“La conoscenza non è potere, è solamente potenziale. Applicare quella conoscenza è potere. Capire perché e dove applicare quella conoscenza è saggezza” – Takeda Shingen
“In ogni guerra gli eroi sono da tutte e due le parti” – Hero (2004)
“Un eroe non è più coraggioso di una persona comune, ma è coraggioso cinque minuti più a lungo” – Ralph Waldo Emerson
L’estate è arrivata anche per i videogiocatori, portandosi dietro tutto il suo carico di aspetti positivi e negativi, compreso un nuovo capitolo di Games Villains. I suggerimenti per sopravvivere alla lettura e gli allegati di questa puntata della rubrica che affronta a viso aperto i cattivi dei videogiochi comprendono: un manuale di costruzione per un esoscheletro in scala 1:1 in grado di lanciare testate nucleari per allietare i pomeriggi al mare senza console portatili, un’interessante ricetta per una tartare di serpente tropicale e una scorta annuale di fazzoletti.
Le motivazioni di queste innovative aggiunte vi saranno chiare tra poco, oppure, considerando che molti di voi avranno ovviamente letto il titolo di questo articolo, vi sarete già fatti un’idea piuttosto definita. L’estate è un periodo di decisioni, scelte di cui è colma anche l’analisi di questo mese. Iniziamo con il chiarire come mai io abbia iniziato con tre citazioni tematiche.
Quest’ultime vogliono essere una sorta di volo panoramico su un’opera che è riuscita nelle sue varie sfaccettature a coniugare dei concetti estremamente orientali, come la visione del videogioco di Hideo Kojima, con lo spionaggio ed eroi dalla forte impronta americana. Senza perdere altro tempo, addentriamoci nell’assegnazione dei premi per i migliori villain di Metal Gear Solid, i quali, sotto lo sguardo benevolo del santo Kojima, hanno cambiato per sempre la concezione di cattivo e, soprattutto, di antieroe.
Premio – Il modello della perfezione – Naked Snake – Metal Gear Solid

Naked Snake a.k.a. Big Boss a.k.a. la chiave di volta su cui si regge l’interezza della meravigliosa impalcatura dell’opera di Kojima. Non è stato chiamato con il nome con cui è passato alla storia perché di Boss, nella memoria dei videogiocatori di questa serie, ce n’è stato e ce ne sarà sempre e soltanto uno, anzi meglio dire una (perdonatemi il momento di commozione).
Naked Snake è la perfezione, il soldato perfetto, sia nella narrativa della saga che nella metanarrazione offerta in pasto ai giocatori. Big Boss non è un cattivo, non è neanche un buono, un antieroe e nemmeno una delle altre migliaia di figure dello storytelling moderno.
Hanno provato a clonarlo con il progetto Les Enfants Terribles, a resuscitarlo, a copiare la sua carta d’identità, a fargli una foto da lontano sperando che in qualche modo si animasse, ma lui resterà nella memoria di tutti come il mangiatore di serpenti per eccellenza, perché è un fatto assodato che i pipistrelli sono per i rocker debolucci e non per i veri soldati. Il primo premio di questa nuova classifica mensile va di diritto al Serpente Nudo e Solid Snake può solamente restare a guardare a bordo palco, perché i buoni non entreranno mai in queste righe.
Premio – L’infallibile leggenda geriatrica – The End – Metal Gear Solid 3: Snake Eater

Tra la mastodontica mole di insegnamenti che i giochi di Kojima ci hanno propinato nel corso della loro esistenza, una delle lezioni più importanti è sicuramente: temi i dannati vecchietti. Molti dei villain della serie, come vedremo, sono abbastanza vecchi da poter teoricamente competere solamente nel lancio della dentiera in una clinica geriatrica, eppure in questa ambientazione potrebbero eliminare un’intero squadrone di Navy Seals con una graffetta e una fionda giocattolo.
Infatti, The End, membro dell’elite militare Cobra, è un arzillo ottuagenario con una mira infallibile e carica di un risentimento tale che anche il suo leggendario pappagallo ripete solamente improperi. Prima dello scontro in Snake Eater con Naked Snake, la leggenda vuole che gli abbia proposto un duello a base d’insulti e lamentele degne di Guybrush Threepwood. Tuttavia, Big Boss ha deciso di optare per il canonico scontro tra cecchini, sottovalutando l’attitudine della cariatide per l’attesa. Prima che il Father of Sniping muoia anche su questo palco virtuale gli consegniamo il meritatissimo premio alla carriera.
Premio – Il vero cattivo è colei che spezza il cuore del videogiocatore – The Boss – Metal Gear Solid

Questa breve analisi si potrebbe concludere con quattro semplici parole: lei è The Boss. Non serve altro per definire uno dei personaggi maggiormente carismatici dell’intera serie, dotata di una profondità morale tale che la sua “Legacy”, ovvero la sua eredità spirituale, permea tutta l’opera del geniale autore nipponico.
Conosciuta anche come The Joy, Mercury Lady e Voyevoda, The Boss è la morte che aleggia sul campo di battaglia, è la guerra che nutre i suoi eroi su entrambi i fronti. Per continuare la battaglia rinuncia ad un figlio, che i pettegoli dell’ambientazione sostengono sia Revolver Ocelot, e per continuare la battaglia addestra Solid Snake, il quale sarà sempre il terzo in classifica in tutto.
Voyevoda continua la battaglia per evitare la guerra tra le due grandi super potenze della Guerra Fredda e sigilla questo patto con la sua stessa vita. La poetica di Kojima esalta questo personaggio che merita di diritto il premio per aver segnato così in profondità la nostra memoria di videogiocatori.
Games Villains Awards – Terzo Posto – Psycho Mantis – Metal Gear Solid

Un vero cattivo riesce a fornire una sfida al protagonista, a farlo danzare tra il disgusto, la rabbia e la follia delle sue provocazioni più profonde. Parlando di personaggi che hanno segnato l’esperienza videoludica in generale e che hanno contribuito a rendere la serie di Metal Gear una delle pietre miliari della produzione videoludica, non si può non citare Psycho Mantis: il telepate di FOXHOUND.
Non credo che esista anche un solo giocatore che ai tempi abbia affrontato l’avventura di Shadow Moses, che non ricordi il terremoto concettuale dell’analisi della memoria della sua psicometria e lo spostamento obbligatorio dei pad. La giovane Mantide, fin dalla sua infanzia, si è dimostrata in grado di scatenare un inferno di fiamme sul povero malcapitato di turno, scegliendo però di terminare la sua vita per mano dell’onnipresente Solid Snake. Il telepate guadagna il terzo gradino del podio senza aver bisogno di usare i suoi poteri, dimostrandosi il più importante personaggio secondario che i giocatori ricordano, e non soltanto in questo videogioco.
Games Villains Awards – Secondo Posto – Liquid Snake – Metal Gear Solid

Solid Snake, Liquid Snake, Solidus Snake, Liquid Ocelot: detto in breve un paio di animali e una serie di stati della materia, di cui uno di dubbia esistenza. La base di partenza non è certamente una di quelle su cui si possa tirare fuori un villain senza troppa fatica, eppure è proprio in questa situazione che rifulge il genio di Kojima.
La vita di Eli, questo il vero nome di Liquid Snake, deve essere analizzata dalle vicende viste in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, dove, con poche battute e qualche comparsata, riesce ad irritare talmente tanto il videogiocatore da spingerlo a chiedere lui stesso l’affido per inculcare un pizzico di educazione nel biondino impertinente.
Il resto è la storia del perfetto villain, il quale purtroppo è destinato al fallimento. Liquid Snake rappresenta il perfetto esempio del dissociato megalomane con la sindrome da compensazione da Metal Gear che colpirà altri nomi illustri nel corso della saga. Il crimine per cui nessun amante della serie lo perdonerà mai è la decisione di far combattere Sniper Wolf, la quale meritava un’esistenza migliore come moglie dell’Otacon che risiede dentro ognuno di noi.
Menzione d’Onore – Vulcan Raven

Il primo disclaimer necessario per questo brevissimo intermezzo serve per ricordare a voi lettori che la mia opinione è assolutamente faziosa e di parte. Consolidata questa posizione, posso solo dire che non poteva non essere citato un gigantesco inuit, alto più di due metri e dieci, che per sconfiggere Solid Snake decide, prima, di testare le sue abilità prendendolo a cannonate da un tank per poi affrontarlo in una cella frigorifera armato di Vulcan.
Il non plus ultra della prepotenza, espressa in termini nipponici, ha un gigantesco corvo tatuato sulla fronte e poteri sciamanici casuali. Si tratta di un cattivo che ha qualcosa in più di quelli già proposti? Assolutamente no. Tuttavia, è un’enorme wrestler che imbraccia un minigun e parla di spiriti, qualora non le troviate motivazioni sufficienti vi consiglio di rileggere il disclaimer qui sopra.
Games Villains Awards – Primo Posto – Revolver Ocelot – Metal Gear Solid

Le torture e le sue numerose Colt Single Action Army sono il marchi di fabbrica di Liquid “Revolver” Ocelot, la vera mente criminale dietro l’intera serie e il degenere ipotetico figlio della compianta The Boss. Ocelot non è umano, iniziamo da questo punto di vista, perché nessun mortale ha abbastanza materia grigia da calcolare le traiettorie di rimbalzo dei suoi colpi e contemporaneamente sproloquiare nel corso del combattimento, riflettendo nel mentre sull’intricata rete d’inganni ordita nel corso della sua intera vita.
Il primo premio è meritato soprattutto per la geniale decisione di sottrarre a Solid Snake il piacere della sua vittoria, assumendo volontariamente il virus FOXDIE dopo aver dato inizio ad una nuova era. Ocelot riesce nell’impresa di arrivare a 70 anni sguazzando in un mondo fatto di intrighi internazionali, signori della guerra, ambigui soggetti con poteri straordinari e mecha giganti in grado di lanciare testate nucleari come se fossero coriandoli. Il signore della saga di Metal Gear, che si parli di cattivi o meno, è Liquid “Revolver” Ocelot.