Magic Duels: Origins – Recensione

Dopo il passo falso di Magic 2015, la popolare serie di giochi di carte griffata Wizards of the Coast e Stainless Games prova a riportare in cascina parte del terreno perso per strada negli ultimi 12 mesi. Le cause della momentanea debacle sono state sostanzialmente due: A) alcune scelte scellerate, che hanno trasformato il capitolo precedente nella quintessenza del pay per win; B) la crescita esponenziale di alcuni concorrenti diretti, su tutti quel Hearthstone: Heroes of Warcraft che si è eretto a paladino dei giochi free to play sin dalla sua fase beta e che, nel tempo, ha saputo catturare l’interesse anche di quanti hanno vissuto la propria giovinezza a colpi di carte TAPpate. Fortunatamente per noi, il senno ha ripreso il possesso delle menti degli sviluppatori: Magic Duels: Origins non sarà il capitolo definitivo della serie, ma almeno si affranca da certe dinamiche folli che avevano tarpato le ali a Magic 2015.

MAGIC, IL RITORNO

La prima cosa da dire è che, proprio come il titolo che lo ha preceduto, anche Magic Duels: Origins fa largo uso di microtransazioni. Da un lato questo è normale per un prodotto che punta tutte le sue fiches a facilitare l’ingresso ai nuovi adepti attraverso la formula del free-to-play, ma dall’altro rischia di trasformarsi in un boomerang quando le cose non sono fatte col giusto equilibrio. Per fortuna, Magic Duels: Origins sembra aver fatto tesoro degli errori del passato: tutte le carte presenti in database possono essere collezionate senza spendere un euro, a patto di dedicarsi un po’ al gioco e al completamento di alcune missioni, proprio come avviene nel già citato Hearthstone. Per guadagnare crediti è quindi sufficiente darci un po’ dentro, sia completando le quest proposte, sia affrontando avversari controllati dalla CPU che sanno essere tanto più generosi quanto più alta è la difficoltà scelta al lancio della partita. Ovviamente, si possono spendere soldi veri per acquistare le bustine, ma si può anche arrivare ad avere un deck decoroso senza perdere decine di ore a grindare come ossessi, solo grazie alle nostre capacità di giocatori.

[quotedx]Magic Duels abbraccia la formula free-to-play in modo convincente[/quotedx]Chi, invece, volesse investire qualche euro sappia che la nuova piattaforma sarà comune a tutte le prossime espansioni: questo significa che non toccherà ricominciare ogni volta da capo, visto che tutti gli aggiornamenti saranno inclusi nel pacchetto. In questa prima fase, per dire, Magic Duels prevede la presenza delle carte dell’espansione Origins, mentre tutte le future pubblicazioni cartacee saranno via via inglobate nel gioco in forma digitale. Non so voi, ma io ci vedo solo PRO di fronte a un approccio di questo tipo; volendo, l’unico CONTRO ridiede nella necessità di essere costantemente connessi ai server di Stainless Games per accedere al negozio e a molti servizi, ma si tratta di una piccola scocciatura alla quale si fa subito l’abitudine e che è comune a molti CCG.

magic duels

TAPPATI IL NASO

Terminata la prima campagna, che funge da tutorial, ci viene data la possibilità di creare uno o più mazzi, per lo più misti. I novizi apprezzeranno la modalità guidata, che permette anche a chi non è avvezzo a Magic di mettere in campo deck tutto sommato equilibrati. I più esperti, invece, possono partire dalla collezione di carte e costruirsi un mazzo totalmente a mano. Nel computo vanno annoverati anche i Planeswalker, ovvero carte permanenti con abilità speciali che permettono di compiere azioni spesso decisive ai fini della battaglia, ma che possono essere oggetto di attacchi diretti da parte di creature e magie avversarie. Va detto che, rispetto alla controparte cartacea, Magic Duels prevede alcune limitazioni che devono essere prese in considerazione al momento di creare il mazzo dei propri sogni; su tutte, sappiate che ogni deck non può contenere più di tre carte non comuni, due rare e una epica. Si tratta di una scelta dettata da un lato dalla necessità di mantenere un certo equilibrio nelle partite quando è il momento di battagliare online, e dall’altro dalla volontà di non tarpare eccessivamente le ali alla versione cartacea del gioco. Chi fosse preoccupato per l’accumulo infinito di oggetti non giocabili (vista anche l’assenza di qualsiasi sistema di crafting, come invece accade in Hearthstone) può stare tranquillo, giacché una volta raggiunto il limite massimo, nelle bustine non sarà più possibile trovare una copia di quella specifica carta.

Uno dei problemi di Magic 2015 stava nel taglio dei contenuti, che di fatto si limitavano alla sola campagna, al gioco online e a poco altro. Salutiamo quindi con gioia il ritorno della modalità Two-Headed-Giant, che consente il multiplayer a squadre (2vs2) e che era inspiegabilmente sparita nel predecessore; restano invece uccel di bosco le Sfide, che tanto avevano appassionato i giocatori di Duels of the Planeswalkers. L’unico campo di battaglia presente è abbastanza asettico, ma almeno è più chiaro di quello presente in Magic 2015. L’interfaccia, pur rimanendo geneticamente pensata per una fruizione touch su tablet (Magic Duels: Origins esce anche in versione iOS, oltre che su Xbox One e PS4), è stata accuratamente ritoccata per funzionare a dovere anche con in mano un mouse. Deo gratias.