Monster Hunter 4 Ultimate – Recensione

monster hunter 4 ultimate

Mentre il contatore delle ore di gioco segna ormai oltre quaranta ore effettive, mi appresto ad abbassare lo schermo del mio New Nintendo 3DS e a tirare le somme. Mai prima d’ora mi era capitato di essere trascinato con tanta irruenza nel meraviglioso – ora posso dirlo! – mondo della popolarissima serie Capcom. Inizialmente volevo proporre un parallelo approfondito fra questa quarta iterazione e i suoi predecessori, ma alla fine dell’avventura (e dopo aver dato l’ennesimo colpo di grazie al temibile Shagaru Magala) ho pensato sarebbe stato ingiusto nei confronti della produzione limitarmi a un semplice elenco di differenze. Monster Hunter 4 Ultimate, d’altronde, pur non rivoluzionando la serie dalle sue fondamenta ha talmente tanto da dire ai giocatori e da insegnare a chi intende lanciarsi nello sviluppo di action RPG per la portatile Nintendo al punto che meriterebbe un approfondimento se non, addirittura, una rubrica a puntate dedicata a tutte le sue componenti. Arrivato in Occidente nella sua edizione definitiva – se verrà seguito da una riedizione HD per Wii U è tutto da vedere – Monster Hunter 4 Ultimate mi ha scaraventato fra un capo all’altro della regione di gioco fra l’assolata Val Habar e l’eterea Cathar, inseguendo il sogno di un carovaniere e lo scintillio di una misteriosa scaglia di mostro.

COME PRIMA, PIÙ DI PRIMA

Esattamente come in passato, anche in questo caso la trama del gioco è fondamentalmente un susseguirsi di pretesti e di situazioni che mirano a introdurre diverse zone esplorabili e giusto qualche minima tensione narrativa. D’altronde, il motivo d’essere dell’eroe protagonista, del tutto personalizzabile a partire dal sesso fino ad ogni singolo pezzo di armatura indossato, ha il solo scopo di accompagnare il giocatore con il suo silenzio nelle più disparate tipologie di caccia, cattura o raccolta oggetti.

La filosofia base della serie è rimasta, insomma, quella di sempre. Le stratificazioni ludiche di crafting, esplorazione, battaglia in tempo reale e multiplayer cooperativo sono le medesime, benché rese molto più accessibili a un pubblico neofita grazie a una curva di difficoltà meno ripida e una fitta serie di tutorial che abbraccia l’intera avventura, fino alla sua conclusione. Se nei capitoli precedenti ci si poteva trovare disorientati di fronte alle tante possibilità offerte dal gioco, Monster Hunter 4 Ultimate sembra essere stato creato ad hoc per fugare qualsiasi dubbio, partendo proprio dalla scelta critica dello stile di gioco dettato dall’arma.

monster hunter 4 ultimateLe tipologie di armi profondamente differenti presenti sono ben 14, e il titolo non si fa alcun problema a organizzare una missione tutorial per ognuna di esse, in modo da chiarire fin da subito, nero su bianco, i pro e i contro di ogni equipaggiamento. Col passare delle ore – e credetemi, saranno davvero tante, potenzialmente oltre il centinaio – sarà richiamabile dal touch screen dello schermo inferiore di Nintendo 3DS, in qualsiasi momento, una riepilogativa testuale per ogni caratteristica introdotta, che spieghi per filo e per segno tutti i dettagli del caso. Insomma… non ci si sente mai soli o del tutto abbandonati ai profondi meccanismi che muovono l’ensemble ludico di Monster Hunter 4 Ultimate.

IN GIRO PER IL MONDO

Parlando delle aree esplorabili, questa quarta incarnazione della serie ha finalmente dato un netto colpo di spugna alle piatte arene mascherate da ambienti naturali dei capitoli precedenti, introducendo una morfologia del territorio credibile e, soprattutto, coerente. Dislivelli e pareti da scalare saranno all’ordine del giorno e spetterà ai più abili cacciatori sfruttare l’ambiente a proprio vantaggio. Alcuni potrebbero interpretare la presenza di ostacoli naturali come un modo goffo per aumentare artificiosamente la difficoltà, ma l’effetto finale è davvero gratificante, specie quando si impara a sfruttare i dislivelli per ripararsi dai colpi dei mostri o le superfici scalabili per darsi la spinta e spiccare un salto in groppa ai nemici più temibili. L’unico problema, se così vogliamo interpretarlo, è rappresentato dall’ormai classica suddivisione delle aree esplorabili in zone numerate connesse da sentieri, e dalla conseguente mole di caricamenti che, nel caso del vecchio modello di Nintendo 3DS, potrebbero snervare anche gli appassionati più fedeli, ma di questo parleremo sul finire della recensione.

[quotesx]Dopo la prima decina di ore si fa la conoscenza di creature speciali soggette allo stato di “frenesia”[/quotesx]Un’altra novità sul fronte dell’esplorazione – e probabilmente vero e proprio motivo di vanto per lo staff del gioco, essendo un’iniziativa coraggiosa e originale – è un’area inesplorata generata casualmente ad ogni avventura. Questi scenari pagano il prezzo di un level design più semplice e praticamente senza alcun sviluppo verticale, in linea con le aree viste nei predecessori, ma pepano la situazione grazie al fattore imprevedibilità. Una scampagnata a caccia di tesori e reliquie, oggetti dotati di grande valore, potrebbe essere rovinata in qualsiasi momento dal più temibile dei giganteschi avversari presenti in Monster Hunter 4 Ultimate. A tal proposito, il pantheon di creature è composto da circa un centinaio di mostri: con l’esclusione di erbivori e dei nemici presenti nelle fasi iniziali, è davvero impossibile riuscire a far valere le proprie ragioni di cacciatore sulla natura selvaggia senza ingegnarsi e approcciare le mostruosità con il giusto know-how. Dopo la prima decina di ore passate a saltellare da un precipizio all’altro, si farà la conoscenza di creature speciali soggette allo stato di “frenesia”, in sostanza versioni visibilmente più forti e agguerrite dei nemici affrontati in precedenza. In questi casi è necessario armarsi di tanta pazienza e ripetere gli scontri anche più volte, nel caso non si riuscisse a fronteggiare queste varianti mostruose al primo colpo. D’altronde, gli appassionati della serie sono già abituati a sfide di questo calibro, mentre i neofiti vedranno in questi episodi una notevole scarica aggiuntiva di adrenalina, paragonabile a quella che normalmente è associata allo scontro con i classici “boss” di fine livello.

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NONSOLOMOSTRI

In generale nemici sono più reattivi che in passato, gli scontri più veloci, le arene strutturate in modo da risultare al contempo un fidato alleato o, nel caso non si conoscesse la morfologia, una trappola ambientale. A dirla tutta, questa velocizzazione delle meccaniche di gioco mi è sembrata un’ottima soluzione, in linea con la maggiore apertura al pubblico palesata dai continui tutorial e dalla difficoltà rivista verso il basso, almeno nelle fasi iniziali. Non che Monster Hunter 3 Ultimate fosse lento o addirittura noioso, specie a livelli alti di caccia, ma il ritmo maggiormente sostenuto dal suo successore mi ha convinto a più riprese e intrattenuto per oltre quaranta ore di gioco in single player senza che mi annoiassi o mi trovassi a tirare il proverbiale sbadiglio di troppo. Considerando la necessità di eseguire più volte la stessa missione per reperire tutti gli elementi primi necessari alla fabbricazione della mia arma preferita o dell’armatura più potente disponibile sul finire della modalità storia, il risultato è a mio parere notevolissimo.

[quotedx]i felyne acquistano livelli di esperienza col passare delle missioni[/quotedx]A seguirci nell’avventura troviamo anche i felyne, la mascotte felina della serie che scende in campo non solo come fidato alleato in battaglia (oltretutto personalizzabile anch’esso partendo dall’aspetto, fino ad arrivare all’equipaggiamento), ma anche come “cacciatore di MIAOstri”. Dopo aver rintracciato e arruolato i simpatici gatti bipedi nelle missioni di caccia, diviene infatti possibile organizzare spedizioni di raccolta di prezioso materiale da reinvestire nel loro equipaggiamento e nella loro crescita. A differenza dell’eroe protagonista, che accresce la propria abilità attraverso l’esperienza del giocatore e della qualità del proprio equipaggiamento, i felyne acquistano livelli di esperienza col passare delle missioni, e sono suddivisibili in classi riconoscibili dalla loro naturale propensione alle specialità offensive o di supporto. Potendone portarne con sé in missione un massimo di due, il resto dell’armata felina è quindi impegnabile in parallelo nella raccolta di oggetti.

CACCIA IN COMPAGNIA

Per quanto riguarda il comparto multiplayer, vera e propria rivoluzione per la storia della serie Capcom su portatile Nintendo, Monster Hunter 4 Ultimate cerca in tutti i modi di rendere veloce e indolore la connessione con altri giocatori, sia in multiplayer locale, sia attraverso il Nintendo Network. Nelle città, che fungono da hub per le missioni, è possibile attivare la modalità “cerca cacciatori” per rintracciare gli amici in possesso del gioco e che a loro volta stanno cercando compagni in locale; procedendo invece verso la “sala di raccolta” si può procedere radunando giocatori online, scegliendo fra i propri amici o creando lobby a cui chiunque può accedere. Dal banco delle missioni sono selezionabili speciali compiti da completare da soli o in compagnia, potendo scegliere fra compiti di caccia, raccolta, cattura o scontri in arena con equipaggiamenti specifici forniti dal gioco. La chat è permessa solamente al di fuori delle missioni, mentre durante i compiti affidati ai giocatori e è possibile comunicare solamente sfruttando il sistema di messaggistica preimpostato, che può comunque essere personalizzato per contenere frasi specifiche. Durante la prova in rete con i colleghi non ho riscontrato la benché minima lag. Specie guardando al passato, ora come ora il bilancio si può dire più che positivo, benché l’ultima parola si potrà dire solamente all’uscita del titolo, quando l’infrastruttura online sarà messa a ferro e fuoco dal grande numero di giocatori impegnati nelle grandi caccie made in Capcom.

monster hunter 4 ultimateLa funzionalità StreetPass è limitata a uno scambio di tessere gilda che permette di arruolare i protagonisti delle partite dei giocatori incontrati nelle vesti di “cacciatori di ventura”. Anche in questo caso si tratta di un modo per reperire materiali in parallelo alla propria avventura, in modo non molto dissimile dal funzionamento della modalità “cacciatore di MIAOstri” dei felyne.

TECNICAMENTE PARLANDO

Passando al comparto tecnico, è importante sottolineare come Monster Hunter 4 Ultimate rappresenti forse il software compagno per eccellenza di New Nintendo 3DS. Benché l’ultima produzione Capcom riesca a girare anche sui vecchi modelli della portatile Nintendo, le migliorie apportare dal nuovo hardware sono sostanziali, specie in quanto a velocità di esecuzione dei caricamenti e alla qualità grafica generale.

Le evidenti migliorie estetiche e tecniche sono quindi appannaggio esclusivo del nuovo modello della console, anche se l’assenza del C stick può essere colmata – con un (bel) po’ di buona volontà – con il D-pad e la croce direzionale su touch screen, entrambi adibiti al movimento della telecamera. E questo con buona pace dei milioni di cacciatori che attendevano questo quarto episodio sperando che la differenza fra i due modelli di console si potesse sistemare con il solo circle pad pro.

[quotesx]Monster Hunter 4 Ultimate è una vera e propria gioia per gli occhi[/quotesx]Come vi ho scritto nell’anteprima solamente un mese fa, Monster Hunter 4 Ultimate è una vera e propria gioia per gli occhi, coi suoi sterminati paesaggi dai colori caldi e vivaci e la sua fluidità granitica, anche durante scontri su vasta scala. Certo, il compromesso sul fronte delle texture, specialmente quelle ambientali, è ovvio fin dai primi minuti di gioco, ma il colpo d’occhio nel suo insieme è tale da porre letteralmente in ombra qualsiasi incertezza. La caratterizzazione cosmetica dei mostri e le loro movenze sono ancora una volta il fiore all’occhiello della produzione di Capcom, che non indugia nell’infarcire anche l’intera avventura di sequenza cinematiche pre-renderizzate, alcune delle quali beneficiano davvero tanto dal 3D stereoscopico della console, specialmente su New Nintendo 3DS.