1992: non un anno qualsiasi, per la storia contemporanea dell’Italia. Il caso giudiziario Mani Pulite esplode, travolgendo la Prima Repubblica in un vortice di manette, scandali, sensazionalismo e voglia di cambiare. Nel frattempo, mentre Antonio Di Pietro emerge come eroe nazional popolare del giustizialismo, tutto lo scenario politico italiano è in fermento, con l’ascesa della Lega Nord di Umberto Bossi e l’avvio dei piani che, dal nucleo aziendale di Fininvest e Publitalia, prepareranno la discesa in campo di Silvio Berlusconi e la nascita di Forza Italia. Questo lo scenario scelto da Stefano Accorsi per il suo 1992, una serie televisiva mandata in onda lo scorso anno da Sky Atlantic e disponibile in home video su un cofanetto a tre dischi.
Senza addentrarsi nella valutazione socio-politica (del resto la serie evita di schierarsi in maniera troppo evidente in un senso o nell’altro), va detto che questa 1992, una produzione allo stesso tempo furba (in fondo vende il marchio “Berlusconi”, che ormai è un po’ come la pizza o il mandolino, un brand italiano) e coraggiosa, riesce, nonostante diverse pecche, a essere interessante e a catturare l’attenzione dello spettatore, trascinato in una serie di eventi sospesi tra la cronaca (molti i personaggi reali) e la finzione. A livello qualitativo, non siamo ai livelli di Gomorra né, probabilmente, a quelli di Romanzo Criminale, ma è anche vero che il tema era nettamente più spinoso da adattare al format della serie tv. Gli interpreti spaziano dall’ottima performance di Antonio Gerardi, un Di Pietro veramente convincente, a quella piuttosto imbarazzante di Tea Falco, figlia dello spregiudicato imprenditore Mainaghi, caduto sotto l’inchiesta del pool di Milano.
Menzione a parte la meritano Miriam Leone, bellissima e seducente, protagonista di alcune scene davvero forti ma che risultano importanti ai fini della rappresentazione del suo personaggio, e il protagonista e ideatore della serie, Stefano Accorsi, che ha costruito il suo alter ego Leonardo Notte con artistica megalomania. Il personaggio di Accorsi è il classico antieroe deus ex machina, grande anche nella meschinità, e il modo di interpretarlo ne ingigantisce vizi e virtù, pregi e difetti. Personalmente, superata la forte antipatia iniziale, ho imparato ad amare Mezzanotte come figura ambigua e oscura, manipolatore al tempo stesso trascinato a sua volta dagli eventi… sarà interessante capire come evolverà nelle altre due stagioni della trilogia (1993 e 1994: ricordiamo che la serie si chiuderà con il trionfo elettorale di Forza Italia e la fine della Prima Repubblica).
L’edizione cofanetto della serie è curata e di buona fattura, anche se a livello di extra sarebbe stato bello trovare qualcosa di più, come ad esempio qualche documentario giornalistico serio e approfondito sui fatti narrati dalla serie. Invece troviamo contenuti piuttosto standard: uno speciale sulla serie da meno di mezz’ora (sa un po’ troppo di filmato promozionale, a dire il vero, ma risulta comunque interessante), due backstage brevissimi su location e costumi (peccato, perché sarebbero stati temi perfetti da approfondire con documentari di ben altro spessore), un altro micro speciale ma molto interessante sulla colonna sonora, che è uno dei punti di forza della serie (la musica di 1992 è azzeccatissima, ciò che più si ricorda di tutta la serie) e, infine, delle schede video lampo sui personaggi principali, ciascuna da circa due minuti e mezzo. Il totale è un’oretta scarsa di contenuti extra piacevoli ma che lasciano troppe curiosità inappagate nello spettatore appassionatosi della serie: un’occasione sprecata per confezionare un prodotto davvero definitivo da collezione. Resta il fatto che il materiale di base vale senza dubbio il prezzo del cofanetto: speriamo che Stefano Accorsi e la produzione siano in grado di mantenere il livello di questa prima stagione anche nelle successive, perché l’epopea italianissima di Mani Pulite merita senza dubbio di essere immortalata in una fiction di questo genere, almeno quanto i misfatti della banda della Magliana.