Battlefield Bad Company 2: Vietnam – La Recensione

Ovvero quando un DLC multiplayer vale quanto un titolo intero. [Review]

I contenuti scaricabili dovrebbero essere tutti fatti come Bad Company 2: Vietnam. Non è un aggiunta fatta giusto perché si doveva, non è un trucchetto per spillare una decina di euro in più a chi ha già comprato un gioco, e non è nemmeno una stupida modalità che gli sviluppatori avrebbero potuto inserire direttamente nel disco. E il bello è che, a prima vista, potrebbe sembrare la classica “armatura per il cavallo” di Oblivion, la solita pigra compilation di mappe extra. Anche perché, in ultima analisi, Vietnam offre sostanzialmente quattro nuove mappe e una manciata di nuove armi, tutte adattate alla nuova ambientazione. Pigrizia? Furto? Scandalo? Tutt’altro. C’è più gameplay in queste quattro mappe che in interi FPS che si spacciano per titoli completi, e c’è più innovazione di quanta se ne veda in seguiti ufficiali e acclamati.

BENVENUTI ALL’INFERNO
Ok, lo sappiamo, il paragone Vietnam/Inferno è più abusato del binomio Bunga/Bunga, ma perdonateci. È quasi Natale, e Alias ci obbliga a scrivere articoli come un Grinch del mondo reale… ma soprattutto, è vero. Alias è il Grinch, e il Vietnam digitale di Bad Company 2 è un inferno, in tutti i sensi. Le mappe del gioco originale erano moderne, pulite, precise come orologi svizzeri, mentre quelle di Vietnam sono sporche, caotiche, pericolose. E badate, sono sporche nel migliore dei modi possibili: i level designer, da veri artisti del pixel, hanno fatto convivere caos ed equilibrio, dando vita a un’esperienza frenetica e violenta, ma anche seria e competitiva. E gli ingranaggi di questo inferno si muovono a gran velocità, infondendo alle partite un dinamismo invidiabile, che a tratti supera qualunque FPS online al momento sul mercato. Nessun luogo è sicuro, e la struttura dei passaggi obbliga a un costante lavoro di squadra, modificando radicalmente tutto quello che abbiamo imparato con l’originale Bad Company 2. Ci sono sezioni a collo di bottiglia che facilitano la difesa e favoriscono i massacri, e l’alternarsi di vari tipi di territorio toglie un po’ di importanza al combattimento dalla lunga distanza, riequilibrando le classi e rendendo più divertenti gli scontri ravvicinati.

SOLDATI FLAMBÉ
L’altro cambiamento è dato dalle armi che, come da copione, sono state adattate all’ambientazione e all’epoca del Vietnam (il defibrillatore, per esempio, lascia spazio a delle pratiche siringhe). Il vero protagonista della nuova lineup, però, è il lanciafiamme, tanto appagante quanto strategicamente importante. Come dicevamo poco fa, infatti, Vietnam dà più peso ai combattimenti ravvicinati, rendendo un’arma come il lanciafiamme una risorsa preziosa per qualunque unità d’attacco. Le armi, come in Bad Company 2, possono essere usate per distruggere parti del livello, anche se questa possibilità è parzialmente meno in primo piano rispetto all’originale. Ciò non toglie che i livelli siano entità mutevoli, e che come tali si prestino all’emergere di tante situazioni di giochi diverse.

Morale: se avete Bad Company 2 e vi piacciono gli sparatutto online, investite senza tema i vostri dobloni in questa espansione. Il rapporto qualità/prezzo è meglio di quello dei panettoni il 7 di gennaio. Accattatevillo.