JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven – Recensione

Fate una faccia seria e mettetevi in posa, è il momento di giocare a JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven per PS4, ultima incarnazione delle avventure – bizzarre, appunto – vissute dagli esponenti della famiglia Joestar e create dalla matita di Hirohiko Araki. Abbiamo già avuto modo di esplorare il gioco in fase di anteprima e quindi, dopo essersi fatti un’idea abbastanza chiara di cosa ci attendesse, non restava che valutare il pacchetto completo per capire come si ponesse sul mercato nei confronti dei fan o di chi in generale provi interesse per il mondo dei videogiochi che prendono spunti dalle opere simbolo dell’animazione giapponese, e il risultato è quantomeno controverso.

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JOESTAR PENSACI TU!

Partiamo dal presupposto piuttosto positivo di un titolo in grado di unire nella sua interezza personaggi ed eventi di tutta la saga – che ha attraversato decenni e generazioni – con un pretesto inizialmente piuttosto scontato e debole: Jotaro e i suoi compagni, dopo aver messo fine ai piani di Dio, si trovano di fronte a vecchi amici e nemici riportati in vita per fronteggiarli nuovamente, seguendo gli ordini di un misterioso “sommo” che altri non’è… non spoileriamo, in quanto la trama è effettivamente uno dei punti di forza di questa produzione, partendo decisamente sottotono e in maniera prevedibile per poi fornire interessanti variazioni sul tema in un universo parallelo piuttosto intrigante, che sul finale è in grado di generare un discreto grado di coinvolgimento anche nei fan più accaniti della serie. E che questo Eyes of Heaven sia effettivamente un gioco realizzato con in mente i fan della saga è palese in ogni schermata, ogni menù, ogni file audio: la portata enciclopedica si ritrova nel numero spropositato di personaggi giocabili, ben 52, tutti personalizzabili a fondo per quel che concerne vestiario opzionale, citazioni da usare in combattimento, pose e colori, andando a definire quindi a seconda del proprio gusto le animazioni utilizzate nei momenti topici del combattimento. Nulla da eccepire in ottica fedeltà all’opera, i personaggi sono riprodotti in maniera quasi maniacale nei loro dettagli estetici così come nei tratti caratteriali, vantando inoltre un doppiaggio d’eccellenza che coinvolge gli originali doppiatori dell’anime che negli ultimi anni ha riportato in auge l’opera.

Su tutti spicca Joseph Joestar della terza saga, Stardast Crusaders, espressivo come non mai e sempre pronto a scaraventare nelle casse il suo “Oh My God” urlato come solo un eccentrico eroe in pensione potrebbe fare. Il cell shading scelto  da Cyber Connect 2 è molto pulito e graffia come le chine usate con maestria nel manga, anche grazie alla potenza di PlayStation 4 che permette al motore grafico – creato avendo come base PlayStation 3 – di esprimersi al meglio.  Se dal lato meramente prestazionale il cambio di piattaforma porta dei benefici evidenti, restano alcune incertezze in ambito animazioni, piuttosto rigide e innaturali nelle scene di intermezzo, palesemente legate ad uno sviluppo vecchia scuola in cui i singoli personaggi si muovono esclusivamente durante la propria linea di dialogo e quindi anche semplici scambi di battute si prolungano più del dovuto nell’attesa che tutti dicano la loro battuta ed eventualmente escano di scena. Una volta in battaglia parte di queste limitazioni si ripresentano in maniera sensibile per via della coraggiosa (o azzardata, come preferite) scelta di trasportare gli scontri 2D del precursore in un ambiente tridimensionale che sfrutta anche variazioni di altezza. Si prende il controllo di due dei tanti eroi – o villain – per affrontare scontri 2vs2 o, quando richiesto dalla trama, 2vs1, gestendo in prima persona solo un personaggio e chiamando in causa il secondo nel momento in cui si vogliano massimizzare i danni, attivando la modalità “combo di coppia”, senza però mai controllarlo attivamente. I combattenti di JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven risultano piuttosto pesanti nel loro incedere e non si ha mai la sensazione di muoversi nelle arene con l’efficacia richiesta da un titolo simile, spesso trovandosi in balia di una CPU magari non troppo aggressiva ma che tende a sfruttare con efficacia le superiorità ambientali generate da chi possiede attacchi a distanza in grado di spezzare costantemente l’azione del giocatore.

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JoJo’s Bizarre Adventure: Eyes of Heaven richiede una gran dose di pazienza per essere padroneggiato a dovere e permettere quindi di godere di quanto di buono viene offerto, ma in un settore in cui esistono titoli – degli stessi sviluppatori! – che affrontano in combattimenti animati in maniera esplosiva, fluida e recettiva, trovarsi in un contesto che richiama alla mente i vecchi tie-in dell’era PS2 funge da pesante deterrente all’investimento delle ore sufficienti a sbloccare lo sbloccabile e poter dire di avere metabolizzato il sistema di combattimento. Non sembrerebbe poi neanche una grande impresa, limitandosi ad un paio di attacchi, il salto, la guardia e ad una serie di azioni speciali, attivabili usando i dorsali come modificatori, che necessitano poi di un adeguato tempo di ricarica prima di essere eseguite nuovamente, eppure tutto risulta di una rigidità disarmante. A scaldare gli animi non mancano però le super mosse, ormai un classico per questo genere, che vengono eseguite in coppia dai personaggi del proprio team ricalcando ed esaltando il rapporto/legame tra i due, indipendentemente dal fatto che si siano conosciuti o meno: un altro tassello che va a comporre un prodotto davvero indicato per i fan, che quantomeno dimostra l’attenzione riposta nel trattare il materiale originale. Da sottolineare l’assenza del multiplayer locale, impossibile da relegare in uno split screen vista la struttura dei combattimenti: fortunatamente il titolo rimedia con una modalità online funzionale, rimanendo però nel complesso un passo indietro rispetto a All Star Battle che, nello stile classico dei picchiaduro da sala, si prestava alle lunghe sessioni in compagnia di amici ritrovatisi fisicamente nello stesso posto.