Ah, il Trono di Spade! Gente che muore male, draghi, intere famiglie sterminate, soprusi, prevaricazioni, infiniti giochi di potere, belle signorine ignude… che ci sono i draghi l’abbiamo già detto? Beh, sarebbe strano non sottolinearlo. Comunque sia, al di là delle generalizzazioni modello “honest trailers” (seppur spassosissime, eh), in redazione quando si parla di Game of Thrones è sempre piuttosto difficile essere obiettivi. Qua le vicende tratte dall’enciclopedico romanzo di George R. R. Martin sono considerate fra le cose migliori successe nel mondo dei serial televisivi, quindi potete ben immaginarvi con quanto entusiasmo abbiamo accolto la notizia di un’avventura grafica firmata Telltale Games. I nostri amici americani si sono ormai specializzati in adattamenti da film e telefilm, con risultati via via sempre migliori, tanto da meritare una vera e proprio pioggia di riconoscimenti, specialmente dopo l’uscita di The Walking Dead. Di recente si sono fatti apprezzare grazie all’ottimo Tales from the Borderlands, cosa che ha contribuito a incrementare ulteriormente l’hype nei confronto del gioco oggetto di questa recensione.
Al gioco del trono o si vince o si muore
Infilarsi però nel ginepraio narrativo di una serie tanto complessa era un bel rischio. Anche perché Telltale ha deciso di seguire la via più complicata, optando per proporre una storia parallela alle vicende raccontate nel serial TV, con tanto di protagonisti riprodotti nelle fattezze a suon di poligoni e texture. Non a caso incontreremo facce ben note come Cersei e Tyrion Lannister, Ramsay Snow e Margaery Tyrell, incredibilmente simili agli attori che li interpretano, sintomo di un ottimo lavoro in fase di modellazione. Del resto lo scopo degli sviluppatori era proprio quello di immergervi nelle sanguinose atmosfere della produzione HBO, creando un senso di continuità pressoché assoluto. Non a caso persino la sigla iniziale è riprodotta con incredibile dovizia, con alcune varianti atte a introdurre la famiglia di cui seguiremo le vicende, i Forrester. Si tratta di uno dei numerosi casati minori del vasto universo di Game of Thrones, fin’ora del tutto inedito in termini puramente televisivi. Una buona idea, che ha permesso agli sceneggiatori di muoversi con maggiore libertà, pur sempre nel rispetto del racconto originale.
[quotesx] Non mancano momenti decisamente violenti[/quotesx]
Non avremo comunque il controllo di un unico personaggio, anche se nei primi momenti di gioco vestiremo i panni di Gared Tuttle, un giovane scudiero estremamente fedele al suo signore, Gregor Forrester, lord di uno dei casati più influenti del nord e come tale affiliato agli Stark. Purtroppo, come potete ben immaginare, questa alleanza non porterà a nulla di buono, anche perché l’avventura coinciderà proprio (spoiler alert!) con la morte di Eddard Stark, per mano di quei simpatici bastardi dei Lannister. Manco a dirlo, quell’altra schifezza umana corrispondente al nome di Walder Frey romperà istantaneamente l’alleanza con i Forrester, iniziando un allegro massacro sottolineato dalle note de Le Piogge di Castamere. Il povero Gared se la caverà per un pelo, giusto il tempo di finire in un guaio ancora più grosso, che finirà con il coinvolgere uno dei figli di Gregor, Ethan, nonché la figlia, Mira, spostando l’attenzione fino ad Approdo del Re. Insomma, come avrete intuito, la trama è bella fitta e decisamente all’altezza della controparte televisiva. Non mancano momenti decisamente violenti, con alcuni personaggi che ci metteranno nella scomoda condizione di prendere decisioni difficilissime e mai scontate.
Il Nord non dimentica
Si suda freddo quando Cersei prova a testare la nostra fedeltà e ancor di più quando quel sadico di Ramsay Snow prova a metterci con le spalle al muro… in tale senso Iron from Ice è forse il titolo di Telltale meglio riuscito in queste termini. Non che The Walking Dead non ci costringesse a scelte altrettanto complicate, ma la consapevolezza di conoscere fin troppo bene la distorta personalità di alcuni di questi tizi aggiunge uno strato di disagio che è difficile scrollarsi di dosso. In tal senso ci troviamo al cospetto di una produzione dove le parti più action paiono persino superflue, relegate a pochi momenti QTE, sinceramente dimenticabili. Viene quasi da chiedersi se non sia il caso di lasciarseli alle spalle o, in alternativa, di trovare una formula più efficace per spezzare un po’ il gameplay. Un discorso applicabile in parte anche alle fasi punta e clicca, ormai ridotte a un lumicino.
[quotedx]non si può fare a meno di notare quanto siano legnose le animazioni[/quotedx]
Abbastanza altalenante anche l’aspetto grafico. Se da un lato è indubbiamente apprezzabile la cura riposta nella modellazione dei personaggi, dall’altro non si può fare a meno di notare quanto siano legnose le animazioni e appena accettabili le texture. L’idea di conferire al tutto un aspetto stile acquerello indubbiamente funziona e a tratti regala splendidi scorci, ma serve anche a nascondere una certa povertà poligonale. Del resto i titoli Telltale escono in contemporanea sulle più disparate piattaforme e questo evidentemente ha portato a un inevitabile appiattimento in termini visivi. Bisogna farsene una ragione, anche perché, inutile girarci attorno, Iron from Ice rimane un acquisto assolutamente imprescindibile per tutti i fan.