La Grande Guerra. Una storia che ha lasciato segni scolpiti nella pietra e nella natura del nostro paese, tra nubi di lacrime, racconti, descrizioni romanzate e affascinanti misteri. Una storia distorta da molte nazioni prima di essere inculcata alle nuove generazioni. Una storia difficilmente raccontata dagli sviluppatori, ben più inclini a portare sullo schermo il suo triste seguito, la “sempre verde” seconda guerra mondiale. Perché più complessa. Perché meno appagante sullo scontato piano dell’arsenale da guerra. Fino ad oggi, almeno. Posso dirvelo? Era ora.
Dopo una scorpacciata di FPS futuristici e dove la guerra si, appare soltanto un gioco, era davvero ora. Ci voleva del coraggio, certo. E quello di DICE non manca, fin dal primissimo minuto della campagna single player, dove impersoneremo un soldato per prima istanti prima della pallottola fatale, per passare a un altro e un altro ancora, in un cimitero di guerra virtuale. Dove la guerra è brutta, cupa, triste. Inutile. 20 ore offline che potrebbero già renderlo il miglior “gioco” di guerra di quest’anno. Una mappa costellate da storie, quella della grande guerra di DICE. Storie, raccontante dai suoi superstiti ai loro prossimi. Storie che vivremo dai loro occhi, mentre su schermo prende vita il mio complesso e sontuoso scenario bellico mai realizzato. Esplosioni, effetti particellari di ogni genere, riflessioni, meteo, mappe enormi e un’infinità di dettagli fluidi e visivamente devastanti. E abbiamo testato il gioco su una “semplicissima” versione PlayStation 4. Potremo vivere le storie di questa grande guerra targata EA liberamente, ripercorrendo alcuni dei più importanti, determinanti momenti della prima guerra mondiale. Ovviamente, in gran parte romanzati e ricchi di personaggi pronti per il grande schermo, tra castani eroi alpini e sfrontati piloti biondo platino e degni di Captain America. Ma, sinceramente, senza un tocco di finzione il tutto sarebbe deprimente, avvilente e agghiacciante, come i fatti comunque in gran parte riportati con enorme stile.
[quotedx]Ci voleva del coraggio, certo. E quello di DICE non manca.[/quotedx]
La campagna di Battlefield 1 non solo vi permetterà di prendere mano con tutti i tipici (fino a un certo punto, dato il periodo storico) mezzi aerei e terrestri della saga, così come con le sue immediate “meccaniche da fuoco”: sarà anche un momento intimo e personale dannatamente divertente, un single player “come quelli di una volta”. Da solo, potrebbe valere il prezzo intero del biglietto, insomma. Ma non nascondiamo che alla fine, vestirà pur sempre le vesti dell’antipasto di turno. Un antipasto abbondante e sontuoso, pieno di taglieri e boccali di vino. Ma decisamente meno corposo delle portate principali: il suo esplosivo multiplayer, che vuole riprendersi uno scettro perso da tempo, per l’essere precisi dagli indimenticabili fasti di Battlefield 3. La prima cosa che ho notato quando sono entrato nella pagina multi-player, è la nuova modalità battaglia ordinaria. E non appena fatto un giro sulle operazioni Conquest e Advantage, ho dovuto fare i conti con le enormi dimensioni delle mappe attuali: campi di battaglia che offrono una vera e propria guerra che i giocatori. In passato quando si entrava in una partita di conquista partita si “attacca” o si “difende” tutti insieme, e poi si passa dall’altro lato. Ecco, con Battlefield 1 tutto cambia e DICE sembra quasi puntare a inserire elementi simulativi e “meno arcade”. Partite online dove ognuno ha il suo compito e il suo rendimento. Come nel calcio, c’è chi è difensore e chi è attaccante. E in un istante il potenziale della della modalità Conquest appare già enorme e capace di infiammare animi a lungo, per i mesi a venire. Ad essa si affiancano tutte le modalità multiplayer che siamo abituati a da precedenti giochi Battlefield: Rush, Conquest, Team Death Match e Advantage, così come una nuova modalità di gioco dove dovremo trovare dei piccioni viaggiatori posizionati sulla mappa e per distruggere i nemici dovremo inviare messaggi per gli artiglieri! Ma l’innovazione più importante in Battlefield 1 sono le nuove armi modellate sulle armi reali utilizzati dall’Alleanza che proprio come in passato potremo potenziare con una varietà di attrezzature. Grazie alla varietà di questo arsenale, ben più vasto di quanti molti di voi potevano immaginare, si riduce anche una delle mie più grandi perplessità verso un FPS basato sulla prima guerra mondiale: la lentezza dei fucili e le armi dell’epoca. Il lavoro di bilanciamento su armi pesanti, mitragliatori, fucili da precisione, per DICE, sarà stato duro e difficilmente immaginabile. Ma il risultato è che vi ritroverete tra le mani uno sparatutto che non invidia nulla alla fantasia e la libertà degli sparatutto sci-fi che attualmente dominano il settore.
Il suo esplosivo multiplayer, che vuole riprendersi uno scettro perso da tempo
Se c’è un difetto semmai che può balzare agli occhi, dopo qualche ora passata online, è la similitudine che serpeggia persino sulle pungenti Alpi, con un certo Battlefront. Cosa che, diciamolo, forse non per tutti sarà un vero e proprio “difetto”. Però, mi sembra doveroso segnalarvelo, così come sottolineare che qui non troverete però gravi squilibri di “potere” tra le armi o i soldati. Nessuno vince perché ha il miglior equipaggiamento (Destiny) o perché ha le migliori skill (COD). Questo è un Battlefield puro, dove vince la squadra e soprattutto… la strategia. A volte però, proprio come nella storia, persino durante l’ennesima partita online con gli amici, in Battlefield 1 la fortuna può essere determinante. Per esempio, per gli effetti atmosferici. Una tempesta improvvisa, ed ecco che la linea di tiro del vostro cecchino è messa in difficoltà proprio durante gli istanti fatali della battaglia. Gli effetti metereologici sono uno spettacolo per i vostri occhi… ma sono pronto a scommettere che arriverete ben presto a temere anche il più piccolo lampo in lontananza. Proprio come li temevano i soldati di cui vestirete le uniformi. Perché anche online, l’impotenza dell’uomo e la strapotenza delle armi è pungente, storica, reale. Non c’è nulla che vi potrà offrire riparo per più di qualche secondo, neanche le trincee. Uccidere o morire, l’estrema, crudele e semplice sintesi della vita sul campo. Le migliori mappe del gioco, che avrete assaggiato durante la vita in Battlefield 1 fuori dalla rete, sono spietate anche in compagnia dei vostri amici. Neanche il vostro dannato party vocale, potrà farvi sentire al calduccio e al sicuro, durante la Grande Guerra. E mai potrebbe, grazie a un comparto audio eccezionale, avvolgente, che stordisce quanto i colpi di mortaio che troppe volte vi ritroverete a schivare stringendo il vostro fucile.