Kirby e il Pennello Arcobaleno – Recensione

kirby e il pennello arcobaleno

Fate un esperimento: andate in giro per strada e chiedete a un po’ di persone, per lo più giovani, quale personaggio di Nintendo viene loro in mente, escludendo a priori i troppo facili Mario e Luigi. Non serve un genio per immaginare una selva di Donkey Kong, qualche Link sparso a caso (e molti potrebbero rispondere Zelda, avendo sempre e comunque in mente “il tizio col cappuccio verde”) o, con un po’ di sforzo, un paio di Bowser buttati lì nel mucchio. Eppure, il bestiario della casa di Kyoto è composto da tanti personaggi, alcuni dei quali meriterebbero un’esposizione mediatica ben superiore a quella loro solitamente concessa. Uno di questi è sicuramente Kirby, la puffosissima palletta rosa capace di inghiottire i nemici e assorbirne le proprietà, protagonista di un sacco di videogiochi per lo più riusciti, di cui il qui presente Kirby e il Pennello Arcobaleno è l’ultimo, eccezionale esponente.
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PALLA DI LARDO? MACCHÉ!

Tutti quelli di voi che una decina d’anni or sono hanno avuto modo di mettere le mani su Kirby e l’Oscuro Disegno per l’allora neonato Nintendo DS, beh… possono già farsi un’idea sommaria su come funzionino le cose in Kirby e il Pennello Arcobaleno. A ogni modo, prima di proseguire date un’occhiata al vecchiotto ma esplicativo jappo-video che vi riporto qui sopra, che descrive meglio di mille parole quali siano le basi del gameplay. In sostanza, il giocatore non ha il controllo diretto di Kirby, ma può condurlo in giro per gli stage disegnando con lo Stilo un percorso colorato, non infinitamente lungo e, anzi, che deve tenere conto della quantità d’inchiostro rimasta a disposizione (e che comunque si ricarica velocemente, subito dopo l’uso). Va da sè che un’impostazione del genere costringe a tenere gli occhi ben fissi sul GamePad, relegando la televisione a semplice monitor di supporto per la gestione dei menu o come schermo clone, a uso e consumo degli altri giocatori nel caso ci si voglia cimentare col simpatico multiplayer, del quale vi scriverò alla fine.

Le pennellate rappresentano una sorta di tapis roulant magnetico sul quale il nostro Kirby viene trasportato. Le possibilità, a livello di gameplay, sono sulla carta parecchie, e va dato merito ai ragazzi di Hal Laboratory di aver sfruttato la cosa al meglio. Ogni stage è una piccola perla di level design, dove occorre esplorare in tutte e quattro direzioni e dove ogni problema può essere risolto in differenti modi, anche se ce n’è sempre uno più elegante ed efficace degli altri.

kirby e il pennello arcobalenoI livelli sono popolati, tra le varie cose, da parecchie stelline. Queste vanno raccolte in modo che, raggiunto il centinaio, Kirby possa trasformarsi temporaneamente in una sorta di super palla rosa, capace di viaggiare rapidamente per lo scenario senza l’ausilio del pennello e di distruggerne alcuni elementi, così da aprire l’accesso a zone altrimenti inaccessibili. Allo stesso modo, un tap su Kirby, in condizioni normali, concede al nostro eroe di percorrere un breve tratto in velocità, abbattendo gli impedimenti più piccoli (una sorta di micro Spin Dash à la Sonic, per intenderci). Non manca poi una selezione di power-up, gingilli che trasformano Kirby in svariate cose, come ad esempio un piccolo carro armato capace di sparare vari tipi di proiettili o addirittura un sottomarino dotato di lanciamissili, divertente (e bello impegnativo) da utilizzare nei livelli subaquei.

SPASSO DI PLASTILINA

Kirby e il Pennello Arcobaleno è un titolo spassosissimo, capace di tenere incollati al GamePad per parecchio tempo. Esplorare a fondo tutti i livelli – per far nostri i segreti ivi nascosti – non è cosa per gente impaziente; fortunatamente, l’assenza di un countdown (tipico invece di altri titoli Nintendo) concede tutto l’agio del mondo anche al videogiocatore meno abile col pennello in mano. La cura realizzativa, dal punto di vista del level design, è davvero impressionante, tanto che alcune soluzioni hanno stupito perfino un vecchio burberone come il sottoscritto, che ormai si credeva assuefatto a certe idee. A dirla tutta, prima di mettere le mani sul gioco avevo visto in Kirby e il Pennello Arcobaleno una sorta di segiuto diretto del già citato Kirby e l’Oscuro Disegno; invece, il nuovo titolo di Hal Laboratory ha sì ripreso quello spunto, ma l’ha declinato in modo moderno e, a tratti, perfino innovativo.

[quotedx]La cura realizzativa, dal punto di vista del level design, è davvero impressionante[/quotedx]Purtroppo, però, non è tutto oro quello che luccica, e anche Kirby e il Pennello Arcobaleno, nonostante le apparenze, ha alcuni scheletri nascosti nell’armadio, pronti a emergere in particolare nelle fasi avanzate. Il difetto più grosso risiede proprio nella sua caratteristica principale, ovvero nel sistema di controllo legato indissolubilmente alla sola accoppiata Stilo + touch screen. Gli occhi del giocatore, come detto, devono necessariamente restare incollati al GamePad, che ha uno schermo da 6,2″ e una risoluzione di 854×480: troppo poco perché si riesca a essere efficaci quando occorre unire velocità d’esecuzione alla precisione, se si considera che parte della visuale viene oltretutto occupata dalla mano che regge lo Stilo. Kirby e il Pennello Arcobaleno, insomma, si giocherebbe molto meglio su un tablet dalle dimensioni generose (diciamo dai 10″ in su), tanto più che lo schermo del GamePad ha anche lo svantaggio di sminuire non poco l’eccellente vena artistica dei grafici di Hal Laboratory, i quali hanno creato un mondo di plastilina colorata talmente credibile da sembrare vero, ma solo guardando il gioco in televisione.

kirby e il pennello arcobaleno

EXTRA DI LUSSO

Non si può dire che Kirby e il Pennello Arcobaleno sia un titolo privo di stimoli per chi ama mettere le mani su extra di ogni tipo. I collezionabili sparsi in giro per gli stage si sprecano copiosi, tanto che esiste un menu apposito per contemplarli in tutta la loro bellezza, poco importa che si tratti di uno dei numerosi brani che compongono la OST o di una statuina di plastilina che raffiguri un personaggio celebre. La presenza del lettore NFC sul GamePad, poi, permette di utilizzare una volta al giorno gli Amiibo di Kirby, Meta Knight e King Dedede per godere di bonus aggiuntivi all’inizio di un livello, come ad esempio quello che concede alla palla rosa di essere sempre gigante, senza dover raccogliere le 100 stelline normalmente necessarie allo scopo. Non mancano nemmeno alcune Sfide extra, incarnate in mini-livelli a tempo capaci di mettere a dura prova anche le abilità del pittore più esperto.

Da non sottovalutare il multiplayer, che avevo inizialmente relegato a semplice aggiuntina “giusto per”, e che invece si è rivelato assai godibile. In sostanza, tre compagni nei panni di altrettanti Waddle Dee (usando i Wiimote o i Wii U Pro Controller) possono unirsi a Kirby, sfruttando le pennellate per muoversi attraverso gli stage. In questo caso, i giocatori controllano direttamente i personaggi e possono perfino arrogarsi il diritto di prendere Kirby in braccio e portarselo in giro; all’occorrenza, è perfino possibile lanciare la palla rosa di qua e di là, in un balletto collaborativo capace di accendere qualche risata e di elevare al massimo lo spirito cooperativo in una famiglia (o almeno, così è successo nella mia).