Se avete avuto l’occasione di mettere le mani su The Incredible Adventures of Van Helsing ricorderete senz’altro le brevi sezioni in cui al nostro eroe veniva affidato il compito di difendere il proprio rifugio da orde di nemici. Ebbene, i ragazzi di Neocore Games hanno fiutato del potenziale in quel mini-gioco e su quelle basi hanno imbastito un titolo a sé stante. Il risultato finale è il qui presente Deathtrap.
Mettiamo subito le cose in chiaro, se cercate un prodotto con una trama piena di colpi di scena o una narrazione raffinata, allora Deathtrap non fa per voi, visto che le vicende del gioco rappresentano un mero pretesto per menare le mani e progredire tra i vari livelli. Il tutto ha luogo nello stesso universo narrativo della già citata saga videoludica di Van Helsing, in una dimensione parallela invasa periodicamente da nemici di vario tipo; inutile dire che il nostro compito sarà quello di tenere a bada queste creature e impedire loro di corrompere i templi sparsi per il mondo. A differenziare l’ultima fatica del team ungherese dagli altri tower defense è la presenza di diversi elementi presi dal genere di cui fa parte la serie madre, quello degli action RPG. A differenza di molti altri titoli simili, in Deathtrap avremo il pieno controllo di un alter ego in grado di combattere sul campo di battaglia e influire attivamente sull’esito dello scontro, sia con abilità passive, sia con attacchi diretti verso i nemici.
DIFESA A OLTRANZA
Il gameplay rispetta gli standard dei tower defense più classici: a noi spetta il compito di spendere i preziosi Punti Essenza per costruire torrette e piazzare trappole sul tragitto dei mostri, un sentiero che percorreranno per raggiungere uno o più portali che li porteranno fuori dalla dimensione parallela. I poveri malcapitati verranno infilzati da spuntoni piantati nel terreno, fulminati da torri Tesla oppure colpiti da arcieri arcani opportunamente posizionati; se tutto questo non dovesse bastare, ci penserà il nostro simpatico compagno di avventure a finire il lavoro e occuparsi delle creature più coriacee, “mazzuolandole” per benino in mischia o lanciandole contro le magie più disparate.
Naturalmente, in tutto questo non poteva mancare un sistema di progressione sia del personaggio, sia delle trappole: al termine di ogni livello, infatti, verremo ricompensati con Punti da utilizzare per potenziare le abilità del nostro eroe e acquistare power-up per i diabolici marchingegni, così da aumentare le chance di vittoria. Ma non è tutto: eliminando i nemici e completando le missioni secondarie entreremo in possesso di armi e armature di potenza e rarità casuali, aumentando la già elevata varietà del gameplay.
L’EDITOR DEI FURBI?
Ma una volta portata a termine la modalità di gioco principale che si fa? Se non vi attira particolarmente l’idea di ripetere il tutto con un altro personaggio (pescato da una delle tre classi disponibili e magari impostando un diverso livello di difficoltà), sappiate che potete sempre buttarvi sulla modalità cooperativa o sul multiplayer competitivo, dove un giocatore gestirà i mostri e l’altro si occuperà della difesa dei portali. A questo bisogna aggiungere anche la presenza di un editor di livelli particolarmente facile da padroneggiare e il supporto al Workshop della piattaforma Steam, attraverso cui caricare le proprie creazioni e scaricare quelle degli altri giocatori. Questa possibilità rappresenta invero la croce e delizia dell’intera esperienza di gioco, perché se è vero che così si raggiunge una longevità potenzialmente infinita, permettere ai giocatori di creare i propri livelli mostra il fianco a un exploit decisamente importante: negli stage personalizzati resta attivo il sistema di looting, e ciò significa che si possono creare delle mappe adibite al solo scopo di farmare oggetti rari e potenziare il proprio personaggio, falsando così eventuali partite competitive tra i giocatori più corretti e gli altri che non si faranno scrupoli a sfruttare questa possibilità.