Orange is The New Black – Aspettando la quarta stagione

Avete mai avuto come l’impressione che nella vostra testa e nel vostro corpo convivessero più personalità allo stesso tempo? Non sto parlando di bipolarismo, ma di quanto la nostra mente sia tanto strana da lasciarci, a volte, a bocca aperta per le scelte intraprese nel nostro cammino. Insomma, tutto cambia così velocemente. Le mode, il cibo, la medicina con progressi incredibili e spesso snaturati… Tutto si muove. Si muove in modo così veloce che spesso riusciamo a scattare solo poche foto del panorama che abbiamo davanti agli occhi. E sono davvero, troppo pochi frames per ricordarci approfonditamente delle sensazioni provate in quegli istanti, mentre premevamo il comando “fotocamera” sui nostri smartphone. Dimentichiamo. Tutto. Troppo velocemente. Ed a volte i ricordi ritornano inaspettatamente, quasi come quando indossiamo una giacca che avevamo chiuso da tempo nell’armadio e ritroviamo nelle tasche quel biglietto del treno che ci ha portato lontani da casa. E allora capiamo di aver sbagliato a spendere quei soldi, quel tempo, per qualcuno o qualcosa che fondamentalmente non ne meritava. Così inizia la storia di Piper Chapman (Taylor Schilling), narrate in ben tre stagioni esilaranti e da una quarta in uscita il 17 di giugno. In una situazione di apparente stabilità, viene letteralmente catapultata in una realtà che non sente propria. O almeno, che aveva dimenticato le appartenesse.

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Etero da sempre, incontra la sconclusionata e super-sexy Alex Vause (Laura Prepon): sono bastati pochi sguardi per innamorarsi dei suoi occhi di ghiaccio e del suo sorriso. La nostra protagonista scopre così di essere bisex e si lascia trasportare nella stramba vita della nuova partner. Attraverso innumerevoli flashback che si susseguono nel corso delle tre stagioni, abbiamo la possibilità di assistere ed intrattenerci con gran parte delle vicende della coppia. Che poi, pensandoci bene, definire la vita della Vause “stramba” è eccessivamente riduttivo: corriere della droga, vola da un paese all’altro bevendo costoso champagne e sedendo in prima classe. La vita agiata, la passione sfrenata e le nuove esperienze finiscono per stancare ben presto Piper, che ha preso tante volte parte ai viaggi di “lavoro” della sua ragazza. Sentendosi trascurata e non volendo più entrare in contatto con i traffici illegali di droga, le due si separano. Mattone per mattone, Piper costruisce la sua nuova vita e trova la sua stabilità nelle braccia di un ragazzo: Larry (Jason Biggs). Con lui cerca di stabilizzarsi e creare la situazione favorevole ad una futura famiglia. Coppietta adorabile, affrontano il passare dei giorni con felicità e qualche caratteristico litigio. Ciò che interrompe quel precario equilibrio, è proprio la nostra Alex: finita in prigione per i crimini commessi, le viene promessa una pena abbreviata in caso di confessione dei suoi collaboratori.

[quotedx]La nostra protagonista scopre così di essere bisex e si lascia trasportare nella stramba vita della nuova partner[/quotedx]

Da qui inizia l’avventura di Piper nel carcere di Litchfield. Si troverà alle prese con delle inamates a dir poco movimentate, ascoltando ed assistendo a storie incredibili che prima di quei giorni le sembravano lontanissime dalla sua esperienza. Con non pochi pianti e crisi sotto la doccia, si adatta alla sua nuova e momentanea “casa”. In un primo momento resiste ed odia a morte la sua ex ragazza… Ma il passato non può essere cancellato. Così le due si catapultano di nuovo in una storia d’amore che allontanerà persino Larry dalla vita di Piper. Tra i baci rubati in chiesa e scene estreme tra le due, assistiamo alle vicende a dir poco assurde delle carcerate. La “mamma” di tutti, Red (Kate Mulgrew), russa e famigerata cuoca, si occupa di un fantastico spaccio di oggetti d’uso quotidiano che in prigione non sono consentiti. Ha salvato svariate inmates che stavano per cedere alla droga nuovamente (che grazie a vari poliziotti circolano nel penitenziario). Tra queste, Nicky (Natasha Lyonne), spietata lesbica ed ex-drogata che ci ha fatto divertire non poco nel corso delle stagioni. Non sono mancati mai i suoi corteggiamenti nei confronti di Morello (Yael Stone), detenuta ed autista del penitenziario. È stata la prima ragazza che Piper ha incontrato appena arrivata a Litchfield, accogliendola con un caloroso sorriso incorniciato dall’immancabile rossetto rosso.

FILE - This image released by Netflix shows Taylor Schilling, left, and Uzo Aduba in a scene from "Orange Is the New Black." Season two debuts on Netflix on June 6, 2014. (AP Photo/Netflix, Paul Schiraldi, file)

Tratto da una storia vera, Orange is the new Black è una serie tv prodotta da mamma Netflix. Ispirato al libro dell’omonima Piper, questa volta Kerman piuttosto che Chapman, nel quale la donna racconta tutte le sue avventure nel carcere femminile di Litchfield. Dopo ormai tre stagioni ricche di avvenimenti ed adrenalina, Netflix si prepara ad aprire le porte alla nuova season, in uscita il 17 Giugno. È quindi il momento di iniziare a preparare pop corn e impostare il nostro cervello in modalità “binge watch”, per ripassare le epopee di Piper in vista del suo ritorno, oppure di conoscerle per la prima, indimenticabile volta. Ciò che ci piace della serie, è la veridicità con la quale i fatti vengono raccontati. Si riesce ad entrare in contatto con le vite di ognuna delle detenute, con le loro problematiche sociali. E senza filtri. Nonostante l’adorabile humor nero, non sono mai esenti momenti toccanti e voluti spunti di riflessione personale, che puntata dopo puntata costruiranno un quasi malsano rapporto con i protagonisti della serie, al punto da voler argomentare con loro, discutere con loro, vivere con loro. Incontrarli, insomma.

[quotesx]Dopo ormai tre stagioni ricche di avvenimenti, Netflix si prepara ad aprire le porte alla nuova season[/quotesx]

Perché se dovessimo definire la serie di Orange is The New Black con una singola parola, sarebbe senz’altro “avvolgente”. Il risultato raggiunto in modo anche inaspettato dalla “piccola” produzione di Netflix, ha già convinto l’emittente a rinnovare la serie per altre 3 stagioni. Come sia stato raggiunto, però, è un altro paio di maniche. Di sicuro, ci troviamo di fronte a tanti piccoli tasselli del puzzle messi al posto giusto, al momento giusto. La telecamera e la regia, ad esempio, seguono passo passo le azioni delle nostre detenute, lasciandoci però il tempo di studiarne ogni minuzia di ogni singola ripresa. E ciò riesce allo stesso a non intaccare la velocità narrativa dell’episodio: gli avvenimenti di ogni appuntamenti saranno quasi sempre numerosi, e con un ritmo molto elevato ed trainante. In breve, davanti a Orange is The New Black non ci annoia. Mai. C’è sempre spazio per una risata o per un colpo di scena capace di spiazzarci. Come nella vita reale, a dirla tutta.

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Il dramma di non avere più un vero e proprio spazio intimo e personale

Tutte le riprese esterne, ricche di colori (reali e di post produzione), sono state svolte in un ospedale psichiatrico, con un caratteristico giardino molto spazioso che farà da cornice alle (dis)avventure delle nostre inmates. E alla cura della regia riusciremo poi a vivere il tremendo distacco tra “gli esterni” e “l’ambientazione interna”: il dramma di non avere più un vero e proprio spazio intimo e personale, dove tutti sapranno ogni nostro minimo movimento, ci colpisce duro e in pieno stomaco. Anche qui, ci sarà un vero e proprio “ecosistema”, vivido e realistico, ad abbattere il muro del nostro schermo. Lo staff del carcere di Litchfield, si rivela tutt’altro che accessorio. A tratti, esilarante. Partiamo dal master, Joe Caputo (Nick Sandow) e dagli esiliati “Pornobaffo” (Pablo Schreiber) e Bennett (Matt McGorry). Anche l’ultima delle “guardie” non svolgerà mai un ruolo realmente secondario o passabile, rivelando vizi, difetti e caratteri convincenti e che ben si amalgano con la vita delle detenute. Queste saranne infatti costrette a cedere a ricatti e provocazioni che la vita reale, in un modo o nell’altro, ha mostrato ad ognuno di voi che leggete. Perché ognuno dei personaggi è come un piccolo pezzetto di puzzle che si incastra perfettamente con gli altri, con un suo peso nel nostro indice di gradimento e di affezione con la serie.

L’interpretazione del cast rende, poi, rende il tutto ancora più reale. Una vera spinta rispetto al bellissimo libro da cui sono tratte le vicende. Bravi tutti: probabilmente è questo che rende i fan entusiasti… il sottile camminare sul filo sottile tra realtà ed ironia, fantasia e uno schermo. In questo caso però, come è facile immaginare, la realtà non è affatto facile da affrontare, raccontare ed eventualmente “ridicolizzare”. Insomma, a noi queste tre stagioni ci hanno fatto ridere e piangere. Ma soprattutto, ci sono piaciute. E tanto. E ora che ci si avvicina al suo ritorno, ci sentiamo in dovere di segnalarvi il doveroso recupero. Sono tanti i trailers ed i rumor riguardanti i nuovi episodi: tra la disperazione per la mancata apparizione del proprio personaggio preferito e l’ansia per scene terribili delle quali ci gustiamo un minuscolo aperitivo in brevi trailer di 2 minuti. E adesso, non vediamo l’ora di darvi appuntamento per commentare la nuova stagione per voi, e insieme a voi. Ci vediamo a giugno su MovieVillage, inmates. Rimanete al fresco e stringete i denti.