music Evolved è il modo in cui stimola diversi sensi nella stessa misura. L’orecchio è deliziato da una track list d’eccezione, magari non troppo estesa (i brani sono una trentina), ma che ha il pregio di spaziare da capisaldi della musica classica come lo Schiaccianoci o la Toccata e Fuga, passando per capolavori pop e rock come Bohemian Rhapsody e Rocket Man, sfociando infine in produzioni più recenti, come Applause o Royals. L’occhio, invece, è stimolato da tutta una serie di effetti luminosi a schermo, anche se sullo sfondo prevale sempre il nero, così da avere la massima comprensione su ciò che il gioco ci chiede di fare. A tratti pare perfino di percepire qualcosa nel tatto, pur nella piena consapevolezza che l’unica cosa che toccano le nostre mani è l’aria del salotto. Una sorta di orgia sensoriale, insomma, che si trasforma spesso in pura esaltazione, in particolare durante le performance di brani dotati di epicità o quando ci si cimenta nell’esecuzione in compagnia di un amico, grazie al co-op locale per due giocatori.
Prendere la mano (letteralmente) col sistema di controllo è questione di poco, anche perché – come detto – il capturing di Kinect è quanto di più preciso si sia visto finora sulla periferica di Microsoft. Più difficile diventa padroneggiare i pattern dei brani più complessi: Fantasia: Music Evolved, nonostante una certa accessibilità iniziale lasci presagire il contrario, è tutto fuorché un rhythm game semplice e richiede parecchio esercizio per essere domato.
Al di là dei brani, il titolo di Harmonix propone tutta una serie di elementi di contorno, per lo più fruibili esplorando i reami. Può capitare ad esempio di controllare con la mano un puntatore a schermo che va a stimolare conchiglie che emettono suoni diversi, così come di attivare i cosiddetti Incantesimi di Composizione, che aggiungono ulteriore sale ai remix presenti nei brani. Tutta roba accessoria, che comunque contribuisce a fare di Fantasia: Music Evolved un’esperienza musicale e sensoriale come non se ne vedevano da tempo.
Concludo aggiungendo che, oltre alla trentina di brani presenti nel gioco, un’altra manciata sarà presto disponibile sullo Store di Xbox One, da acquistare ovviamente via DLC. Tra i tanti, vi segnalo Let It Go (dalla OST di Frozen), Paradise dei Coldplay e The End of The World As We Know It dei R.E.M..