Ogni settimana parliamo di un film tratto da un videogame. Raccontiamo passioni, sfide e curiosità su un genere che, fra alti e bassi, ha segnato l’inizio del nuovo millennio.
Bentornati nella rubrica Cinema e Videogiochi che si occupa di analizzare il complesso e spesso non agevole rapporto tra i due media, così legati eppure così diversi. Fruizione passiva contro interazione diretta, due mondi spesso inconciliabili che portano a risultati a volte buoni altre volte disastrosi. Ed è proprio questo il caso del film che andiamo ad analizzare proprio oggi, Super Mario Bros. Il titolo ha il primato di essere la prima opera cinematografica tratta da un videogame della storia del cinema, ma il risultato non è decisamente quello che tutti si aspettavano, con una pellicola che ha fatto parlare molto di se, ma quasi sempre negativamente.
Mettiamo subito le mani avanti. Luigi nel film appare senza baffi e con un cappello diverso da quello del fratello Mario! Solo questo basterebbe a tacciare per sempre di eresia assoluta la nefasta pellicola, che comunque si è ritagliata un posto speciale nella storia dei tie-in, nel bene e nel male. Un film che riesce a sbagliare tutto, in ogni maniera possibile, ma lo fa in modo ingenuo e parecchio smaliziato. Ma facciamo un passo indietro, per contestualizzare nel modo corretto l’opera cinematografica in analisi.
Sono fratelli, sono idraulici, sono sulle tracce di una principessa rapita… ecco il trailer ufficiale del film Super Mario Bros. il super film:
https://www.youtube.com/watch?v=wtMZKYnLg5c
Mario e Luigi tra fidanzamenti casuali, personaggi inediti e trovate bizzarre!
Alcune scelte di design e di trama sono del tutto incomprensibili. Perchè utilizzare Daisy invece di Peach? Personaggio decisamente meno noto e visto solo in Super Mario Land per Game Boy. E che dire di Daniela? Un personaggio del tutto inventato che diventa la fidanzata di Mario dopo che Luigi e Daisy si innamorano… anche se, lo sappiamo tutti, in realtà Mario è già fidanzato ufficialmente con la bionda Peach da tempo immemorabile! E in tutto questo non viene citata, per fortuna, l’altra ex di Mario, la leggendaria Pauline, sua fidanzata storica ai tempi del coin-op Donkey Kong. La trama della pellicola ruota attorno ad un evento apocalittico avvenuto sessantacinque milioni di anni prima, ovvero la caduta di un meteorite sul pianeta terra che porta i dinosauri, piuttosto che sulla via dell’estinzione, in una dimensione parallela in cui ancora oggi essi vivono e prosperano, essendosi evoluti anche in una forma di vita senziente para-umanoide. Una misteriosa bambina riemerge assieme alla madre da un tombino, nascendo da un uovo e, dopo venti anni, diventa una esperta di dinosauri studentessa nel dipartimento di paleontologia dell’università. Scopriamo che quella bambina altro non è che Daisy, nella saga videoludica la cugina di Peach. Durante alcuni scavi in città vengono ritrovate delle ossa di dinosauro, ma il costruttore Anthony Scapelli, affiliato alla malavita, non vuole ovviamente fermare i lavori, gestiti in modo truffaldino con appalti truccati. Daisy incontra per caso i fratelli Mario Mario e Luigi Mario, che gestiscono una società di idraulica in città, e decide di chiedere loro aiuto. Il canovaccio narrativo, in realtà già confuso, utilizza un espediente fin troppo classico per la serie, ovvero il rapimento della fidanzata di Mario, Daniela, da parte di misteriosi esseri non umani… da queste premesse narrative il film parte per dare il peggio di se, tra improbabili inseguimenti tra umani e stirpe dei dinosauri, mutazioni in diretta in cui si vede nascere un Goomba fino alla presenza di armi assurde capaci di creare una de-evoluzione, ovvero di portare tutti gli umani al livello intellettivo delle scimmie, loro progenitori. I personaggi inediti Iggy e Spike, nipoti di Koopa, la stessa Daniela, l’imprenditore mafioso Scapelli e gli altri proposti dal cast sono protagonisti di scene assurde senza capo ne coda, con utilizzo superfluo di tecnologia ai limite del ridicolo, con ogni singolo aspetto visivo sempre esagerato e fuori parametro. La location di New York è una delle poche cose che si salvano, ed anche, insospettabilmente coerente alla saga originale, non dimentichiamo che i Mario Bros iniziano la loro carriera proprio li, come citazione della stessa Nintendo Of America, società che si trovava, nei primi anni ottanta, in un palazzo in affitto di proprietà dell’italo-americano Mario Segale, che poi ispirerà il personaggio stesso di Mario, con una geniale trovata di Shigeru Miyamoto.

Super Mario Cast All Stars!
Bisogna spendere alcune parole sul cast, composto anche da alcuni attori decisamente famosi. Innanzitutto il leggendario Bob Hoskins nei panni di Mario, l’attore è celebre per diversi film, tra cui il recente successo, ai tempi dell’uscita del titolo in analisi, di Hook – Capitan Uncino, diretto da Steven Spielberg. Nei panni di Luigi troviamo invece il meno noto John Leguizamo, un bravo attore colombiano formatosi in ambiente teatrale che, dopo essere stato notato da Brian De Palma, viene scritturato per Carlito’s Way nei panni di Benny Blanco, input che gli permetterà di partecipare alla pellicola su Mario. Le eleganti gonnelle della Principessa Daisy sono indossate dall’attrice newyorkese Samantha Mathis che, dopo aver interpretato alcuni ruoli minori in film di medio successo, proprio col film di Mario insospettabilmente decolla verso una carriera luminosa, complice anche il fidanzamento repentino nello stesso anno con l’attore maledetto River Phoenix, morto per overdose durante la notte di Halloween del 1993. Phoenix ha fatto comunque in tempo a presentare Samantha ad un giro di attori che le sarà molto utile lavorativamente parlando. Altro nome molto celebre è quello di Dennis Hopper nei panni di Koopa. Hopper è una vera leggenda del cinema ed ha cominciato la sua carriera già nel lontano 1955 nella pellicola cult Gioventù Bruciata, per poi comparire in opere quali Apocalypse Now o Non aprite quella porta parte 2. Nei panni del Re troviamo Lance Henriksen, attore fin troppo noto agli appassionati di fantascienza, per il suo ruolo fondamentale nella saga di Alien. La simpatica ed affascinante Dana Kaminski è una veterana delle serie tv statunitensi, con ruoli un po ovunque, tra cui ricordiamo Detective Stryker, Kate ed Allie e Così gira il mondo. L’attrice statunitense si trova qui nel suo primo (ed ultimo) ruolo da protagonista, nei panni di Daniela, inedita nuova fiamma del playboy sovrappeso Super Mario! Il resto del cast è composto da attori meno noti, già felici di avere un ruolo in una qualunque produzione cinematografica, che si trovavano sul set quasi per caso, provenienti per la maggior parte dall’ambiente delle serie televisive e delle comparse professioniste. Tra questi ricordiamo, Fisher Stevens e Richard Edson nei panni di Iggy e Spike, l’inespressivo Gianni Russo che interpreta il mafioso italoamericano Anthony Scapelli, l’enigmatico Mojo Nixon nel fondamentale ruolo di Toad, Don Lake che da vita al Sergente Simon, Patt Noday come Reporter TV. Sul versante rosa abbiamo poi un abbastanza affascinante cast femminile che vede Fiona Shaw come Lena, Francesca Roberts che interpreta Big Bertha e Marie Velez nelle vesti di Angelica. Un ruolo molto importante svolge invece l’attore Dan Castellaneta, che non appare mai nel film, poichè è stato scelto dalla produzione come narratore ufficiale della storia. Dan è decisamente noto per il suo enorme lavoro nel campo del doppiaggio, avendo interpretato per oltre venti anni la voce di Homer Simpson nella serie I Simpson. Ottima – a tratti superba – la sua narrazione, e certamente una bella prova per un film in cui alcune cose si elevano dal livello qualitativo generale.
In molti nei panni di Mario avrebbero invece ben visto il celebre attore pornografico superdotato Ron Jeremy, apparso in oltre cento pellicole a tema, tra cui quelle di produzione italiana di Mario Salieri, ed associato storicamente al personaggio di Super Mario, che è stato anche parodiato da lui stesso, a causa della enorme somiglianza tra i due. E, narra la leggenda, in realtà lo scintillante mondo del porno è arrivato prima di quello tradizionale ad utilizzare Super Mario Bros per un film, anzi, due….
Ron, per ironia della sorte, è noto anche col soprannome di The Hedgehog, epiteto che lo lega al concorrente Sonic. Ma anche senza il simpatico Jeremy, la pellicola, già di suo, vira allegramente verso i lidi più estremi del trash cinematografico, battendosi ad armi pari con il cinema cinese di serie B in quanto a trovate e trucco di scena.

Una produzione divisa tra litigi coniugali ed attori ubriachi che vagano senza meta sul set!
La pellicola viene prodotta dalla società statunitense Lightmotive Fat Man per la Life International che stanzia una cifra molto alta per la produzione di Super Mario Bros. The Movie, quasi cinquanta milioni di dollari in contanti, cosa che, se gestita in modo sensato, avrebbe forse portato alla nascita di un film eccezionale ed ancora oggi indimenticabile. La realtà. purtroppo, è andata in modo drammaticamente e diametralmente opposto. La sceneggiatura, componente fondamentale per ogni opera narrativa, viene affidata a ben tre diversi autori, risultando spesso frammentaria, confusa e persino contraddittoria! Gli sceneggiatori Ed Solomon, Parker Bennett e Terry Runté, di fatto, sono alle prime armi, non riescono mai nemmeno ad accordarsi sulle singole scene e vanno in conflitto con il reparto regia, a sua volta non si naviga in una situazione molto idilliaca… Alla regia non troviamo un solo regista, ma ben quattro nomi, in realtà poco noti, del settore cinematografico: Rocky Morton, regista televisivo, noto per aver diretto parecchi episodi della serie di fantascienza degli anni ottanta Max Headroom, Annabel Jankel, moglie di Morton e co-creatrice della serie, specializzata in videoclip musicali, Roland Joffé, forse il migliore del quartetto, regista noto per aver diretto il film drammatico del 1984 The Killing Fields, da noi noto col titolo di Urla del silenzio, opera che vanta anche una splendida colonna sonora scritta dal poli-strumentista inglese Mike Oldfield, e Dean Semler, un esperto direttore della fotografia australiano che però si era cimentato nella regia solo due volte nel 1988, non trovandosi bene nel ruolo. In molti ancora vedono la scelta di questi registi come causa principale dei difetti strutturali e narrativi del film. E pensare che, con i 48 milioni di dollari di budget, il titolo doveva essere un successo annunciato. I quattro registi, che poi di fatto fanno capo principalmente alla coppia Rocky e Annabel, provengono da un contesto completamente diverso, di fantascienza televisiva, e mal si adattano a raccontare le avventure di Mario. Peraltro nessuno dei quattro ha mai seguito la serie videoludica, e questo porta ad ulteriori errori di trama, sceneggiatura, rappresentazione dei personaggi e di scelte sensate in generale. Di fatto le idee di direzione artistica dei quattro sono troppo diverse e spesso inconciliabili, cosa che genera spesso incomprensioni e prese di posizione che influiscono negativamente sul clima generale dei lavori, Ma non solo, i quotidiani litigi coniugali tra Rocky e Annabel, ad esempio, vengono oggi ricordati dagli attori come un momento tipico delle disastrose giornate sul set. La colonna sonora del film viene affidata al direttore d’orchestra italo-americano Alan Anthony Silvestri, artista di alto livello autore delle musiche di tantissimi film tra cui Predator e Chi ha incastrato Roger Rabbit, una scelta di qualità certo, ma che mal si sposa con le scelte artistiche del film. Patrick Tatopoulos, noto oggi per Underworld Saga, è quasi un debuttante nel settore degli effetti speciali FX e i risultati, come si vede bene, sono assolutamente terrificanti! Alla fotografia troviamo a sorpresa il talentuoso Dean Semler, che ha ricevuto il premio oscar per il suo lavoro in Balla coi lupi, per dire, quindi non proprio il primo arrivato, mentre del montaggio si occupa Mark Goldblatt, questi ultimi due sono dei veterani del settore, eppure non riescono a salvare la pellicola, che pare destinata ad un risultato disastroso fin dai primi giorni in cui si comincia a girare sul set. In fase di sceneggiatura e preparazione del film, di fatto, è stato fatto un enorme lavoro preparatorio, con la produzione di diversi artwork originali molto interessanti che oggi possiamo trovare raccolti in questo LINK. E che dire degli attori, protagonisti e comparse, che spesso, preda della disperazione più assoluta, vivono in stato di autogestione e si presentano a lavoro completamente ubriachi, mentre il copione viene riscritto quasi quotidianamente dalla coppia e dai loro collaboratori. Girano moltissime leggende metropolitane sul film, tra cui quelle riguardanti disastri ed incidenti misteriosi sul set per un film quasi più maledetto de Il Corvo con Brandon Lee!

Avventure fantascientifiche spazio temporali ed atmosfere surreali assolutamente fuori luogo!
Disastroso è il termine che più si adatta al film. A qualunque aspetto del film, in realtà, anche il più piccolo. Le citazioni riguardanti la saga videoludica sembrano inserite all’ultimo momento, quasi mentre già si stavano girando le scene, ricordate magari da un qualunque passante casuale sul set che, per caso, aveva invece giocato con i titoli della serie. Di fatto non esistono i passaggi spazio temporali in cui cadono i Mario Bros, non esiste la città di Dinhottan, parodia speculare di Manhattan, mentre ogni singola trovata pur magari simpatica scade irrimediabilmente nel trash puro, sempre e comunque! Di fatto non ha nessun senso provare a costruire una avventura alternativa in un futuro quasi distropico, nello stile dei film di fantascienza anni ottanta come Blade Runner, e certo questa scelta appare la meno sensata di tutte se associata alla serie videoludica Super Mario Bros, da sempre invece legata alle atmosfere bucoliche tanto care al suo autore principale, ovvero Shigeru Miyamoto. Il geniale artista giapponese amava invece citare la natura in cui era cresciuto nella città provinciale di Sonobe, vicino Kyoto. I colori accesi della natura, derivanti da tramonti, arance e foglie d’albero che cadono in autunno, nulla, di fatto, di quel che appare invece nel folle film dedicato all’idraulico. E tutto ciò è veramente un peccato, perchè l’opera ha il primato di essere tra le altre cose il primo film della storia tratto da un videogioco, in un periodo non sospetto, il 1993, in cui i videogiochi erano ancora affare di pochi, non massificati dal successivo arrivo di grandi corporation come Sony e Microsoft. Il vero problema del film è la sua innocenza quasi bambinesca nel voler creare un film su qualcosa che, allora, era considerato mero intrattenimento digitale. Ed in questo il film non pecca di presunzione, ma anzi ne esce vincitore. L’innocenza e la genuina voglia di creare qualcosa da zero, ovvero il genere dei tie-in che oggi fattura miliardi al botteghino, con opere prodotte persino dall’impero Disney come Prince of Persia e parallelamente prodotti controversi come le opere trash, a loro modo di culto, del visionario regista tedesco Uwe Boll, una su tutte Alone in the dark, da molti ritenuto un terrorista del genere, per altri un eroe. Ecco dove la critica al film di Super Mario, inevitabilmente negativa su tutti i fronti, deve fermarsi, per riscoprire un film figlio di un’epoca ormai scomparsa, in cui c’era ancora la voglia di fare qualcosa di nuovo. Nefasto ed irrimediabilmente senza vergogna, ma decisamente nuovo.
