Se c’è una serie che più di tutte ha sempre contraddistinto la “Nintendo difference” quella sicuramente è The Legend of Zelda. Parliamo di una serie nata negli anni ottanta sulla prima console Nintendo, evolutasi su tutte le piattaforma uscite successivamente, ed arrivata alla sua summa in Ocarina of Time, gioco uscito su N64 ed oggi considerato uno dei migliori videogiochi di sempre. La formula di gioco introdotta in OOT nel corso degli anni ha subito diverse evoluzioni, ma sostanzialmente non è mai stata rivista nei sui punti cardine, poiché l’alchimia perfetta tra esplorazione e narrazione rappresenta il marchio distintivo di The Legend of Zelda. Nell’ormai lontano E3 2004 la grande N presentò, alla fine della sua conferenza, un filmato di The Legend of Zelda: Twilight Princess, nuovo capitolo in sviluppo per GameCube, che infiammò letteralmente la platea dei presenti in sala. Ad oggi viene ricordato come uno dei momenti di maggiore euforia mai visti per l’annuncio di un gioco, poiché TP venne presentato proprio come il direttore successore spirituale di Ocarina of Time, ed in molti non avevano gradito la deriva artistica cartoonesca di The Wind Waker, pertanto fin dal suo annuncio questo gioco rappresentò l’avverarsi del sogno di tutti i fan della serie. Alla fine TP uscì nel 2006 in una forma ibrida, ovvero come titolo di lancio per la nuova console (Wii) e come canto del cigno del GameCube, con il difficile compito anche di mostrare tutte le innovazioni del gameplay che potevano essere ottenute con il nuovo hardware e la sua periferica di gioco (Wiimote). Quindi a distanza di ben 10 anni Nintendo decide di rispolverare questo capitolo, sarà riuscita a fare un buon lavoro oppure rappresenta l’ennesima mossa commerciale per guadagnare “dindi” con il minimo sforzo? Solleviamo subito ogni dubbio: Twilight Princess rappresenta ad oggi una remastered molto gradita e ben fatta.
C’ERA UNA VOLTA…
Ogni capitolo di Zelda rappresenta una storia a sé, sebbene l’universo di gioco possa sembrare il medesimo. In questo capitolo la narrazione tocca “colori” che in passato solo Majora’s Mask aveva osato sfiorare, ci riferiamo alla malinconia che pervade ogni pixel fino al bellissimo finale. Link (il nostro alter ego ed effettivo punto di congiunzione tra il giocatore ed il gioco) vivrà la sua ennesima avventura in compagnia di un personaggio che nel corso del gioco, oltre a guidarci, ci farà letteralmente commuovere per la sua caratterizzazione. Il personaggio in questione è Midna, protagonista indiscussa del gioco, e rappresenta ancora oggi uno dei personaggi migliori mai creati all’interno della serie. Infatti il suo carisma e la sua caratterizzazione riescono ad oscurare persino la bella principessa Zelda, ma il modo in cui ciò avviene risulta talmente ben congeniato e pensato tanto da non suscitare il minimo disappunto. Ciò dona ulteriore carattere a The Legend of Zelda: Twilight Princess, poiché la caratterizzazione dei personaggi e la trama si discostano nettamente dai toni tipici della serie. Nello specifico Link dovrà cooperare con Midna per fermare il malvagio Zant, stregone del mondo del crepuscolo, il quale intende ricongiungere i mondi della luce e dell’oscurità per governare come un tiranno su tutti gli esseri viventi. Nel lungo cammino che porta ai titoli di coda verranno fornite tutte le risposte alle domande che inevitabilmente sorgeranno nella mente del giocatore, scopriremo chi sono gli abitanti del crepuscolo, perché Midna abbia comportamenti a volte non chiari (antipatici in più di qualche occasione) e quali sono le reali minacce che il mondo della luce e del crepuscolo corrono.
[quotedx]Midna è uno dei personaggi migliori mai creati all’interno della serie[/quotedx]
All’interno della narrazione trovano posto anche altri personaggi ben caratterizzati e che impreziosiranno con le loro storie l’evolversi della trama. Non possiamo non citare Iria, una ragazza del villaggio Tauro, che coinvolgerà emotivamente Link allontanando la storia dai soliti cliché che vedono l’eroe innamorarsi della principessa di turno. Tutte le ambientazioni, come da tradizione, risultano costituite da un villaggio ed il relativo dungeon (in questo capitolo presenti in numero molto elevato rispetto alla serie), e se i primi possono risultare piuttosto semplici, andando avanti le meccaniche diventeranno sempre più complesse aggiungendo oggetti e poteri (come quello di trasformasi da umano in lupo quando vogliamo) che andranno ben tenuti in considerazione per avanzare. La storia principale quindi spiccherà il volo arrivati a metà della sua narrazione, alcuni colpi di scena (seppur prevedibili) contribuiscono a rendere ancora oggi The Legend of Zelda: Twilight Princess un capolavoro per via della “magia” che permea il suo fantastico mondo (ovviamente molti sono i riferimenti ai titoli usciti precedentemente e che non possono non far scendere una lacrima a coloro che li hanno giocati tutti).
Come contenuti The Legend of Zelda: Twilight Princess è sicuramente il capitolo di Zelda che ne ha di più: sono presenti le classiche fasi all’interno dei dungeon, l’esplorazione a cavallo di Epona, le fasi da affrontare trasformati in lupo ed una lunga serie di mini giochi, tra cui la pesca, pensati proprio per sfruttare il Wiimote della Wii e che oggi purtroppo risultano meno divertenti. Ciò non toglie che il gamepad, ove possibile, sia stato sfruttato egregiamente e il sistema di puntamento con il sensore di movimento risulta molto pratico e preciso tanto da preferirlo alle leve analogiche. Il menù in tempo reale è una gradita aggiunta anche se, distogliere lo sguardo dalla tv per cambiare arma, a volte può risultare deleterio (in particolare durante gli scontri con i numerosi boss). Il gameplay risulta quindi più “ricco” del solito, gli oggetti peculiari di ogni capitolo sono presenti e quelli esclusivi di TP (come il disco rotante) donano una varietà all’azione che ha pochi eguali nel panorama videoludico. Epici sono gli scontri con i boss, forse i migliori della saga, ed alcuni santuari (come quello del lago o della città etera) ribadiscono una cura al game design che ad oggi molti giochi moderni semplicemente si sognano! Analizzare una remastered pone sempre di fronte alla problematica di capire se ad oggi se ne sentiva la reale necessità oppure se si tratta dell’ennesima campagna commerciale finalizzata al solo profitto con il minimo costo. Ad Ottobre 2013 Nintendo pubblico la remastered di The Wind Waker, la quale rispetto al capitolo originale si distingueva solo per l’implementazione dell’alta definizione e di filtri grafici che di fatto hanno conferito al gioco una cosmesi ancora oggi bella da vedere.
Molto del merito va attribuito anche allo stile grafico di The Wind Waker, basato sul cell shading, e quindi meno incline all’incedere del tempo. The Legend of Zelda: Twilight Princess invece non può contare su questo vantaggio ed il suo stile grafico risente inevitabilmente del tempo anche se, occorre ben precisarlo, lo sforzo profuso per questa riedizione appare ben maggiore. Questa edizione oltre a vantare una risoluzione in full hd ed un frame rate granitico a 30 fps presenta una rivisitazione completa del sistema di illuminazione, adesso dinamico, che evidenzia bene il ciclo giorno/notte (con le ombre che variano con il trascorrere del tempo), una definizione maggiore di tutte le textures (molte ridisegnate) ed un colpo d’occhio sui primi piani dei personaggi in grado di ammaliare per via dello stile e del design. Anche la definizione delle ombre dei personaggi risulta aumentata ed i vari effetti volumetrici (quali la nebbia) impreziosiscono ulteriormente l’aspetto generale del titolo. Purtroppo è nel dettaglio poligonale, rimasto invariato, che si riscontra il punto debole della produzione. Forse almeno per i personaggi primari si sarebbe potuto optare per un remake totale, ma ciò avrebbe influito sicuramente sui tempi di produzione e forse avrebbe stonato all’interno dell’intera produzione.
[quotesx]Epici sono gli scontri con i boss, forse i migliori della saga[/quotesx]
Rispetto a tanti altri giochi usciti in versione remastered, The Legend of Zelda: Twilight Princess parte si svantaggiato (parliamo alla fine di un gioco per GameCube) ma l’impegno profuso finisce per rendere il tutto sempre gradevole e l’illuminazione e l’alta definizione riescono a donare ancora “magia” al fantastico design che oggi, come dieci anni fa, resta un puro miraggio per tanti altri sviluppatori. L’implementazione degli amiibo è molto marginale, quello di Link serve per ricaricare la nostra scorta di frecce mentre l’amiibo di Link Lupo sblocca un nuovo dungeon nelle fasi finali del gioco, purtroppo non siamo stati forniti da Nintendo di tale gadget e pertanto non abbiamo potuto testare questa addizione all’interno del gioco. E’ inoltre presente la modalità eroe, pensata per coloro che amano le sfide impossibili e caratterizzata dalla mancanza di cuori ottenuti sconfiggendo i nemici e dall’inversione dell’intera prospettiva di gioco (sinistra/destra). La colonna sonora risulta la medesima del titolo originale, con musiche ben orchestrate in grado di caratterizzare al meglio ogni ambientazione e fase di gioco. Sono presenti ovviamente tutte le musiche storiche della serie più quelle pensate per il capitolo in questione, di una bellezza “disarmante”. Gli effetti sonori risultano i medesimi e non abbiamo riscontrato cambiamenti rispetto al titolo originale.
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