Fra il 2005 e il 2006 i fan più accaniti di manga e anime del genere “shonen”, ossia storie rivolte a giovani adolescenti, misero le mani su una serie di picchiaduro intitolata Jump Stars. Nelle sue due iterazioni pubblicate nel solo Giappone in esclusiva per Nintendo DS, una vera e propria miriade di personaggi tratti dalle pagine di oltre venti serie fumettistiche esplodevano in tutto il loro carisma potendo contare su un sistema di gioco tanto intuitivo quanto profondo. A distanza di dieci anni dal popolarissimo esperimento portatile, Bandai Namco ripropone la formula sperimentata in precedenza dallo sviluppatore giapponese Ganbarion, portando una piccola parte del cast impegnato in Jump Stars in un nuovo picchiaduro poligonale intitolato J-Stars Victory VS Plus. Giusto per chiarire: il “plus” del titolo è dovuto al fatto che questa edizione occidentale è una sorta di versione espansa di un titolo pubblicato in precedenza in Giappone solamente su PS3 e PS Vita. Al di là di alcune piccole modifiche all’offerta ludica e uno scontato lifting tecnico, siamo in ogni caso di fronte allo stesso videogioco che i nostri cugini nipponici hanno potuto apprezzare durante la fine dello scorso anno, quindi se avete già avuto l’occasione di giocare a Victory Versus, sappiate che le novità sono ben poche.
IT’S OVER 9000!!!
J-Stars Victory VS Plus si presenta come uno spartano picchiaduro 2 contro 2 in cui il valore aggiunto è solamente rappresentato dal carisma dei combattenti impegnati negli scontri. Il roster conta 39 personaggi giocabili e 13 evocabili durante le battaglie quando si ha bisogno di aiuto, tutti tratti da serie pubblicate sulla rivista contenitore Shonen Jump. Oltre ai conosciutissimi Son Goku, Naruto, Luffy e via dicendo, fanno capolino figure un po’ più oscure per un qualsiasi fruitori di manga occidentale, come Momotaro Tsurugi o Luckyman, ma tutto sommato guardando al cast si può parlare di un buon bilanciamento fra volti provenienti da serie antiche e new entries nel catalogo di Jump. Niente a che vedere con la strabordante quantità di contenuti inseriti nelle cartucce dei giochi per Nintendo DS, è evidente, ma in ogni caso fa sicuramente piacere potere prendere a calci il sedere di alcuni componenti della nuova generazione di fumetti giapponesi vestendo i panni di alcuni storici eroi come Kenshiro o Jonathan Joestar.
Il problema centrale di questa produzione è infatti un altro ed è identificabile unicamente nel sistema di combattimento, vergognosamente legnoso, lento e incapace di rendere giustizia alle tecniche di combattimento degli eroi che spingeranno gli ingenui appassionati a fare propria una copia del gioco. Spike Chunsoft si è occupata dello sviluppo cercando di proporre una formula che fosse in grado di rendere facilmente accessibili aspetti tecnici come parry, dash e combo, ma il risultato lascia piuttosto a desiderare. Deputando il controllo del proprio compagno di squadra a una IA piuttosto maldestra, ci si lancia in arene distruggibili ispirate alle location di alcune delle serie fumettistiche più famose. L’obiettivo è quello di mettere K.O. la coppia di avversari almeno tre volte, potendo contare su un esiguo parco mosse in cui le combo non possono essere interrotte e le lunghe animazioni dei colpi finiscono spesso per lasciare il proprio fianco scoperto e vulnerabile.[quotedx]ogni personaggio è omaggiato col giusto rispetto per il materiale originale[/quotedx]È assurdo pensare che un titolo simile, un vero e proprio contenitore di sogni in cui sono rappresentate alcune delle serie più amate dagli appassionati di manga e anime di tutto il mondo, poggi le basi del proprio sistema di combattimento su una commistione di elementi così grezzi e macchinosi da ritrovarsi quasi a guardare con nostalgia ai due prequel spirituali per Nintendo DS pubblicati quasi un decennio fa. A furia di super colpi, grida e trasformazioni varie, si fa la conoscenza anche della “furia V”, un sistema di “tiro alla fune” in cui il sommarsi dei colpi inferti agli avversari permette di eseguire gli attacchi più potenti. Questo trascendere il classico schema del picchiaduro a incontri 1 contro 1, con barra dell’energia e indicatore per le mosse speciali, testimonia l’impegno profuso dallo sviluppatore giapponese per offrire qualcosa di diverso dal solito, nel tentativo di festeggiare degnamente i 45 anni della rivista Shonen Jump.
Nulla da dire anche sulla rappresentazione dei personaggi, tutti ben rappresentati e caratterizzati da un parco animazioni variegato e unico. Scatti, corse e colpi sono tutti riconoscibilissimi e impreziositi da una regia virtuale drammatica al punto giusto e, grazie anche al ritorno delle voci ufficiali conosciute nei vari adattamenti animati, ogni personaggio è omaggiato col giusto rispetto per il materiale originale. A console spenta, tuttavia, ci si rende conto che a parte il ripetersi esasperato delle stesse combo e le medesime animazioni, non c’è nulla di davvero interessante in J-Stars Victory VS Plus sulla lunga durata. Nemmeno la verbosa modalità storia, chiamata J-Adventure, riesce a offrire un divertimento genuino a causa di una sceneggiatura ovviamente pretestuosa (non che fosse semplice dare una spiegazione al gigantesco cross-over…) e una world map esplorabile in cui si viene continuamente rimbalzati da un capo all’altro del globo per affrontare combattimenti dalla difficoltà crescente, ma mai preoccupante. Oltre a essere incapace di tenere alta l’asticella della sfida, questa allegra avventura, composta da combattimenti tutti uguali e schermate testuali, è praticamente imprescindibile se si punta a sbloccare tutti i personaggi giocabili, magari per poi dedicarsi a più stuzzicanti scontri con amici.
Facendo salire il livello del proprio team di eroi e raccogliendo punti J alla fine di ogni quest portata a termine, è possibile accedere ai protagonisti delle serie jump assieme a tanti altri elementi per personalizzare o facilitare la propria esperienza di gioco, come potenziamenti per la nave, mappe del tesoro e via dicendo. Questo è sicuramente il metodo più veloce e indolore per accumulare esperienza e punti J nel minore tempo possibile e benché le altre modalità ricompensino ugualmente il giocatore, arrivare a poter utilizzare tutti i protagonisti e compagni di supporto presuppone un’enorme accumulo di ore in almeno uno dei quattro scenari disponibili nello story mode. Di tutt’altra pasta è invece la modalità “arcade”, assente nelle edizioni nipponiche ed effettivamente più problematica da risolvere a colpi di fulmini di Pegasus e onde energetiche. Si sceglie un filone di scontri con avversari piuttosto coriacei e lo si porta a termine nella speranza di rientrare in un limite di tempo prestabilito. Non deve infine stupire sapere che ogni benché minima diversificazione del gioco rappresentata dai collezionabili, le partite in rete, le carte con cui personalizzare le statistiche della propria squadra e le altre modalità di gioco, ruotano comunque attorno a un sistema di combattimento talmente grossolano e dall’animo vetusto che se non ci si prepara a priori ad accettare un compromesso ludico che vede il fan service al centro di ogni cosa, ci si stancherà in poco tempo dell’ultimo prodotto Bandai Namco e si preferirà probabilmente riprendere in mano i fumetti. Almeno quelli divertono per sempre.