Finalmente anche per i possessori della WiiU il Natale 2015 si fa caldo visto che il 4 Dicembre uscirà uno dei giochi più attesi per questa console. Infatti fin dal suo primo annuncio all’E3 2013 Xenoblade Chronicles X è stato da subito uno dei titoli che più di tutti ha saputo canalizzare la propria attenzione nel parco giochi WiiU, complice il successo meritatissimo del suo predecessore, l’hype attorno a Xenoblade Chronicles X nel corso degli anni ha raggiunto livelli elevatissimi, frutto di una campagna pubblicitaria ben fatta (vedi i vari direct di Nintendo che illustravano pian piano lo sviluppo del gioco) e di filmati che mostravano un gioco “troppo bello” per essere vero. La genesi di XenoX parte dalla primissima opera di Takahashi e moglie, mi riferisco a Xenogears uscito nel 1997 per PSX (meglio nota oggi come PSOne), poi evoluta negli sfortunati episodi di Xenosaga per Dreamcast ed in Xenoblade Chronicles per Wii, ma solo in XenoX possiamo riscontrare tutta la visione che il geniale game designer probabilmente aveva fin dall’inizio. XenoX è fan service allo stato puro verso coloro che sono cresciuti a pane ed anime giapponesi, la stessa storia attinge a mani piene da molte altre opere coronando il sogno di vivere un’esperienze molto simile a quanto visto fino ad oggi in famose serie quali Gundam, Robotech (Macross) ecc… In primis occorre premettere che recensire Xenoblade Chronicles X non è stata impresa semplice per via della vastità dell’ultima opera Monilith che in molto suoi aspetti surclassa ampiamente tutti gli altri giochi appartenenti allo stesso genere e che Nintendo ha ben fatto presente nei vari video comparativi usciti nelle ultime settimane, ma andiamo con ordine e cominciamo ad esaminare il titolo un passo alla volta.
BENVENUTI PATHFINDER
L’universo narrativo di Xenoblade Chronicles X si discosta totalmente da quello del suo prequel, l’incipit iniziale parte proprio dalla distruzione del nostro amato pianeta con la fuga disperata dei pochi sopravvissuti in cerca di un nuova “casa” (pianeta) dove stabilizzarsi e continuare a vivere. La terra è stata distrutta da due razza aliene che hanno deciso di affrontarsi sulla sua superficie ed orbita, il genere umano impotente contro la loro tecnologia ha potuto solo tentare la fuga mediante l’utilizzo di imponenti navi spaziali (tra cui la Balena Bianca), atto ultimo di un istinto di sopravvivenza che sarà alla base di tutta la trama del gioco. Infatti nell’ultima opera di Takahashi sono molte le tematiche che verranno affrontate come il già citato istinto di sopravvivenza, la sensazione di solitudine, la stessa natura del corpo umano e via dicendo, in un intreccio che abbraccerà come già fece il suo prequel anche sentimenti di amicizia e di vendetta che saranno alla base di molte delle missioni che nelle fasi avanzate del gioco affronteremo, in un crescere di pathos che solo dopo la prima metà del gioco comincerà a delineare bene lo sviluppo dei vari personaggi potendo permetterci di approfondire mediante le missioni intesa le singole storie e così via. Il nostro alter ego digitale avrà le sembianze che noi decideremo mediante un editor simpatico, ma non molto profondo come quello di altri giochi, ed una volta scelto il sesso ed i vari parametri (è possibile decidere il colore delle punte dei capelli) saremo svegliati dalla bella Elma, la quale ci introdurrà nel mondo di gioco e ci farà entrare nel corpo BLADE (vi risparmio il significato di questo acronimo), unità che hanno lo scopo di esplorare Mira e trovare i resti della Balena Bianca (per ovvi motivi legati al pericolo spoiler non posso aggiungere altro). Una volta entrati nei BLADE ci verrà richiesto a quale divisione iscriversi (curatori, esploratori, piloti ecc. sempre modificabile in qualunque momento), e poi comincerà la nostra avventura nell’esplorazione di Mira. Mi piacerebbe entrare nel dettaglio di alcun aspetti della storia (perché i Ganglion odiano tanto i terrestri e perché dei comuni terrestri sono capaci di gesti atletici da super eroe), ma è doveroso evitare spoiler poiché la trama seppur presente con ruolo sempre da protagonista ,in questo nuovo capitolo della serie Xeno ha molta meno enfasi rispetto al passato, diciamo che il ritmo risulta frammentato e spetta al giocatore ricostruire molti aspetti di essa mediante il completamento delle tantissime quest secondarie che in diversi casi forniranno spiegazioni molto approfondite sulla storia. Non mancano i classici filmati nelle missioni principali che spiegheranno l’evolversi della storia, ma in questo caso la maggior parte della narrazione avverrà mediante discorsi sottotitolati con i vari npc presenti nel gioco. Sotto questo punto di vista risultano un po’ anonime le prime 20 ore di gioco, poiché abituati allo stupore di avere a disposizione una mappa gigantesca e ben fatta, passeremo gran parte del tempo solo a combattere quel mostro oppure aiutare quel npc senza una progressione della storia che invogli ad indagare. Ciò avviene nel puro stile jappo attraverso missioni a tratti veramente banali (recuperare pezzi di ricambio di una macchina del caffè oppure di una auto in avaria) che da un lato instradano verso il puro grinding (fulcro ovviamente di questo gioco) ma che di fatto si dimostrano fin troppo banali considerando che le ambientazioni esplorabili saranno solo due in questa fase del gioco. Certo proseguendo nel gioco cominceranno pian piano ad arrivare le queste secondarie divertenti, in grado di sfruttare il battle system a dovere, e la trama lentamente prenderà il suo posto da protagonista all’interno dell’universo narrativo del gioco, l’unico problema è che per arrivare a “gioire” del vero gioco serviranno tante ore, gli Skell per esempio potranno essere comprati almeno dopo una ventina di ore (dipende dal giocatore), e fino ad allora non faremo altro che compiere sempre le stesse missioni per poter avanzare nella trama principale. A livello di ritmo sicuramente il titolo risulta sbilanciato, molte sono le considerazioni che si possono muovere in tal senso, ma sembra che alla Monolith non abbiano mai provato nessun RPG negli ultimi anni e che giocoforza siano amanti solo del loro modo di vedere lo sviluppo di una trama con relativo gameplay, traducendosi in questo caso in una snervante ripetizione delle solite meccaniche prima di arrivare a giocare “seriamente”. Protagonista assoluto di questo titolo è il pianeta Mira, costituito da 5 macrosezioni gigantesche da esplorare, ognuna abitata dalle razze autoctone che in alcuni casi si mostreranno pacifiche ed in altri aggressive. Anche sotto questo aspetto il lavoro svolto appare colossale nella sua complessità, alcuni mostri fin quando andremo a piedi ci ignoreranno bellamente, ma nel momento in cui saremo a bordo di uno skell ci attaccheranno, mostrano quindi anche una certa caratterizzazione dei comportamenti degli abitanti Mira. Questi aspetti donano grandiosità all’opera della softco, così come la struttura verticale di tanti punti della mappa che evincono una cura al game design da primo della classe. Anche tutte le altre razze xeno con quale andremo ad interagire (come mai parliamo tutti la stessa lingua?) sono inserite bene all’interno della storia del gioco, certo i personaggi in perfetto stile manga come Tatsu oppure L sanno di già visto e sentito, però alla fine saranno in grado di conquistare la nostra simpatia con i loro teatrini e comportamenti goffi. Verso la fine del gioco il roaster di personaggi raggiungerà un numero ragguardevole, la storia metterà il turbo conducendoci verso un finale con i suoi colpi di scena (alcuni purtroppo ben individuabili) in grado di regalare compimento all’impalcatura narrativa seppur non raggiungendo le vette di eccellenza di Xenoblade Chronicles o del primissimo Xenogears.
BATTLE SYSTEM
In un RPG il battle system è da sempre il fulcro dell’esperienza, negli ultimi 20 anni abbiamo visto l’evolversi di tante “filosofie”, da quello a turni tipico dei J-RPG a quello in tempo reale (divenuto marchio di fabbrica di serie famose come TES oppure Fallout), Xenoblade Chronicles X riprende in toto quanto proposto dal suo prequel (a sua volta evoluzione del battle system di titoli quali FFXII o Vagrant Story) permettendoci la possibilità’ di muoverci liberamente durante le battaglie nell’attesa che le tecniche siano cariche per effettuare le dovute scelte (tenete presente che attaccare alcuni nemici da dietro oppure di lato permetterà di infliggere maggiori danni). Infatti starà al giocatore scegliere quale tipo di approccio adottare studiando tutte le varie classi (le quali avanzando di grado permetteranno di selezionare altre sub-classi con relative abilità) e quindi decidere di sviluppare tecniche dall’alto potere distruttivo restando nelle retrovie oppure sviluppare una classe che permette di avere tecniche dalla veloce ricarica per coloro che preferiranno un approccio più diretto e smanettone nelle battaglie. Tutte le tecniche a loro volta sono potenziabili, sarà possibile spendere i punti battaglia acquisiti per poter ridurre i tempi di ricarica ed aumentare il danno inflitto. Molto importante sarà l’acquisizione dei punti tensione i quali in base al meccanismo degli urli (utilizzabile mediante la pressione del tasto B al momento giusto e personalizzabili nell’apposito menù) permetteranno l’esecuzione di combo molto potenti e l’attivazione dell’abilità turbo (determinante negli scontri avanzati). Occorre in primis gestire bene la propria squadra (che potrà essere composta da un massimo di 4 giocatori salvo determinate restrizioni di alcune missioni) e quindi assicurarsi di avere nel proprio roster personaggi che siano in grado di coprire tutte le necessità del caso, mediante tecniche curative oppure con un particolare equipaggiamento di mosse specifiche per alcuni nemici particolarmente ostitici e sensibili a determinati elementi (fuoco, elettricità e via dicendo). Al tutto tenete presente che a seconda della classe selezionata e relativo rango acquisito, potrete equipaggiare delle abilità passive che andranno a fornire una ulteriore personalizzazione del proprio team. Già a questo punto è facile capire quanto il bs sia molto strutturato e vada studiato ben attentamente nelle sue varie sfaccettature, nelle fasi avanzate del gioco raggiunto almeno il livello 30 gli scontri cominceranno a farsi molto più ragionati e solo allora diventerà veramente fondamentale scegliere la classe e le abilità del caso per poter avere la meglio su un determinato nemico. Il gioco fa un vero balzo nelle sue meccaniche dal momento in cui sarà possibile ottenere gli Skell (mech nell’universo di Xenoblade Chronicles X) poiché da quel momento in poi il loro utilizzo permetterà al giocatore di affrontare nemici e mostri di classe e statura elevata. Gli Skell saranno disponibili in 7 differenti configurazioni (molto costose) con relative tecniche ed equipaggiamento, aspetto molto approfondito e che risulta davvero ben sviluppato. Sulla falsa riga di titoli come Armored Core, ogni Skell potrà essere equipaggiato con 8 diversi tipi di armi (alcune occupano due slot, come per esempio dei particolari cannoni che occupano i dorsali sia di destra che di sinistra) e la personalizzazione permette veramente di ottenere il mech dei nostri sogni (per esempio potremo anche decidere i colori di ogni sezione del nostro mech). L’esplorazione a bordo degli Skell ci permetterà di sfruttare la verticalità dello scenario e solo allora si apprende che il gioco finalmente comincia! La scelta di utilizzare il medesimo battle system del prequel farà la felicità di molti appassionati del genere, ma sinceramente fino all’ottenimento del brevetto di pilota di Skell (con tanto di omaggio) il gioco risulta fin troppo incanalato nella sola meccanica del grinding che se da un lato è fulcro del genere di appartenenza dall’altro potrebbe risultare tediosa nelle prime 30 ore di gioco. I menù a tendina risultano di facile consultazione anche se i caratteri utilizzati sono un po’ troppo piccoli, mentre il gamepad ben implementato mostrando la mappa dell’area di gioco in cui ci troviamo, con tanto di obiettivo da raggiungere, e la gestione delle sonde FrontierNav con le quali dovremo spendere molto tempo poiché oltre a fungere da punti per lo spostamento rapido serviranno anche per l’estrazione di minerali per il completamento di determinate missioni e per l’ottenimento di denaro, il quale purtroppo sarà sempre troppo poco visto il costo degli Skell e la loro assicurazione (avete capito bene, vanno assicurati). Hub centrale del gioco è la città di NeoLosAngeles, ovvero ciò che resta della Balena Bianca, nelle cui vie potremo accedere alla nostra caserma (super personalizzabile), interagire con tutti i NPC, selezionare missioni secondarie oppure altri blade (in base alla classe avranno un costo ed un tempo di utilizzo) da inserire nel nostro team, acquistare nuove armi oppure finanziare produttori di armi i quali a seconda della nostra fidelizzazione offriranno nuovi equipaggiamenti per il nostro personaggio e gli Skell (è anche presente un sistema che premia coloro che scelgono di “vestirsi” secondo la moda di un determinato produttore). Detto ciò sappiate che NLA va anche tutta esplorata, all’interno dei vari quartieri sarà facile trovare missioni secondarie (alcune molto importanti per la trama), il gamepad mostrerà a schermo la percentuale di esplorazione la quale francamente non ha nulla da invidiare rispetto alle aree principali del gioco, sia per dimensioni che per contenuti. Insomma l’universo di gioco appare veramente immenso, forse anche troppo immenso, di ore ne serviranno veramente tantissime, le missioni da portare a termine tra capitoli principali e side quest sono oltre 700, molte di loro purtroppo abbastanza ripetitive ed anonime, ma dalla missione 5 della quest principale l’universo di gioco comincerà a prendere una forma meglio delineata che di fatto invoglierà ad indagare su molti aspetti ritenuti fino ad allora secondari o poco importanti.
“Il lavoro svolto in Xenoblade Chronicles X appare
colossale nella sua complessità”
Se c’è un aspetto non criticabile in Xenoblade Chronicles X quello è sicuramente la realizzazione tecnica. E’ veramente un miracolo vedere un gioco del genere, con una mappa di tale estensione, girare a 720p e 30 fps senza rallentamenti di sorta. Ovviamente per via dei “naturali” limiti tecnici della console su cui gira sono presenti diversi compromessi (vedi un pop op marcato, diverse tex in bassa risoluzione), ma sotto questo punto di vista non si possono muovere critiche. La direzione artistica è sublime, con scenari realizzati ed animati divinamente, vedere tutte le varie specie autoctone che vivono nelle 5 regioni esplorabili è di per se un piacere! Sotto questo profilo i programmatori hanno dimostrato una fantasia immensa nell’immaginare così tante specie (consultabili nell’apposita sezione “collezionabili” anche per poter ammirare la loro realizzazione e caratteristiche), ma quello che sorprende sono le dimensioni di determinati mostri e le loro animazioni! In questo campo siamo di fronte al top ! Il solo girare per Oblivia o per Cauldros rappresenta già una fonte di divertimento e stupore per quanto ricreato dalla mente dei programmatori e dai chip grafici della WiiU. Al tutto aggiungete una realizzazione degli Skell veramente meticolosa con animazioni curatissime e perfette (le varie trasformazioni sono veramente da sbavo) ed un parco armi a volte esagerato per dimensioni e design (potremo equipaggiare cannoni che lo Skell montentà al momento dell’utilizzo facendogli raggiungere dimensioni assurde). Certo le magagna come accennato sopra ci sono, l’aliasing si sente, il design dei personaggi umani (non alieni!) risulta forse un po’ troppo stereotipato dagli anime giapponesi del passato, la fisica e l’interazione sono quasi nulli, ma di fronte all’immenso mondo di gioco costruito qualsiasi difetto si annulla ed è proprio il caso di dire che su Wii U non ci sia nessun titolo in grado di rivaleggiare con Xenoblade Chronicles X! Anche il comparto audio risulta molto vario e ben fatto, sono presenti numerosissime track (le quali cambieranno anche in base al ciclo giorno/notte), molte delle quali cantate in uno stile j-pop che ben si sposa con l’azione! Certo alcune musiche seppur bellissime potrebbero diventare pesantucce nella prima parte del gioco quando ci ritroveremo a sentirle per tantissime ore, però con il progredire della storia questo difetto andrà a scomparire automaticamente. Il doppiaggio in inglese risulta di buona fattura ed anche i sottotitoli di buona dimensione (meno male) non rendono difficile seguire e capire gli eventi del gioco. Non mancano neanche le modalità online che sono suddivise in tre grandi gruppi: quelli centri vitale, nel quale accedere se si vuole giocare da soli ed occuparsi di incarichi secondari (tipo uccidere entro tot minuti determinati mostri) per ottenere dei bottini e ricompense; gruppi conquista e gruppi amici, potrete unirvi ad un gruppo di giocatori formati da un massimo di 32 unità costituite da giocatori occasionali oppure amici con il quale sulla falsa riga di Monster Hunter dare la caccia a determinate creature (veramente molto ostiche) oppure giocare in maniera asincrona seguendo il medesimo obiettivo. Premendo il tasto – potremo accedere a ricompense oppure ricevere doni dagli altri partecipanti al gruppo, mediante un apposita finestra che si aprirà sul lato sinistro dello schermo. Solo il tempo ed i particolari gusti soggettivi diranno se tali modalità saranno un quid in più per il gioco, al momento la partecipazione dei giocatori (per ovvi motivi) è molto limitata pertanto la mia esperienza si è basata principalmente nel primo gruppo, ma vista l’immane molte di contenuti l’apparato social potrebbe nel futuro svilupparsi notevolmente contribuendo a rendere Xenoblade Chronicles X “virtualmente” infinito.