Dopo un’attesa durata più del previsto, torna l’Agente 47 con il secondo episodio del nuovo titolo a lui dedicato. La prima missione, di cui potete trovare la nostra recensione a questo link, era stata solo un assaggio troppo fugace per i fan della serie che finalmente dopo quasi due mesi posso entrare nel vivo dell’avventura grazie a Sapienza. L’offerta di questo nuovo episodio si allinea perfettamente con quella mostrata di IO Interactive con Showstopper. Da un lato abbiamo una nuova missione, The World of Tomorrow, nuovi obiettivi e nuove location, dall’altro il solito Contratto Escalation ad essa collegato. Poca roba? Su questo si potrebbe discutere, ma spesso non è la quantità a fare la differenza.
IL FASCINO ETERNO DEL BEL PAESE
L’immaginaria Sapienza è presentata come una cittadina della costiera amalfitana, un borgo a metà strada tra un tipico paese della costa campana e un microcosmo di tutto ciò che la migliore italianità ha da offrire. L’eccellente lavoro svolto dal team di sviluppo nel delineare l’estetica dell’ambiente di gioco è evidente in ogni scorcio della location: dalla piccola spiaggetta situata al lato del porticciolo alla chiesa che la sovrasta, dalla piazza su cui affaccia la maestosa Villa Caruso alle viuzze strette intasate di motorini, macchine e turisti oziosi. Persino i colori, le crepe nei muri e l’intonaco corroso, contribuiscono a restituire il feeling necessario a rendere tutto assolutamente credibile. Una prima, e a mio avviso molto importante differenza, con Showstopper. Per quanto infatti l’ambientazione di Parigi fosse maestosa e dettagliata, il suo essere “una qualsiasi villa meravigliosa” (e non necessariamente parigina) rendeva la missione e l’approccio a questa molto più impersonale. In The World of Tomorrow persino le opportunità da cogliere, sempre numerose e varie, si allineano con il mood italiano del contesto e dei personaggi. Tra tutte, non posso non menzionarvi, ma senza entrare nel dettaglio onde evitare spoiler, quelle relative al morboso rapporto tra Silvio Caruso e la sua ormai defunta madre. E, dopo averlo giocato, fatemi sapere se avete trovato la non proprio sottile citazione di Psycho.
Veniamo ora alla missione vera e propria. In questa seconda parte rimane invariata la struttura del assassinio, ancora una volta duplice, a cui si aggiunge un ulteriore obiettivo. Le nostre sfortunate vittime, Silvio Caruso e Francesca De Santis sono due esperti di bioingegneria alle prese con un virus capace di uccidere il bersaglio in base al suo codice genetico. Essendo il nostro mandante la stessa azienda per cui i due lavorano, sarà necessario non solo eliminare i responsabili del misfatto, ma anche distruggere ogni prova di queste ricerche, e quindi, il virus in questione. Una trama che di originale ha ben poco in realtà, ma lo scarso appeal narrativo è completamente compensato non solo dalla qualità estetica ma soprattutto da un level design che a mio avviso, è capace di nascondere quel brutto effetto “a scatole cinesi” riscontrato nel primo episodio.
Sebbene infatti il gameplay di questo secondo episodio di Hitman sia rimasto immutato l’organizzazione degli spazi e dei livelli di sicurezza, così come sono gestiti in Sapienza, rende la missione più stimolante. Se in Showstopper era necessario acquisire ogni volta un travestimento specifico per salire al piano successivo della villa e, una volta indossato l’abito giusto, non c’era niente che teoricamente il giocatore non potesse fare, incluso stalkerare la vittima, in questo caso la situazione cambia completamente. Non esistono travestimenti giusti poiché gli PNG sono mescolati in modo tale da che sia che tu sia travestito da guardia, sia che tu indossi l’uniforme da inserviente, è solo attraverso una buona conoscenza della location e dei movimenti dei personaggi che puoi arrivare all’obiettivo portando a termine la missione in modo pulito, da assassino professionista. Una parte importante in questo miglioramento è svolta dal level design, che elimina la struttura quasi interamente verticale della location di Parigi, in favore di un’organizzazione degli spazi mista, favorita anche da un’ambientazione che per sua stessa natura è più varia come lo più essere un piccolo borgo costiero. In conclusione, questo secondo capitolo è a mio avviso superiore al primo sia in termini di qualità estetica che gameplay. Sfortunatamente nonostante due patch persistono i problemi legati alla lunghezza estenuante dei caricamenti e alla prontezza di risposta dei menù di gioco, un problema che mi aspettavo venisse risolto in tempi più stretti. Ma sono proprio i tempi a lasciarmi perplessa. Inizialmente IO aveva pronosticato rilasci mensili, che poi sono diventati (quasi) bimestrali. Il primo episodio non è stato capace di riempire a dovere questo gap temporale; se un mese poteva essere un’attesa tollerabile, con il passare delle settimane la mia “febbre da killer” si è raffreddata. E nemmeno le modalità aggiuntive hanno potuto sopperire al calo di temperatura. In questo senso le chance del secondo capitolo sono maggiori, ma a questo punto spero proprio che i tempi non si allunghino ulteriormente. Ne va della salute videoludica dell’Agente 47. Tutto questo, nell’attesa spasmodica di Marrakesh. Io non so se riesco a resistere, e voi?