Halo Wars 2 – Recensione

Atteso da tempo e con un illustre predecessore, Halo Wars 2 è arrivato nella mia console veloce come un ghost col turbo. Sin dall’annuncio al termine della Gamescom 2015 di Colonia mi sono chiesto come 343i e The Creative Assembly (mais oui, quelli di Total War) potessero migliorare l’ottimo Halo Wars del 2009 di Ensemble Studios. O se potessero snaturarlo, la possibilità c’era dopotutto. Ebbene, oggi potrò dirvi la mia con cognizione di causa. Seguitemi in questo tour dei campi di battaglia, un po’ in stile MOBA (ma ci arriveremo), dove faremo i “reporter di guerra”.

Parto subito con i grossi calibri, come direbbe il buon sergente Forge (che troveremo nel gioco come DLC) e parliamo della campagna del gioco. Veloce, ricca di colpi di scena e ben studiata, la storia di Halo Wars 2 prende corpo circa trent’anni dopo gli eventi del primo capitolo. Dopo quasi tre decenni in stato di sonno criogenico l’equipaggio della Spirit of Fire si trova ad indagare su di un vecchio messaggio che sembra provenire da forze UNSC. Deciso a capirne di più, il capitano Cutter affiancato dalla dottoressa Anders (e apparentemente segnato dalla mancanza di Serina) ordina di raggiungere la fonte del segnale. Qui troveranno una struttura dei Precursori, detta “Arca”, ormai completamente alla mercè di Atriox, un brutale e spietato capo clan Brute sfuggito al destino che i Covenant avevano scritto per lui e le sue genti. Dopo essere scampato al massacro del proprio clan, usato dai vertici militari dei Covenant come carne da macello per sfondare le prime linee nemiche, Atriox decide che è tempo per i Jilrahanae di ribellarsi e prendersi di nuovo la propria identità.

Da questo momento la trama è un susseguirsi di rivelazioni, che culmina nel finale al fulmicotone; ben raccontata attraverso delle cutscene di ottima qualità, davvero una gioia per gli occhi, va ad inserirsi bene nell’universo espanso di Halo. Purtroppo, nonostante la gioia delle nostre retine durante gli intermezzi filmati, è un po’ un trauma vedere come i volti dei personaggi che conoscevamo da Halo Wars siano cambiati drasticamente; certo, nulla di cui lamentarsi visti i miglioramenti delle cutscene, ma comunque una piccola pecca che ai più affezionati della saga potrebbe causare un piccolo colpo al cuore. Niente di fatale, comunque.

Se da un lato la storia dietro ad Halo Wars 2 è convincente, lo stesso non posso dire del comparto grafico in toto. Nessun dramma, intendiamoci, il titolo è godibilissimo e trova nella resa degli effetti particellari, la qualità delle texture e nella mole di elementi in movimento sullo schermo i suoi punti di forza. Ma a mio avviso lo stile grafico, che appare un po’ più “fumettoso” rispetto al primo capitolo e con colori più squillanti, non è il massimo per esprimere il concetto di guerra senza quartiere proprio del titolo. Di sicuro veicoli, edifici e unità in generale hanno giovato del restyling di questo nuovo capitolo, apparendo più letali e pronti alla battaglia che mai.
Qualche piccola imperfezione tecnica, come un fastidioso tearing che si palesa spesso quando si scorre la mappa, non contribuisce a far ingoiare questo boccone amaro a cuor leggero; diciamo che c’è necessità di qualche limatura qua e la per rendere il gioco ancora più fruibile. Menzione d’onore per le location, che spaziano da strutture dei Precursori a canyon fino a vallate rigogliose, dando una sensazione di varietà molto apprezzabile. Anche l’hud di gioco è stato pesantemente rivisto, risulta meno invasivo e più completo; ad esempio, tramite un sistema di icone di facile comprensione, sarà più semplice per noi scegliere quali unità schierare per opporci alle armate avversarie.

Una volta appagato l’occhio, è ora di costruire qualche carro armato e vedere quanto possono essere duri i Grunt. Il gameplay, basato sul primo capitolo della saga, non si discosta molto da quanto abbiamo avuto modo di apprezzare in Halo Wars. Si sente, ovviamente, la mancanza di un mouse e di una tastiera, ma lo schema di comandi del nostro pad riesce a non essere macchinoso ed a farci godere appieno il titolo. Molto valide alcune migliorie e piccole variazioni, come la possibilità di scegliere in quali poteri del nostro leader investire, che vanno ad incrementare le possibilità strategiche del giocatore. Piccole modifiche anche riguardo le unità a nostra disposizione e un generale senso di miglior equilibrio rispetto al primo capitolo della serie, unite ad una rinnovata economia di gioco (ora basata su due risorse e non più su una) danno una dimensione nuova al gioco. Permane il “vecchio” sistema in stile carta-sasso-forbice, dove le unità aeree saranno avvantaggiate contro i veicoli, la fanteria sarà di solito devastante contro i mezzi volanti e, infine, i veicoli di terra saranno in grado di ridurre in brandelli la fanteria. Le modalità di gioco sono quelle classiche del genere, dal Dominio al Deathmatch, ognuna fruibile da uno fino a sei giocatori tra IA e player umani. Sempre valido anche il comparto online, stabile e senza grossi problemi di lag o netcode, sarà un piacere allearsi con i propri amici per schermaglie all’ultimo sangue.

Alle varianti classiche si assomma la nuova modalità, a cavallo tra il gioco strategico e il MOBA, denominata “Blitz”. In questa particolare variante di gioco dovremo resistere ad ondate di nemici sempre più agguerriti facendo conto solo sul mazzo di “Carte Blitz” che avremo messo insieme.
Sostanzialmente, ogni volta che completeremo per la prima volta una missione in modalità campagna o attraverso altre azioni nel corso delle partite, otterremo dei “pacchetti” in modo simile a quanto visto in Halo 5: Guardians. Ogni pacchetto conterrà cinque carte, di valore variabile dalle più comuni alle più introvabili; queste carte saranno divise in due “mazzi” principali, Covenant (o più propriamente Esiliati) ed UNSC. Le carte rappresentano le unità che potrete schierare, a patto di soddisfare i requisiti di energia e risorse, in qualunque momento per volgere a vostro favore la battaglia. Niente facilities per la produzione e filiera economica, dunque, ma una sorta di evocazione in tempo zero delle unità.
Una modalità di gioco innovativa che porta sicuramente freschezza alla creatura di 343i e Creative Assembly, strizzando l’occhio al fenomeno dei MOBA e introducendo seppur in modo differente il concetto di carte collezionabili già conosciuto in Halo 5: Guardians.

Il sonoro è decisamente di ottima qualità, seppur la mancata localizzazione in italiano costringa i meno avvezzi alla lingua inglese ad attivare i sottotitoli (un po’ minuscoli, a dire il vero) per capire i dialoghi tra i vari personaggi. Nonostante questo particolare tutto il resto fila davvero liscio, i rumori di esplosioni e colpi al plasma sono riconoscibili da chilometri di distanza e sono uno strumento in più per il giocatore per comprendere con che tipo di esercito ci andremo a scontrare.
Particolarmente azzeccate le voci dei personaggi principali della trama, doppiati egregiamente e ognuno in grado di conquistare un posto nell’imago dei giocatori.

In conclusione, Halo Wars 2 convince appieno nonostante i marginali difetti. Ritroveremo vecchie conoscenze come il capitano Cutter e la dottoressa Anders, potremo vestire nuovamente i panni dell’eroico sergente Forge nella modalità schermaglia, e ritroveremo l’emozione di guidare una colonna di Scorpion contro una base nemica; il tutto accompagnato da una trama solida e un sonoro di sicuro sopra alla media.
Una grafica d’impatto anche se non perfetta, unite al gameplay già testato della saga e ad una abbondanza di nuovi contenuti segnano l’arrivo di Halo Wars 2 nelle nostre Xbox One e sui nostri PC Windows 10. Indossate gli elmetti e armate i vostri fucili, marines. Siete pronti alla guerra?

Gamer dal 1990, complice un NES è diventato un essere mitologico, metà uomo metà pad. Nato per partenogenesi dal dio Chaos, si narra che nel suo pizzetto viva un troll viola del tutto simile a Trevor Phillips. Tra una sessione di gaming e l'altra è riuscito a procreare e la stirpe, sorprendentemente, è umana. Sincero, arrabbiato e politicamente scorretto, ama Halo alla follia, tanto da chiamare la figlia Cortana.