Resident Evil Revelations 2 – Recensione

SPOILER ALERT: anche se abbiamo accuratamente evitato di citare i passaggi salienti della trama, non possiamo garantirvi una lettura completamente “spoiler free”. Regolatevi di conseguenza.

Ed eccoci giunti alle battute finali di Resident Evil Revelations 2. Mentre Claire e Moira si preparano ad affrontare vis-à-vis la misteriosa Alex (di cui continueremo a non dirvi il cognome), dall’altro capo del gomitolone narrativo troviamo Barry e Natalia, questa volta alle prese con un’abitazione che per certi versi ricorda non poco la magione degli Spencer del primo Resident Evil. Non a caso ci ritroveremo in una stanza con tanto di pianoforte nel mezzo, purtroppo senza nessuno spartito della Sonata al Chiaro di Luna da riprodurre. Curiosamente, l’episodio di Claire risulterà assai breve a questo giro, tanto che sarà possibile completarlo in poco più di un quarto d’ora. Niente panico comunque, la parte di Barry è assai più corposa, ponendosi intorno ai 100 minuti totali. Come da copione, non mancherà un lungo scontro finale con il solito nemico apparentemente inarrestabile, che ci porterà poi all’inevitabile schermata dei ringraziamenti. Meglio goderseli fino in fondo, poiché il cliffhanger è sempre dietro l’angolo e potrebbe essere indicativo di un futuro, terzo Revelations.

L’ORA DELLA VERITÀ

Dopo queste quattro settimane passate in compagnia di mostri disgustosi e twist narrativi piuttosto concitati, è giunto il momento di tirare le somme e valutare gli aspetti più concreti di questo interessante spin-off. C’è da dire che Revelations 2 non è proprio un titolo da strapparsi i capelli ed è un bene che Capcom abbia deciso di proporlo a un prezzo decisamente aggressivo. Questo però non significa che sia possibile chiudere gli occhi su alcuni aspetti poco riusciti, in primis per quanto riguarda l’aspetto tecnico. Il basso budget che ha caratterizzato lo sviluppo si riflette maggiormente sul comparto grafico, che si limita ad ambientazioni spesso spoglie, poco dettagliate e con texture piatte, nemmeno affrancate dal più banale dei bump mapping. L’illuminazione risulta piuttosto semplice e anche la modellazione dei nemici il più delle volte non supera la decenza.

[quotedx]Il basso budget che ha caratterizzato lo sviluppo si riflette maggiormente sul comparto grafico[/quotedx]
Va meglio con i personaggi principali, ma siamo proprio al minimo sindacale. Le scene d’intermezzo continuano a essere una spanna sopra, pur bloccate a 30 fps, al contrario del gioco che invece si avvantaggia di un frame rate ancorato ai 60. Questo almeno per quanto concerne la versione PC, mentre su PS4 la fluidità appare di tanto in tanto compromessa, specie negli ambienti esterni. Difficile trovare una giustificazione, considerando che non stiamo certo parlando di The Order: 1886 (neanche lontanamente, sia ben chiaro). Neppure l’antialias è un granché e sebbene su PC sia possibile impostare l’FXAA alla massima qualità possibile, il risultato è piuttosto altalenante, specie nel rendering dei dettagli più fini, come nel caso dei tralicci dell’alta tensione. Apprezzabile invece il doppiaggio, che seppur non eccezionale, conferma la buona volontà Capcom in tal senso, dopo che per anni abbiamo dovuto accontentarci unicamente dei sottotitoli.
In quanto a gameplay, Revelations 2 si è dimostrato un filo più action del suo predecessore, con pochi ed essenziali enigmi, nessuno dei quali particolarmente impegnativo. Il gunplay predilige la precisione nella maggior parte dei casi e rappresenta comunque una discreta sfida, considerate le limitazioni dell’inventario e la scarsa quantità di piantine verdi e affini. Il backtracking non è un grosso problema, essendo praticamente limitato alla campagna di Barry, con numerose diversificazioni sia ambientali che pratiche. Abbiamo anche apprezzato il supporto delle due coprotagoniste, utilizzate per introdurre qualche dinamica interessante. L’IA in particolare si è quasi sempre comportata decentemente, sebbene il suo apporto negli sconti diretti sia risultato il più delle volte fra l’inutile e il fastidioso.

Insomma, Capcom ha puntato sul sicuro: non si è ammazzata per cercare d’introdurre chissà quali mirabolanti novità, limitandosi a prendere quanto di buono fin’ora proposto e miscelando il tutto in una formula episodica. Una scelta con i suoi pregi e suoi difetti, che ha spaccato il giudizio del pubblico, egualmente diviso fra entusiasti e contrari. Chissà se in futuro ci riproveranno, per ora possiamo solo complimentarci per la quantità di contenuti: fra la campagna principale e i due capitoli riservati a Moira e Natalia abbiamo toccato le nove ore di gioco, cui vanno sommate tutte quelle perse dietro la modalità Raid, capace di prolungare la longevità in maniera esponenziale.

I nodi iniziano a venire al pettine, anche se la verità potrebbe risultare ben più sconvolgente del previsto. Ma no dai, questo è Resident Evil, mica Lost, quindi più o meno sappiamo già come andrà a finire. Però bisogna ammettere che questa formula episodica ci sta regalando dei momenti davvero interessanti, non tanto per la suddivisione delle singole parti, ma più che altro per l’intrigante parallelo fra la storia di Claire e quella di Barry, che ricordiamo essere sfalsata di sei mesi. Un approccio alla narrazione diverso dal solito, per una saga che in quanto a intrecci è diventata quasi peggio di Metal Gear Solid. Ma cosa è successo a questo giro? Beh, anzitutto abbiamo scoperto l’identità della misteriosa voce femminile nascosta dietro lo pseudonimo di Guardiana. È Alex… massì dai, avete capito, no? Va bene, lasciamo in po’ di suspense intorno al cognome, anche se ci sarebbe molto da dire in merito. Sappiamo che del bel donnino intravisto in qualche scena d’intermezzo non è rimasto un granché di umano: una mutazione ne ha deturpato il corpo in maniera piuttosto raccapricciante, sebbene non sembri curarsene un granché. C’è però qualcosa che la lega in maniera indissolubile alla piccola Natalia: un qualche esperimento è stato condotto sulla sfortunata bambina, il che probabilmente spiega i suoi particolari poteri. Sarà un’altra Alice, come la protagonista dei film di Resident Evil? Per ora possiamo solo fare supposizioni…

BUON SANGUE NON MENTE

Nel frattempo per Claire e Moira le cose si metteranno maluccio, tanto che si ritroveranno a nuotare dapprima in un mare di sangue in un mattatoio e quindi in un fiume di melma (per non dire altro) nelle fogne dell’isola. A proposito, leggendo uno dei tanti documenti sparsi in giro ne abbiamo dedotto il nome: trattasi di Zabytij, che sembra più un insieme di lettere pescate a caso che altro. In tutto questo è saltato nuovamente fuori il virus Uroboros, lo stesso che avevamo incontrato in Resident Evil 5, quello che riempie l’ospite di orrendi vermi neri ed è terribilmente allergico alle fiamme. Ricordatevelo, è un particolare che potrebbe salvarvi la vita.

[quotedx]In tutto questo è saltato nuovamente fuori il virus Uroboros[/quotedx]
Il terzo capitolo inoltre pone un maggiore accento sulla collaborazione, tanto che entrambe le coppie saranno costrette più che mai a unire le forze per riuscire a cavarsela. In particolare Claire e Moira dovranno affrontare una sezione a tempo, su percorsi differenti, cercando di fuggire da una struttura in fiamme a un passo dal saltare per aria. Barry invece dovrà aiutare Natalia a sbloccare alcuni portelloni, il tutto mentre frotte di morti viventi cercheranno di farla fuori. Piuttosto impegnativo in entrambi i casi, anche perché a complicare le cose si faranno vivi nuovi nemici, compreso un paio di disgustosi boss dalla notevole resistenza. Come se non bastasse, dopo una manciata di secondi alcuni infetti si rialzeranno sotto forma di enormi masse purulenti, pronte a esploderci in faccia (che schifo!) e a offuscarci completamente la vista. Perlomeno ora comprendiamo il senso di quelle garze detergenti che sembravano occupare inutilmente l’inventario.

È consigliabile anche esplorare accuratamente ogni ambiente, poiché alcune casse ben nascoste potrebbero riservare delle gradite sorprese, in particolare kit rari per l’upgrade delle armi, in grado di fare davvero la differenza. Per non parlare delle borse più capienti, che di certo male non fanno. In quanto a lunghezza, la campagna di Claire si è dimostra leggermente più complessa delle precedenti, per un totale di oltre un’ora e mezza di giocato, contro l’ora standard di Barry. Apprezzabile anche la varietà delle ambientazioni e delle situazioni: anche questo terzo episodio si è dimostrato piuttosto valido, introducendo qualche nuovo enigma ambientale, seppur mai eccessivamente complicato. Ne abbiamo trovato anche uno opzionale, legato a una sorta di cimitero sotterraneo, che ci ha poi dato accesso a una nuova arma. Ora però siamo davvero curiosi di vedere come si concluderanno le vicende del quartetto, sperando in una (inevitabile?) reunion sul finale…

Dove eravamo rimasti? Ah, già. Avevamo lasciato Barry in balia di un clamoroso colpo di scena, con la tenera Natalia portatrice di una ferale notizia e la certezza di un gap temporale di ben sei mesi rispetto a quanto vissuto da Claire e Moira. Molte le questioni aperte: che fine avranno mai fatto queste due e come faceva la bimbetta telepatica a conoscerle? Ebbene, in questo secondo episodio alcune di queste domande troveranno risposta, ma ovviamente altre questioni verranno a galla. Del resto mica siamo qua a scoppiare i bubboni ai mutanti.

MEDITAZIONE

Non fatevi ingannare dal titolo particolarmente rilassante, dato che ci sarà ben poco da stare sereni. Il duo femminile non farà in tempo a ritrovare qualche faccia amica, sotto forma di appartenenti all’organizzazione TerraSave, che immediatamente si ritroverà a fronteggiare la mutazione di uno di questi. Sì, perché verrà fuori che sono stati tutti infettati con un nuovo virus, il T-Phobos, ennesima variante dell’agente virale utilizzato a più riprese nella saga. Come è facile intuire dal nome, questa volta la mutazione dei soggetti è legata al loro stato d’animo: nel momento in cui sentimenti di panico e paura prendono il sopravvento, l’infetto è destinato a trasformarsi in un essere disgustoso, purulento e generalmente quasi inarrestabile.

Dovremo quindi far buon uso delle nuove armi che troveremo in giro, in particolare la mitraglietta uzi e il fucile a pompa, quest’ultimo meno potente rispetto a quello da caccia recuperato in precedenza, ma in compenso dotato di un caricatore più esteso. Ricordiamo che è possibile migliorare le armi con dei “customization gear kit” la cui traduzione in italiano lascia un po’ il tempo che trova (custodia parti… va beh). Si tratta a tutti gli effetti di perk in grado di estendere la capienza del caricatore, di rendere la ricarica più veloce, i colpi più potenti e via discorrendo. Non di rado li troviamo nascosti in particolari contenitori, alcuni apribili solo da Moira altri solo da Natalia, seppur passando sempre attraverso il medesimo minigioco. Nulla di particolarmente complesso, in media lo si risolve con non più di due o tre tentativi.

QUI UNA VOLTA ERA TUTTA CAMPAGNA

Nel frattempo l’episodio di Barry rimane incentrato sulla ricerca della figlia. A dirla tutta ci è parsa un po’ piatta questa seconda parte e forse la colpa è anche delle ambientazioni brutalmente riciclate, seppur con qualche modifica qua e là. A questo proposito, abbiamo scorto nei suggerimenti propinati in sede di caricamento un riferimento alle conseguenze delle azioni di Claire, in grado di influenzare l’avventura di Barry. In pratica se nella prima parte facciamo fuori determinati mostri, nella seconda non li dovremmo incontrare. Che sia così o meno è difficile dirlo, ma lasciamo a Capcom il beneficio del dubbio.
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PC E CO-OP, UN BRUTTO PASTICCIO

L’uscita della versione PC di Revelations 2 ha portato con sé un notevole strascico di polemiche. Il gioco infatti avrebbe dovuto prevedere il supporto al co-op offline per la campagna principale, esattamente come per le versioni console. Su Steam del resto non c’era nulla che facesse intendere il contrario, ma a conti fatti tale modalità non è presente e non si sa bene se lo sarà mai. Capcom al momento ha proposto il rimborso integrale per chiunque non fosse soddisfatto del prodotto e nel contempo ha dichiarato di essere al lavoro su una soluzione alternativa (quale, non è dato sapere). In tutto questo è saltata fuori una mod che attiva il co-op in split screen, a dimostrazione che volere è potere… [/box_articoli]
Sappiate che a questo giro dovremo sfruttare le abilità di Natalia con maggiore solerzia, dato che faranno la loro comparsa dei raccapriccianti insettoni invisibili, che la bambinetta potrà individuare per noi. Ancora una volta il passaggio da un personaggio all’altro si rivelerà fondamentale, con l’IA che continua a comportarsi piuttosto egregiamente. Peccato comunque per l’assenza di un co-op online, che riserva a un anacronistico split-screen (fra l’altro assente su PC, come vi raccontiamo nell’apposito box) l’unica possibilità per condividere l’esperienza di gioco con un amico.

In questo secondo capitolo abbiamo poi iniziato ad apprezzare maggiormente i vari upgrade acquistabili fra un episodio e l’altro. In una sezione detta Abilità è infatti possibile spendere la moneta del gioco, detta PB, per migliorare numerose caratteristiche dei quattro personaggi. Molte di queste hanno fino a tre gradi di potenziamento, per un totale di sette rami di sviluppo. Sinceramente si ha un po’ la sensazione che questa sezione sia stata buttata lì, senza troppa convinzione, con incrementi il più delle volte poco significativi e dall’utilità assai dubbia. Comunque sia, anche a questo giro il “cliffhangerone” finale c’è ed è tutt’altro che trascurabile, specie se siete dei fan di vecchia data di Resident Evil.

Avete giocato il remake del primo Resident Evil? Avete fatto un bel ripassone con il capostipite del genere survival horror? Beh, ce lo auguriamo proprio, dato che i due protagonisti di questo nuovo capitolo della saga si portano dietro dei cognomi abbastanza ingombranti. Da una parte abbiamo Claire Redfield, sorella dell’ormai leggendario Chris, la cui prima apparizione risale ai fattacci di Resident Evil 2 in quel di Raccoon City; dall’altra invece troviamo nientemeno che Barry Burton, un personaggio fino a oggi lasciato un po’ in disparte da Capcom, nonostante il suo preponderante ruolo agli esordi della serie. Personaggi che hanno radici ben piantate nel complesso (fin troppo) tessuto narrativo che via via si è venuto a creare release dopo release. In particolare Resident Evil Revelations 2 si pone a livello di trama fra il quinto e il sesto gioco, tanto che fin dai primi momenti non mancano riferimenti alla Tricell, la compagnia responsabile della creazione della terribile Plaga che tanti grattacapi ci ha dato in quel di Kijuju.

COLONIA PENALE

Per Resident Evil Revelations 2 Capcom ha deciso di seguire una strategia di vendita piuttosto inusuale per questa tipologia di giochi. Prima di proporre un unico pacchetto scaricabile o acquistabile in forma fisica, ha optato per una distribuzione episodica, separando i quattro capitoli previsti in altrettante uscite settimanali. Solo dal 20 marzo sarà infatti possibile comprare il pack completo, che includerà fra l’altro una serie di contenuti aggiuntivi sotto forma di costumi, personaggi e mappe per la modalità Raid.
[quotesx]non occorrerà attendere mesi e mesi prima di arrivare alla conclusione[/quotesx]
Di positivo c’è che in questo modo è possibile giocarsi un singolo capitolo e quindi decidere se vale la pena acquistare gli altri o meno. Inoltre, a differenza di altre produzioni come le ben note avventure di Telltale, non occorrerà attendere mesi e mesi prima di arrivare alla conclusione. Insomma, apparentemente c’è solo da guadagnarci da una scelta del genere; chissà però come reagirà il pubblico e se, effettivamente, ci sarà un riscontro positivo in termini di vendite. A nostro avviso si tratta quasi di un azzardo, dato che gli action adventure non si prestano moltissimo a questo smembramento, anche perché Revelations 2 è un gioco estremamente lineare. Non sono previsti bivi nella trama e/o scelte multiple, quindi arrivati al video che illustra “cosa succederà nella prossima puntata”, si rimane un po’ spaesati, anche perché bastano poco più di due ore per completare le sequenze di Claire e Barry.

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RAID LI AMMAZZA STECCHITI

Visto l’enorme successo della modalità Raid in Revelations, non poteva certo mancare un equivalente nel seguito. Per chi ne fosse completamente all’oscuro, si tratta una serie di ambientazioni dove il proprio personaggio dovrà affrontare numerosi nemici, il cui livello di forza e resistenza aumenterà con l’avanzare delle missioni. Ce ne sono a dozzine, con numerose varianti, abbastanza da impegnare anche il giocatore più scafato per settimane; ovviamente, la componente di crescita è quella che spinge ad andare avanti, dato che comprende tutta una serie di variabili, comprese abilità passive, attive, armi sempre più potenti (e ulteriormente migliorabili) e numerose diversificazioni legate al combattente selezionato. La quantità di contenuti sbloccabili è enorme e la sfida non manca proprio. Insomma… un bel plus per la longevità.[/box_articoli]

Questo non significa che Revelations 2 sia un gioco breve, anche perché se lo standard si manterrà identico per le prossime uscite, ci troveremo fra le mani un titolo che oscillerà fra le 8 e le 10 ore in totale, il tutto per circa 25 euro, un prezzo accettabilissimo. Ciò detto, vediamo un po’ di capire cosa ci attende sulla misteriosa isola dove Claire Redfield e Moira Burton si ritrovano, pronti via, imprigionate. Una sorta di istituto penitenziario super segreto, dove evidentemente venivano condotti terrificanti esperimenti virali su inermi esseri umani. Quale sia il motivo che abbia spinto qualcuno a rapirci e rinchiuderci in un luogo tanto ameno è praticamente impossibile capirlo, almeno in questa prima parte. Tutto quello che sappiamo è che ci ritroviamo al polso degli strani braccialetti che reagiscono ai nostri stati d’animo, mentre un’inquietante voce femminile di tanto in tanto si fa sentire, quasi fosse una sorta di grande fratello. Costei ci osserva dalle sue telecamere a circuito chiuso, trattandoci come topi in un infernale labirinto. In una situazione del genere va da sé che dovremo cavarcela con le poche armi che recupereremo in loco, contando su un numero a dir poco esiguo di proiettili.

Non a caso fra i movimenti base di Revelations 2 ritroviamo la schivata, da padroneggiare quanto prima, poiché i nemici hanno la brutta abitudine di saltarci addosso e sono in grado di farci un male cane con un singolo colpo. A questo proposito, i veterani saranno felici di sapere che il ripristino dell’energia è affidato alle immancabili piantine verdi (e rosse). Un richiamo al passato che trasuda in diversi aspetti del gameplay: la formula è fin troppo rodata e ci vede destreggiarci fra numerosi corridoi alla ricerca della chiave giusta per aprire la relativa porta, affrontando nel contempo gli orrori mutanti che dilagano per tutto il complesso. Pochi e molto semplici i puzzle ambientali visti fino a ora, tanto che difficilmente rappresenteranno un problema per la maggior parte dei giocatori. Insomma, pare difficile trovare qualcosa di particolarmente innovativo, soprattutto nei confronti del primo Revelations.

L’UNIONE FA LA FORZA

Il co-op, elemento ormai entrato a forza nella saga di Resident Evil, trova nuova linfa in Resident Evil Revelations 2. Scomparso lo scanner Genesis, sarà il nostro partner ad aiutarci a scovare alcuni oggetti nascosti nel fondale. Sia la sboccata Moira che la piccola Natalia Korda condividono la facoltà di individuare proiettili e cristalli preziosi, che ai loro occhi appaiono come elementi brillanti.[quotedx]Al momento non è possibile giocare in co-op online con un amico[/quotedx]Purtroppo le due coprotagoniste non sono proprio delle combattenti nate, ma possono comunque difendersi in qualche modo: Moira può accecare i nemici con la torcia elettrica e colpirli con un piede di porco, mentre Natalia riesce addirittura a percepire i movimenti delle creature anche attraverso i muri, permettendo a Barry di applicare persino qualche tecnica di uccisione stealth. La bambina inoltre, data la sua corporatura minuta, può infilarsi in passaggi molto stretti, generalmente per aprire un passaggio per il buon Burton. Al momento non è possibile giocare in co-op online con un amico, ma solo in locale: in molti casi quindi tocca affidarsi all’IA, che tutto sommato si comporta abbastanza bene.

L’esordio di Revelations 2 non sembra insomma nulla di particolarmente rivoluzionario, ma dobbiamo ammettere che il cliffhanger finale ci ha lasciati abbastanza elettrizzati, facendo sembrare il tutto meno scontato del previsto. Capcom sembra voler giocare su territori sicuri, cercando una via di mezzo fra action e survival, ma solo con i prossimi capitoli potremo davvero comprendere la complessità del disegno generale. Sempre che ve ne sia uno, chiaro.