Far Cry 4 – Recensione

far cry 4

Se siete tra coloro che hanno coltivato il sospetto che Far Cry 4 fosse Far Cry 3 all’ennesima potenza, beh… ci avete visto giusto. Che ciò sia un bene o un male lo lascio decidere alla vostra sensibilità, e dipende in massima parte da ciò che cercate in un videogioco. A me Far Cry 3 era piaciuto parecchio, e questo nonostante alcuni difettucci qua e là, che tuttavia finivano relegati nello scantinato di fronte all’eccellente “vista d’insieme” dell’open world di Ubisoft; è pacifico quindi che Far Cry 4 mi sia piaciuto altrettanto, pur nella consapevolezza che dal predecessore porta in dote tanto i pregi, quanto i difetti.
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PAGAN MIN MI VALE UN VAAS?

Bella domanda, che non ha purtroppo una risposta. Tra Vaas e Pagan Min passa uno tsunami di differenze, e volendo è proprio questo l’unico vero grande punto di rottura tra Far Cry 4 e il capitolo che lo ha preceduto. Vaas era un mastino, un cattivo che tiene il fiato sul collo della preda durante tutta la durata dell’avventura; uno di quelli, per intenderci, che non si farebbe problemi ad abbandonarci sul bagnasciuga con addosso un tanga di filo spinato. In Far Cry 3 c’era solo la voglia di scappare e di aggrapparci alla vita con le unghie, mentre in Far Cry 4 i ruoli – magari un po’ forzatamente – si ribaltano, visto che Ajay Ghale (il protagonista del gioco, che si reca in Kyrat per spargere le ceneri della defunta madre) si lascia fin troppo facilmente coinvolgere nella guerra civile contro il despota Pagan Min; quest’ultimo osserva quasi annoiato le nostre velleità di mettergli i bastoni tra le ruote e – anzi – a tratti sembra quasi provare per noi una certa simpatia. Oltretutto, diversamente dal suo invasato predecessore, Pagan Min resta sovente defilato dalle vicende che interessano Ajay, come se fosse stato relegato dagli sceneggiatori al ruolo di comprimario.

Buona parte delle relazioni del nostro alter ego interessano invece Amita e Sabal, due ribelli che hanno un modo diametralmente opposto di vivere la lotta alla tirannia. In determinate situazioni, durante il dipanarsi della trama, Ajay deve decidere da che parte schierarsi tra i due, così da modificare non solo l’andazzo, ma anche gli obiettivi di alcune missioni principali. Non fosse per quest’ultimo aspetto, la tensione narrativa sarebbe pressoché nulla per almeno due terzi di gioco: non vi nascondo che ho trovato la storia di Far Cry 3 più godibile e interessante (nei limiti di ciò che può proporre la sceneggiatura di un titolo open world, s’intende), anche perché buona parte delle cose “wow” di FC4 accadono quando manca solo un terzo di questline da percorrere prima dei titoli di coda. Troppo tardi.

far cry 4Al di là di Amita, Sabal e Pagan Min, comunque, Kyrat è una regione himalayana popolata da un sacco di personaggi più o meno improbabili, molti dei quali finemente tratteggiati. Non entro nel dettaglio per non infilarmi nel ginepraio dello spoiler impenitente: sappiate solo che taluni forniscono missioni secondarie, mentre talaltri vengono coinvolti nella trama principale. Amerete alcuni di questi figuri, ne odierete altri… quel che è certo, però, è che nessuno vi lascerà indifferenti, e questo – a mio avviso – è sintomo di un buon lavoro di pennello da parte degli sceneggiatori di Ubisoft.

FAR CRY 4, OVVERO FAR CRY 3 CON GLI STEROIDI

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Quel multiplayer un po’ così

Merita un box a parte il multiplayer, che possiede due anime, una competitiva e una cooperativa. La prima, ve lo dico subito, è assolutamente prescindibile. Si basa su sole tre banali e dispersive modalità di gioco 5 vs 5, in cui le due fazioni hanno abilità specifiche, fortemente sbilanciate a favore di chi può diventare invisibile e chiamare in aiuto animali feroci. Se sul multiplayer competitivo non vale davvero la pena perderci ulteriori caratteri, gli elogi vanno invece spesi per il co-op: vivere l’open world di Far Cry 4 in compagnia di un amico è uno spasso assoluto, soprattutto quando ci si dedica alla nobile arte del cazzeggio più sfrenato. Oltretutto, invitare qualcuno nella nostra partita può diventare perfino utile per superare alcuni passaggi ostici, come ad esempio la cattura delle fortezze. È sempre meglio avere un umano al nostro fianco, che la fredda CPU dei mercenari, non trovate?[/box_articoli]

Come vi ho scritto qualche riga sopra, Far Cry 4 è sostanzialmente Far Cry 3 moltiplicato X. La struttura di gioco è fondamentalmente rimasta inalterata: abbiamo una mappa da scoprire poco alla volta, liberando ben 17 torri dalle radio che spargono ai quattro venti la propaganda di Pagan Min; inoltre, esistono un botto di avamposti da ripulire e consegnare alla resistenza, così da rendere più sicura la zona circostante e attivare un sacco di missioni secondarie, oltre che sbloccare un punto per il viaggio veloce e i rifornimenti; sono poi presenti veicoli e velivoli di ogni tipo, per favorire al massimo l’esplorazione della gigantesca mappa di gioco; infine, abbiamo fauna e flora presenti sul territorio peggio che allo zoo botanico di Budapest, la prima da cacciare per craftare migliorie dell’equipaggiamento, e la seconda da raccogliere per creare siringhe portatrici di preziosi buff temporanei.

Se avete già pasticciato con Far Cry 3, qui vi sentirete a casa fin dal primo istante. Far Cry 4 rappresenta la quintessenza del more of the same, ma con tante piccole aggiunte qua e là che aumentano le possibilità di approccio ai problemi. Per dire, che ne dite di salire su un elefante e condurlo alla distruzione di un avamposto, anziché limitarci a liberare qualche animale feroce in gabbia? Oppure, non vi pare una gran cosa poter guidare un veicolo e, al contempo, impugnare l’arma secondaria per distribuire piombo attorno a noi? E perché non sfruttare l’inedita verticalità della mappa (siamo pur sempre sull’Hymalaya… che diamine!) grazie a un simpatico rampino, col quale giocare al piccolo polipo alpinista e raggiungere zone altrimenti precluse? Mettiamola così: se nel predecessore ogni obiettivo poteva essere portato a casa in due o tre modi diversi, qui le possibilità si espandono almeno del doppio, a prescindere dal fatto che siate videogiocatori stealth o casino-oriented.

far cry 4[quotesx]Far Cry 4 è Far cry 3 all’ennesima potenza[/quotesx]Il merito è anche di un level design ben congegnato, seppur maggiormente ispirato negli scenari ausiliari come gli avamposti o le fortezze (che sono avamposti più grossi e ardui da conquistare), rispetto ad alcune zone delle missioni principali. È innegabile che, affrancati dalle necessità di seguire un percorso predefinito, sia più facile concedere libero sfogo alla fantasia e ripetere con successo alcuni esperimenti di “gameplay creativo” già tentati in Far Cry 3, come quello di piazzare una carica di C4 su un deltaplano per poi farlo cadere nel bel mezzo della compagine nemica, mentre noi atterriamo in zona sicura grazie all’immancabile tuta alare.

IL KARMA E LO SHANGRI-LA

Tra le variabili introdotte in Far Cry 4 c’è il karma, una sorta di esperienza parallela a quella principale. Quest’ultima serve per accumulare punti abilità da spendere in un pannello dei talenti che più tipico non si può, diviso in due rami distinti, focalizzati uno sulla forza bruta e l’altro sulla salute e sul crafting (ma non solo). Il karma, invece, può essere guadagnato principalmente attraverso alcune missioni secondarie; grazie a esso si possono sbloccare armi esclusive, ma anche aumentare la potenza dei mercenari. Eh già, perché in Far Cry 4 alcuni passaggi rischiano di essere davvero impegnativi da affrontare da soli, e quindi gli sviluppatori hanno pensato di regalarci la possibilità di chiamare all’occorrenza un gruppetto di ribelli a supporto. Va da sé che un livello di karma maggiore porta in dote mercenari più preparati e agili nella pugna.

far cry 4Per accumulare karma come se non ci fosse un domani, oltre alle missioni secondarie di cui sopra (generate per lo più casualmente) è possibile visitare cinque istanze molto particolari, ambientate nello Shangri-La. Si tratta di un luogo dove l’esoterismo la fa da padrone e dove, armati di solo pugnale e arco, dobbiamo raggiungere e far suonare alcune enormi campane. Nello Shangri-La tutto si tinge di rosso e di giallo, e in nostro aiuto interviene una tigre bianca, che possiamo comandare a bacchetta così che attacchi determinati nemici in vece nostra. Queste missioni sono del tutto facoltative (a parte la prima) e rappresentano uno dei punti più alti della direzione artistica di Far Cry 4.

STROPICCIARSI GLI OCCHI, CON UN PO’ DI PUDORE

La versione provata per la recensione è quella PlayStation 4. Uno degli sviluppatori presenti ai tre giorni di review event ha giurato e spergiurato che la controparte per Xbox One è pressoché identica: io vi segnalo la cosa, ma prendete il tutto con beneficio di inventario. Resta da verificare la bontà della versione PC, sulla quale nulla si sa e che tratteremo in un articolo a parte, qualora emergano differenze sostanziali con quanto i miei occhi hanno potuto osservare.
[quotedx]il frame rate non fa una piega e resta inchiodato a 30 fps[/quotedx]
Premesso questo, va detto subito che Far Cry 4 è davvero bello da vedere, e a tratti è davvero entusiasmante. La vista si apre spesso su panorami mozzafiato, fatti di montagne innevate, foreste, laghi e corsi d’acqua talmente belli da lasciare basiti. Purtroppo, lo scotto da pagare per una vista d’insieme così eccellente è la presenza di un Level of Detail davvero ballerino, accompagnato da fenomeni di pop-up a volte fastidiosi. Se coi piedi ben piantati a terra ci si fa poco caso, i problemi del motore grafico emergono in tutta la loro evidenza quando si spicca il volo, a prescindere che lo si faccia con la tuta alare, imbracati a un deltaplano o sfruttando il preziosissimo mini-elicottero che è diventato presto il mio compagno preferito per gli spostamenti. Fortunatamente il frame rate non fa una piega e resta inchiodato a 30 fps, che non saranno sessanta ma sono più che sufficienti a stare dietro al vario ma comunque blando gunplay del titolo di Ubisoft.

far cry 4PICCOLI DIFETTUCCI SPARSI

A proposito di gunplay, l’armamentario è al solito ricco e variegato, nonché garanzia di divertimento assoluto. L’unico difetto è che talvolta i colpi hanno il brutto vizio di non andare a segno, anche se portati con precisione assoluta. Se questo non è un grosso problema per chi è uso a un approccio “caciarone”, giocando in stealth può capitare di allarmare un’intera guarnigione di nemici solo perché il nostro fucile da cecchino silenziato non ha abbattuto il soldato che avevamo mirato con la giusta perizia. In parte, poi, le dinamiche stealth sono rovinate dalla presenza di alcuni ambienti chiusi o angusti: l’immancabile binocolo ci permette di evidenziare gli scagnozzi di Pagan Min a tiro negli spazi aperti, ma quando dobbiamo sgattaiolare non visti in una babele di viuzzine, beh… può capitare di imbattersi improvvisamente in un soldato, pur usando tutta la cautela del caso. In quei frangenti, l’unica strada percorribile è quella del “trial & error”, tenendo a mente le posizioni nemiche grazie all’esperienza accumulata nei tentativi andati a male. Intendiamoci… di situazioni del genere ce ne sono poche lungo tutta la campagna principale, ma quando si incontrano (e quando il gioco ci chiede di tenere necessariamente un basso profilo) un po’ di fastidio sale su, lungo la colonna vertebrale.

Questione torri. Come in Far Cry 3, catturarle serve a togliere la nebbia dalla mappa e a svelare la morfologia del territorio circostante, oltre a sbloccare gratuitamente alcune armi, altrimenti acquistabili in cambio di denaro sonante. E, sempre come in Far Cry 3, le torri andrebbero scalate, magari dopo aver ripulito la zona sottostante dai nemici che le presidiano. Purtroppo (o fortunatamente, fate voi) la presenza del mini-elicotterino “rompe il giochino”, nel senso che basta utilizzare il suddetto velivolo per raggiungere in scioltezza la cima delle strutture. Non ho idea se questa sia una scelta voluta (e semi-geniale) dei designer, o se invece si tratta di un aspetto al quale non hanno minimamente fatto caso. Io mi limito a segnalarvi che le torri, volendo, si prendono con una facilità disarmante: decidete voi come comportarvi.

far cry 4Un altro piccolo difetto di Far Cry 4 emerge al momento di prendere parte a missioni che ci chiedono di rimanere entro una determinata zona, fino al loro completamento. Simili quest esistevano anche in Far Cry 3 (laddove già parevano una forzatura, vista l’impostazione fortemente aperta della serie), ma qui hanno un tasso di fastidio superiore, visto che in alcune di esse lo spazio di manovra è veramente risicatissimo, tanto che un paio di volte mi è toccato di osservare amaramente il mio obiettivo allontanarsi impunito, mentre io non potevo seguirlo a causa della limitazione di cui sopra.

CHE FACCIO? CI GIOCO?

Sebbene il precedente paragrafo di questa recensione possa far sembrare il contrario, soppesando pregi e difetti di Far Cry 4 la bilancia si piega decisamente sul piatto dei primi. Il titolo di Ubisoft è dannatamente divertente, proprio come lo è stato il capitolo che lo ha preceduto: premesso questo, sappiate che in caso di acquisto vi troverete per le mani un prodotto ben confezionato, che estende a dismisura l’esperienza che già avevate vissuto due anni fa. La campagna principale si porta a casa in una quindicina d’ore: tuttavia, una volta terminata, il contatore di completamento segnala che c’è ancora un buon 80% di roba da fare. Tra missioni secondarie, collezionabili da scovare e altre amenità assortite, beh… c’è di che sfasciarsi di gioia per parecchio tempo.

far cry 4Kyrat è quindi una sorta di parco giochi a cielo aperto, in cui combinare un sacco di cose e provare le strategie più impensate, fosse anche solo per conquistare quell’avamposto che avevamo lasciato indietro o per vedere cosa si nasconde dentro a una caverna ancora inesplorata. L’alternarsi tra storia, faccende accessorie e banale trastullamento (magari in co-op) è in mano al giocatore, che è sempre libero di scegliere come vivere la propria esperienza tra i monti dell’Himalaya: un pregio non da poco in tempi come questi, dove siamo sommersi di (pur divertenti) canaloni da percorrere, o di open world per lo più infarciti di noia.