Tre è il numero magico, la volta giusta. Anche per l’ennesimo musou, genere di cui – sorpresa! – sono simpatizzante. L’antistress definitivo, da assumere sotto forma di un paio di missioni quotidiane possibilmente al ritorno dall’ufficio, quando l’obliterazione di qualche migliaia di nemici digitali può fare la differenza nella lunga strada verso il fine settimana. Per la terza volta I pirati di Eiichiro Oda si danno battaglia nella premiata (ok, almeno in Oriente) formula firmata Tecmo Koei, supportati però da una tecnologia decisamente più performante rispetto al passato, veleggiando verso la Rotta Maggiore al timone di PS4. Naufragio disastroso o crociera di lusso?
SANTORYU OGI: SANZEN SEKAI!
Al contrario del precedente capitolo, la campagna principale di One Piece Pirate Warriors 3 segue l’intera epopea di One Piece, incorporando tutti gli archi narrativi, dal salvataggio di Zoro dalle grinfie di Morgan Mano d’Ascia alla recente Dressrosa. Un’occasione ghiotta sia per chi si avvicina per la prima volta all’universo creato da Oda, magari incuriosito dal successo della serie, sia per chi vuole semplicemente rivivere le avventure di Rufy e ciurma, passo dopo passo. Il risultato è senza dubbio apprezzabile, narrato da testo e occasionali filmati che spesso interrompono brevemente le risse, una formula che non rallenta l’azione ma, anzi, contribuisce a mantenere fluida la narrazione e chiaro l’obiettivo finale nella furia della carneficina.
[quotedx]la campagna principale di One Piece Pirate Warriors 3 segue l’intera epopea di One Piece[/quotedx]Certo, alcuni compromessi sono stati fatti per comprimere gli eventi nelle classiche mappe cariche di nemici da sterminare tipiche dei musou, vedi la guerra civile di Alabasta o la lunghissima saga di Skypeia, ridotte a un paio di missioni; tuttavia, considerata la straordinaria longevità del materiale originale, c’è da rimanere comunque soddisfatti. L’unico arco narrativo realmente abbozzato è la stessa Dressrosa di Doflamingo, per il semplice motivo che la storia era lungi dalla sua conclusione durante lo sviluppo di One Piece Pirate Warriors 3. Il finale che vi aspetta alla fine dell’avventura sarà quindi inventato e differente da quello scritto da Oda, ma si tratta di una mancanza minore, specie se messa di fronte alla massiccia mole di personaggi da impersonare e potenziare livello dopo livello, conquistando nuovi attacchi e combo. Sono circa quaranta, contando anche le versioni pre e post timeskip – a loro volta differenti in quanto a tecniche – con presenze richiestissime dai fan come il popolare Shanks o il recente Fujitora. Non potranno essere tutti utilizzati durante la modalità principale, vuoi perché la storia è incentrata sui pirati di Cappello di Paglia, vuoi perché a volte le circostanze escluderanno qualcuno dai giochi; non pensate quindi di vestire i panni di Zoro durante l’assalto di Don Creek al ristorante di Zef, dato che lo spadaccino sarà impegnato a prendere calci da Mihawk. Il copione va rispettato.
GOM GOM BAZOOKA!
Il gargantuesco roster lo potrete usare nella modalità libera (Diario Libero), dove giocare le missioni completate precedentemente con il personaggio che volete, oppure nella nuova avventura Diario dei Sogni. Si salpa da un’isola e nuove rotte vengono scoperte in seguito a ogni battaglia, arrivando allo scontro con alcuni tra i personaggi più forti della serie. Una modalità impegnativa e remunerativa, perché alcuni dei lottatori più interessanti come Akainu o Edward Newgate si nascondono proprio qui; in quest’ottica, la mancanza di narrazione a favore del massacro tout court non dovrebbe scoraggiare, considerata la posta in gioco.
A proposito del pestaggio, il toon shading usato da Bandai Namco giova parecchio agli eccentrici personaggi della saga, conferendo all’esordio su PS4 un look migliore e più aderente all’anime rispetto a quanto visto sulla precedente generazione di console; allo stesso tempo, la potenza extra è usata per mostrare più nemici su schermo (si parla del doppio rispetto al passato) con risultati esilaranti, specie durante l’utilizzo delle tecniche più spettacolari. Per l’occasione, anche queste hanno subito una rinfrescata con l’introduzione del sistema Kizuna, che garantisce l’intervento dei compagni di ciurma per scatenare attacchi combinati di inaudita violenza. Ogni personaggio ha un valore Kizuna che cresce ad ogni combo effettuata mentre è selezionato; più alto il valore, maggiore è la possibilità che il compagno entri in gioco alla fine delle combinazioni con un attacco speciale, utile a massimizzare il danno e innescare juggle. Ma il bello arriva quando il valore è al massimo e si attiva il Kizuna Rush per un breve periodo, quando gli attacchi del personaggio principale diventano più forti e vari, mentre il resto della ciurma finora in disparte entra in campo per menare le mani. Vedere Zoro che taglia tutto con mosse esagerate mentre Sanji e Franky si uniscono alla festa è già di per sé garanzia di gioia, ma il Kizuna Rush può essere concluso in qualsiasi momento attivando un ulteriore attacco finale in cui tutta la cricca scatena le tecniche più forti all’unisono, spedendo dall’altra parte della mappa centinaia di nemici. Grande soddisfazione per un grande potere, forse eccessivo: vi consiglio a tal proposito di settare la difficoltà al massimo già dalla primissima missione per godere di un po’ di sfida.
MIL FLEUR: GIGANTESCO MANO!
La crescita dei personaggi, livelli a parte, passa attraverso la collezione di monete varie. Queste assegnano grandi bonus a difesa, attacco e vitalità, ma anche nuovi costumi, slot per le abilità e mosse finali sempre più potenti. Le monete sono quindi più importanti rispetto ai due capitoli precedenti, dove buona parte degli extra venivano sbloccati semplicemente raggiungendo determinati livelli, ma bisognerà darsi da fare parecchio per arraffare quelle più rare. Mettendo da parte quelle ottenibili sconfiggendo determinati nemici, ogni livello ha nove prerequisiti da completare per elargire le monete più preziose, che obbligheranno i maniaci del completamento a giocare secondo particolari regole, come ad esempio ottenere la valutazione più alta o usare un attacco Kizuna per far fuori il boss.
Il bello arriva quando si presentano gli eventi tesoro, ovvero momenti che seguono strettamente la trama di One Piece e vanno affrontati in un modo particolare, con determinati personaggi. Spesso questo rende impossibile soddisfare tutti gli obiettivi di un livello al primo tentativo: durante l’assalto a Enies Lobby il gioco chiede ad esempio di sconfiggere Kaku con Zoro e Jabura con Sanji, costringendo quindi i numismatici digitali a giocare il livello almeno due volte per ottenere ogni moneta. Sì… in parole povere se volete tutto vi tocca grindare, che vi piaccia o meno. Sicuramente il desiderio di rendere onnipotente il proprio personaggio preferito rappresenterà un buon stimolo per aumentare la longevità di un titolo di per sé piuttosto ricco.