State of Decay Year-One Survival Edition – Recensione

state of decay

Terminata la quinta Stagione di The Walking Dead sentite ancora il forte impulso di aver a che fare con zombie e scenari post-apocalittici? Vi capisco, così come capisco che il mercato dei videogiochi a tema è ormai saturo di morti che camminano e sopravvissuti che restano attaccati alla vita con le unghie e con i denti. State of Decay, uscito un paio di anni fa su Xbox 360 e qualche mese dopo su PC, ha avuto il pregio di proporre un approccio differente, mettendo sul piatto una struttura tipicamente da sandbox, con parecchi elementi da RPG (nello sviluppo dei protagonisti) e perfino da gestionale puro. Una delle cose più interessanti di State of Decay è la mortalità dei personaggi: una volta che qualcuno dei sopravvissuti ci lascia le penne non si può più contare sui suoi servigi. Allo stesso modo, il titolo di Undead Labs punta tutte le sue fiches sul concetto di comunità, mettendo nelle mani del giocatore tutta una serie di strumenti per organizzare e difendere la casa base, con tutto ciò che comporta tale responsabilità, dalla raccolta delle risorse alla gestione delle priorità. Al di là di questo, State of Decay non va sottovalutato anche dal punto di vista action, giacché spesso tocca menare le mani e fare mattanza di zombie al momento di esplorare il territorio, a prescindere che lo si faccia per andare a caccia di cibo, per trovare nuovi sopravvissuti coi quali allargare la comunità o – più semplicemente – per completare le missioni della storia.

Tutto questo lungo preambolo serve non solo a fare un piccolo riassunto sui contenuti di State of Decay, ma anche a introdurre questa Year-One Survival Edition, che fa capolino su Xbox One e che rappresenta una ghiotta occasione per tutti i possessori della console di Microsoft che non hanno mai potuto (o voluto) mettere le mani sulle controparti PC e Xbox 360 già pubblicate nel recente passato.

State of Decay art

RICK GRIMES, FATTI DA PARTE!

Cominciamo con l’elencare i contenuti della State of Decay Year-One Survival Edition, la quale non si limita a proporre il il titolo base, ma aggiunge al pacchetto un buon numero di sfiziosità assortite. Tra tutto, spiccano i due DLC Breakdown e Lifeline, già pubblicati all’epoca che aggiungono parecchia brace sul fuoco, tanto che la somma delle due esperienze non dico sia paragonabile a quella della campagna principale, ma quasi. Al consueto giro di nuovi mezzi e armi inedite si aggiunge poi una nuova tipologia di missione, laddove ci viene richiesto di andare al recupero di alcune casse di sopravvivenza, protette da orde furibonde di zombie nelle vicinanze.

[quotedx]il titolo di Undead Labs punta tutte le sue fiches sul concetto di comunità[/quotedx]La State of Decay Year-One Survival Edition, peraltro, contempla l’eventuale import del salvataggio della versione Xbox 360, così da consentire ai vecchi giocatori di proseguire l’avventura anche su Xbox One. Per invogliare all’acquisto i ragazzi di Undead Labs hanno pensato non solo a uno sconto del 33% sul prezzo base (entro il 30 giugno 2015… ocio!), ma anche a un personaggio inedito da aggiungere al party: Gurubani Kaur, questo il suo nome, sarà per lo più accompagnata da un’inseparabile spada indiana, arma perfetta per decapitare zombie in tutta scioltezza, come la Michonne di The Walking Dead insegna. Naturalmente, nulla vieta alla fanciulla di sfruttare anche tutto il resto dell’armamentario che State of Decay mette copiosamente a sua disposizione, che sia chiaro.

STATE OF DECAY: UN GIOCO BIANCO, UN GIOCO NERO

Al di là della quantità, la Year-One Survival Edition tenta di superare la vecchia produzione anche dal punto di vista della qualità. La prima cosa che salta all’orecchio sono i 30 minuti di musica inedita, le cui note provengono dalla fantasia artistica di Jesper Kyd, compositore celebre soprattutto per aver lavorato alla serie Assassin’s Creed. C’è da dire che già le tracce della versione base di State of Decay erano assai piacevoli, ma quelle nuove sono assolutamente magnifiche, tanto che a tratti mi sono trovato di fronte ad atmosfere à la The Last of Us per solo merito della colonna sonora che girava in sottofondo.

state of decay[quotesx]la Year-One Survival Edition non rende giustizia alle capacità tecniche di Xbox One[/quotesx]Se nel caso della OST è quindi festa grande, altrettanto non si può dire del comparto grafico, che ci catapulta una generazione indietro, proprio come aveva fatto State of Decay un paio di anni fa. Se il titolo base sembrava poco più di un gioco della prima Xbox, questa Year-One Survival Edition non rende giustizia alle capacità tecniche di Xbox One, pur mostrando migliorie evidenti rispetto al prodotto originale (non che ci volesse poi molto, neh…). Diciamo che è stato fatto un discreto lavoro sulle texture, ma che permangono alcuni problemi importanti, come un bad clipping evidente, compenetrazioni poligonali continue e cali evidenti nel frame rate quando ci si muove a bordo dei numerosi veicoli presenti nel gioco.

Inoltre, ho sperato fino all’ultimo che Undead Labs correggesse un difetto di gameplay abbastanza fastidioso di State of Decay, visto che nel titolo base non era possibile in alcun modo passarsi gli oggetti tra personaggi, se non tornando a una delle basi e utilizzando il deposito come intermediario. Purtroppo, la mia speranza è stata fallace… e sì che si tratta di una delle feature richieste a gran voce dalla community di giocatori, nonché di una scelta di design più che logica per come è impostato State of Decay. Peccato davvero.