Alice Attraverso lo Specchio – Recensione

Quando Tim Burton annunciò di essere al lavoro sul primo Alice in Wonderland, uscito poi nel 2010, i sogni di molti divennero realtà. Purtroppo, però, il risultato finale non fu dei migliori, visto e considerato che la trasposizione live action del romanzo di Lewis Carroll risultò davvero troppo “pop” rispetto all’estetica gotica a cui ci aveva da sempre abituato il regista di Edward Scissorhands. Ad ogni modo, della pellicola originale si salvavano diverse sfaccettature e, nonostante non fu il successo commerciale che Disney sperava fosse, Alice in Wonderland ha dato luce verde al sequel delle avventure della giovane (neanche troppo, a dire il vero) Miss Kingsleigh. Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò è il romanzo ambientato sei mesi dopo le vicende del primo libro, così come questo sequel cinematografico si pone esattamente dopo le vicende viste nel primo capitolo. E si, Johnny Depp è ancora seduto al suo tavolo, aspettando l’ora del Tè nei panni del Cappellaio Matto.

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Alice Attraverso lo Specchio prende il via alla maniera dei Pirati dei Caraibi, con Alice (Mia Wasikowska) che negli ultimi tre anni è divenuta un coraggioso capitano di vascello, andando contro la società inglese che vorrebbe invece vederla seduta a un tavolo dell’alta borghesia, come una rispettabile signora altolocata qualsiasi. Alice, però, non è propriamente una ragazza “normale”: durante un ricevimento presso la residenza di Lord Ascot, ella scopre che il suo futuro e quello di sua madre sono stati messo in vendita. Sconvolta, la ragazza fugge in una stanza del maniero dove, all’improvviso, incontra il Brucaliffo (la cui voce in lingua originale è del compianto Alan Rickman), che la condurrà davanti ad uno specchio magico che altri non è che una porta per il Sottomondo. Ad attenderla nel folle universo, ancora una volta, il Bianconiglio, lo Stregatto, il Leprotto Marzolino, Pinco e Panco e la Regina Bianca. Stavolta, però, Alice ha un compito realmente delicato da portare a termine: il Cappellaio Matto è diventato “matto” sul serio, esiliandosi nella sua piccola magione, convinto che la sua famiglia (uccisa, pare, dal perfido Ciciarampa) non sia morta realmente. Sarà davvero così? Avrà così inizio una nuova, bizzarra avventura, attraverso le pieghe del tempo e della follia.

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[quotedx]Johnny Depp è ancora seduto al suo tavolo, aspettando l’ora del Tè nei panni del Cappellaio Matto [/quotedx]

Ancor più del primo film, Alice Attraverso lo Specchio si stacca completamente dalla storia originale del libro, permettendosi libertà creative come l’inclusione di personaggi assolutamente inediti come il Tempo, interpretato dal poliedrico Sasha Baron Cohen. Il suo personaggio non è infatti solo il custode della Cronosfera, una sfera metallica che regola lo scorrere del tempo, bensì un vero e proprio omaggio ad un certo tipo di recitazione teatrale che alterna momenti di grande comicità ad altri di inaspettata serietà, offrendo di fatto la migliore interpretazione presente nella pellicola (si,  molto migliore anche del “solito” Cappellaio Johnny). Per il resto, il film di James Bobin è un onesto e divertente lungometraggio di intrattenimento, in cui ogni ambientazione e sequenza è costruita nei minimi dettagli e che finalmente non disdegna un minimo di complessità psicologica dei vari protagonisti (tra cui anche la Regina Rossa, di cui finalmente conosceremo le motivazioni che l’hanno spinta a diventare così… cocciuta). Meglio del primo film, quindi? Decisamente si, poiché perlomeno Alice Attraverso lo Specchio non ha il peso delle aspettative del capitolo originale diretto da Tim Burton, mantenendo allo stesso tempo tutta, ma proprio tutta, l’estetica che Lewis Carroll ha immaginato per i suoi libri. O perlomeno, così ci piace pensare.