Tom Clancy’s The Division è il gioco del momento. I dati fatti di vendita fatti registrare al lancio lo collocano come uno dei giochi più redditizi per Ubisoft. Dopo qualche ritardo, dovuto più che altro alla volontà di testarlo con cura fino allo sfinimento, noi di GamesVillage possiamo parlarvi finalmente se vale o no la pena indossare la divisa della divisione e andare a salvare New York. Innanzitutto evitiamo di parlarvi del lore del gioco visto che è già stato trattato nel nostro articolo (che trovate a questo indirizzo) e andiamo dritti al sodo iniziando a parlare di quello che il gioco offre realmente.
MORDI LA MELA
The Division è, come saprete, un classico sparatutto in terza persona che fonde una serie di caratteristiche proprie di un MMO, di un open world e di un action RPG. L’eco mediatico e l’interesse suscitato hanno subito collocato il gioco come antagonista di Destiny, più per il clamore a dire le verità che per similitudini reali. Innanzitutto, Ubisoft Massive ha puntato su una struttura basata sulla visuale in terza persona, lontana anni luce da quella tipica degli FPS scelta invece da Bungie. Le differenze non finiscono certo qui, ma considerato che non vogliamo parlarvi delle divergenze dei due giochi, che di simile non hanno praticamente nulla o quasi, parliamo subito del editor del personaggio. Per un gioco che si professa MMO bisogna ammettere che la modalità di creazione ci ha lasciati veramente spiazzati. Plasmare il proprio avatar non da nessuno sfogo alla fantasia visto che sono presenti solo 6 presets per razza, colore della carnagione, occhi, cicatrici/tatuaggi e occhiali. Il peccato non è certo capitale e se siete più inclini alla azione piuttosto che all’estetica questa carenza non la noterete nemmeno. Chiarito che una volta lanciato il gioco ci vorranno pochi minuti per entrare in azione il primo passo da fare è semplicemente la riconquista di New York. La grande metropoli americana è in ginocchio, irriconoscibile, dopo l’attacco portato agli Stati Uniti durante un Black Friday epocale. Grazie, o forse sarebbe meglio dire per colpa, del denaro (oggetto scelto per diffondere il virus) in poche settimane la civiltà collassa su stessa lasciando spazio ad una sequenza di violenze barbariche per il controllo delle macerie della città. Voi agenti, prima dormienti, siete ora chiamati all’azione, bisogna proteggere, salvaguardare e ricostruire un’intera struttura sociale. L’incipit è indubbiamente intrigante così come intrigante è il sistema di gioco.
[quotedx]La grande metropoli americana è in ginocchio, irriconoscibile, dopo l’attacco portato agli Stati Uniti[/quotedx]
A questo punto la natura ibrida di The Division dà realmente il meglio di sé e le varie tipologie di generi iniziano perfettamente a miscelarsi. Ogni scontro infatti offre una serie di spunti divertenti e coinvolgenti a partire dal sistema tipico dei TPS fatto di coperture e capriole a quello della composizione delle abilità che strizza l’occhio ai giochi massivi. Andando per ordine affrontare uno scontro a fuoco con i nemici non sarà mai una cosa rapida e sbrigativa (a meno che non torniate indietro alla ricerca di facile gloria uccidendo NPC di livello più basso del vostro.) ma prenderà più la fisionomia di una guerriglia urbana dove le coperture e il cambiare rapidamente arma a vostra disposizione faranno la differenza tra il vivere o il ripartire dall’ultimo Bind. Il gunplay è molto ben realizzato infatti sparare raffiche di colpi in pieno stile Rambo non sortirà l’effetto voluto visto che il rinculo dell’arma, tipico della saga Tom Clancy, inizierà a fare perdere solidità alla vostra mira offrendo così un facile bersaglio ai vostri avversari. Se il sistema di attacco scelto per il gioco strizza l’occhio al realismo, la gestione dei danni invece è decisamente arcade. Tutto l’impianto è basato sul danno inflitto per secondo quindi scordatevi gli headshot fulminati tipici degli FPS. Il danno dipenderà dal livello delle vostre armi, ovvero una delle tre statistiche su cui si basa la crescita verticale del personaggio (le altre due sono il Vigore che incrementa la Salute e le Parti Elettroniche che si occupano della potenza delle abilità), dal livello dell’avversario e solo infine dalla vostra abilità nello sparare. Giusto per chiarirci colpire i ‘cattivoni’ in testa darà una sorta di bonus ma difficilmente li stenderete con un colpo.
Ogni membro della divisione ha a disposizione tre slot armi da poter equipaggiare a piacimento, due principali ed una pistola che a differenza delle altri avrà una sorta di caricatore infinito. Ogni arma è caratterizzata dal livello ed i colori per distinguerlo in modo rapido vanno dal grigio di quelli comuni al viola di quelli Elite, una distinzione non certa innovativa ma sicuramente pratica. Per gli amanti della personalizzazione tutte le armi principali sono munite di ben cinque slot che permettono di modificarne tanto l’aspetto quanto l’efficacia. Caricatori in grado di contenere più proiettili, impugnatore secondarie che diminuiscono il rinculo, silenziatori che aumentano danno e gittate e mirini che consentono di aumentare il raggio visivo. Se questo non dovesse bastare alcune armi sono corredate di precisi Talenti sbloccabili solo soddisfacendo determinati requisiti. Il titolo offre anche una piccola sezione di crafting. Inoltre, è possibile smontare il proprio equipaggiamento per ottenere le materie prime necessarie per crearne nuovi pezzi. Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutti gli stili di gioco. E proprio riguardo lo stile di gioco The Division pone un marcato accento sulle strade che si possono intraprendere grazie ad un legame con la story line che vede la base operativa come fulcro centrale. Ricostruire le sezioni che compongono l’ultimo baluardo dell’integrità equivale a sbloccare i tre rami abilità che contraddistinguono l’approccio agli scontri. Medical, Tech e Security, offriranno tre metodologie diverse di gioco: Tank, DPS e Healer con tutto quello che ne comporta. Considerato che The Division si proclama anche action RPG open world bisogna ammettere che sbloccare le abilità che compongono i tre rami è un po’ troppo story driven, visto che i punti per ottenere le nuove caratteristiche sono solo legati allo svolgimento delle main quest. Anche le abilità disponibili, nove in tutto, non sono tante, specialmente se paragonate a quelli offerte dagli MMO, ma bisogna ammettere che arricchiscono e non di poco il gameplay in generale. Focalizzarsi principalmente sulla ricostruzione della base operativa garantisce anche altri piccoli bonus come líinserimento di nuovi mercanti e nuovi tavoli dove creare le proprie armi. Tutti gli esploratori potranno placare la loro sete d’avventura grazie agli immancabili oggetti da collezionare sparsi in giro per la mappa ed una serie di quest secondarie e scaramucce estemporanee.
MEGLIO SOLI O MALE ACCOMPAGNATI?
Tom Clancy’s The Division richiede una connessione online per giocare, quindi ammesso che esista qualcuno che giochi offline farebbe meglio a lasciare il titolo sullo scaffale, perché il mondo di gioco di The Division è condiviso con tutti gli altri. Decidere di condividere le proprie avventure con qualcuno, oppure recitare la parte del lupo solitario sta solo esclusivamente a voi e al vostro gusto. Non esistono limitazioni di sorta, tutto quello che si supera in gruppo è affrontabile anche in solitaria, con l’aggravante però di perdere una bella fetta del divertimento fatta di cooperazione, studio di build complementari al gruppo e grasse risate in caso di fail. La conformazione di New York offre davvero tanti spunti per il gioco di gruppo: piani rialzati, porte che fungono da collo di bottiglia per i nemici e quant’altro. Onestamente riteniamo Inutile dire quanto sia più divertente affrontare un gioco con un amico o addirittura con un gruppo di amici. Rispettiamo in ogni caso anche chi vive il videogioco come un’esperienza più intima e non gradisce che gli venga rovinata dalle azioni altri. Se nessuno dei vostri contatti è interessato a giocare con voi, Ubisoft Massive corre comunque in vostro soccorso grazie ad un sistema di matchmaking, facile ed intuitivo che compone in automatico un gruppo d’azione.
[quotesx]La conformazione di New York offre davvero tanti spunti per il gioco di gruppo[/quotesx]
Fino a questo momento vi abbiamo parlato della parte cooperativa del gioco, ma The Division non è solo onore, eroismo ed alleanze, ma anche bramosia, tradimento e oscurità. Stiamo parlando della Dark Zone, ovvero quella porzione della Manhattan digitale di Ubisoft Massive dove uccidere gli altri giocatori. La zona nera è l’epicentro dell’epidemia e tutto li dentro è amplificato, a partire dal virus e dagli abitanti, non proprio amichevoli che la abitano. La JTF non potendo estirpare il problema ha deciso di circoscriverlo arginandolo tramite la creazione di una zona di quarantena. L’accesso è consentito solo ai membri della divisione, quindi ai giocatori, ed è qui che viene il bello visto che in questa terra di nessuno sono custoditi i loot più pregiati. Muoversi all’interno della zona nera significa scontrarsi in modo quasi continuo con numerose bande di nemici pronti a rimandare i giocatori al bind senza tanti complimenti. Uccidere gli avversari che si parano davanti vuol dire avere la possibilità di droppare ottime armi ed ottimi equipaggiamenti. Purtroppo però quello che viene raccolto non va direttamente al sicuro in inventario ma deve essere spedito alla base per essere decontaminato. Per fare questo bisogna necessariamente recarsi in un punto di estrazione così da chiamare un elicottero che verrà a ritirare il pacco. Nello spazio che separa la raccolta del drop all’arrivo dell’elicottero se si viene uccisi si perde tutto quello che è stato faticosamente trovato. Questo si trasforma immediatamente in una sorta di full loot tanto caro agli appassionati dei giochi sandbox alla Ultima Online. Quindi se è vero che aiutare il prossimo da un senso di appagamento non indifferente, rubargli tutto diverte senza dubbio più eccitante. Per evitare che la Dark Zone diventi un vero e proprio far west dove ci si spara a vista Ubisoft ha inserito un sistema chiamato “agente traditore” che si attiva quando si attacca un altro collega della divisione. Compiere degli attacchi verso gli altri giocatori offre la possibilità di depredarli ma comporta anche una bella taglia sulla testa e grosso mark rosso ben visibile sulla mappa. Come aggravante ogni morte nella dark zone equivarrà a perdere i punti exp necessari a salire di livello. Gli sviluppatori hanno puntato molto sulla Dark Zone con la speranza di aumentare la longevità del gioco quasi ai livelli di un MMO. Questa zona PVP non è però un ring dove scazzottarsi e le sue dimensioni parlano chiaro: 25 ingressi e 8 punti d’estrazione garantiscono uno spazio di gioco non certo indifferente infatti ed il numero di isolati coinvolti è perfettamente in grado di assorbire grandi gruppi di giocatori senza mai dare l’idea di congestione. In effetti nessuno è costretto ad attaccare nessuno, NPC esclusi ovviamente quindi la premessa della Dark Zone è tanto semplice quanto efficace: nessuno può sapere in anticipo cosa succederà li dentro. Ottenere un buon loot potrebbe mettervi un bel po’ di pressione addosso a causa della presenza di altri agenti in loco che potrebbe improvvisamente attaccarvi, uccidervi ed infine rubarvi tutto.
Sotto il punto di vista tecnico il gioco non può essere messo in discussione: il dettaglio grafico e l’interazione con l’ambiente fanno il loro lavoro e lo Snowdrop (il motore utilizzato da Ubisoft Massive) svolge appieno il proprio dovere: la New York che fa da sfondo parla da sola. Girovagare tra alcune delle iconiche strutture avvolta da nebbia e neve è molto coinvolgente così come sono egregiamente realizzati gli interni, Madison Square Garden su tutti. Qualche piccolo dettaglio andrebbe pure sistemato ma lo scenario di tutta questa avventura è davvero stupefacente. La traduzione del gioco inoltre è precisa e fedele e anche la scelta delle voci sembra azzeccata. Lo shop non è per niente invasivo, limitato solo ed esclusivamente al comparto estetico di The Division, scongiurando almeno al momento il pericolo di monetizzare oggetti (Ubisoft ha già pubblicato la scaletta relativa alla release dei DLC, una cui parte sarà assolutamente gratuiti).