Assassin’s Creed: Rogue PC – Recensione

Assassin's Creed

Dopo aver amato e odiato (o esserci rimasti incastrati, direbbero alcuni) i tetti di Parigi, per gli irriducibili fan della saga del Credo è tempo di tornare a solcare il mare, sfidare il freddissimo Atlantico del Nord e vivere i dubbi esistenziali di Patrick Shay Cormac, protagonista di Assassin’s Creed: Rogue, episodio conclusivo della saga americana del titolo Ubisoft, uscito già in autunno solo per console old gen e sviluppato per la prima volta dal team residente a Sofia.

REVIVAL A STELLE E STRISCE

Per chi si fosse perso la recensione della versione console (nel caso, la trovate qui), ecco un rapido recap: siamo di fronte a una vera e propria iterazione delle meccaniche di Assassin’s Creed III e Black Flag, per un mix di elementi della saga americana che danno vita a una campagna che sembra una sorta di “best of” dei due precedenti capitoli in termini di dinamiche di gioco, ma che purtroppo si rivela un po’ poverina dal punto di vista dei contenuti.

[quotedx]la conversione è stata eseguita con la dovuta cura[/quotedx]I problemi principali sono due. Il primo è la piattezza estrema del personaggio. Shay sarebbe dovuto essere un tormentato assassino che, deluso dal Credo, si rifugia sotto l’egida templare, ma a conti fatti sembra più una pedina vittima degli eventi e inspiegabilmente al centro di una vicenda molto più grande di lui. La mancanza di carisma del protagonista porta al secondo problema evidente: la storyline principale fatica a prendere quota e ci consegna uno scenario in eterna attesa del nostro passaggio. Il mondo in Rogue è un bel diorama senza molta anima, con una diluizione estrema delle cose da fare e una sensazione di finzione mascherata in malo modo. Certo, prese singolarmente le dinamiche di gioco effettive sono come al solito piacevoli, a patto di entrare di nuovo nell’ottica delle meccaniche classiche della saga, che rispetto alle poche ma decisive novità introdotte da Unity sembrano improvvisamente mostrare il segno dell’età. A salvare il gioco dall’anonimato, però, ci pensa il comparto navale, grazie all’introduzione di nuove armi, a una benvenutissima cattiveria delle imbarcazioni nemiche, a un campo di battaglia che offre nuove insidie e possibilità tra gli infimi ghiacci e alla possibilità di andare alla ricerca di tesori nascosti. L’aspetto avventuroso ripropone esattamente le entusiasmanti sensazioni di Black Flag e le colora di tinte più fosche e dalle tonalità più fredde, fra aurore boreali e caccia alle balene, regalando qualche momento esaltante di spessore e qualche istante di genuina meraviglia. Soprattutto grazie alla resa tecnica che il titolo ha su PC.

assassin's creed: rogue

CIELI TERSI E ACQUE LIMPIDE

Ovviamente, da un titolo pensato per la passata generazione di console non ci si poteva aspettare miracoli, o una total conversion che lo rendesse anche solo lontanamente simile a Unity, ma il lavoro fatto da Ubisoft Sofia è sicuramente pregevole. Assassin’s Creed: Rogue su PC si muove in maniera fluida e convincente a 1080p e 60fps con tutti i filtri attivati anche su configurazioni non all’ultimo grido, ed esteticamente è di sicuro molto più bello della versione console. Non siamo ai livelli di Black Flag per PC, ma solo perché il mondo non è così vivido e dettagliato come nell’episodio piratesco. I freddi mari del Nord, però, hanno guadagnato moltissimo in termini di resa volumetrica, trasparenze e riflessi. Lo stesso si può dire della vividezza cromatica, con una palette che guadagna corpo e brillantezza, e dona al mondo di Rogue una profondità del tutto nuova. Certo, restano i problemi già visti sulla versione console, con texture non sempre convincenti, qualche bug grafico qui e lì, animazioni che ricordano molto più Assassin’s Creed III che non Black Flag e una generale sciattezza nella costruzione degli ambienti, che più che per qualità, a volte difettano per stile. Queste mancanze, paradossalmente, si vedono ancora di più su PC, dato che al primo colpo d’occhio l’aspetto visivo è decisamente più pulito e affascinante.

Insomma, la conversione per PC di Assassin’s Creed: Rogue è un compitino eseguito con cura e che migliora l’aspetto più superficiale di un titolo pieno di luci e ombre, ma che ovviamente non può andarne a integrare una sostanza a volte un po’ inconsistente. Ai fan della serie piacerà perché chiude il cerchio sulla saga americana, si solcano le amate acque oceaniche e nelle sessioni negli uffici Abstergo si fa luce su alcuni aspetti inediti della trama; per tutti gli altri, invece, rappresenta un capitolo abbastanza dimenticabile dell’epopea di Ubisoft.