Dragon Quest Heroes II è solo l’ultimo capitolo di una serie praticamente immortale che da oltre trenta anni è una delle più seguite ed amate del panorama ruolistico giapponese, ma in generale da tutti gli appassionati di videogiochi. Al pari della sua eterna rivale Final Fantasy. La saga conta oggi ben cinquanta episodi divisi in maniera uniforme tra saga principale, conversioni, remake, spin-off ed episodi collegati più o meno direttamente alla serie. Il marchio Heroes, in particolare, appartiene al genere di nicchia dei musou, molto amati in Giappone. che stanno cominciando ad essere molto seguiti anche in occidente.
Dragon Quest di fatto è una saga importante quanto Final Fantasy, ma complice una distribuzione miope per il territorio europeo, per il quale la saga è stata ritenuta per oltre un decennio non adatta ai gusti territoriali degli abitanti del vecchio continente, si sono viste decisamente tardi conversioni dei primi, leggendari episodi per Famicom, giunti dopo tre anni sul solo NES statunitense col nome alternativo di Dragon Warrior. Eppure la serie ha delle carte da giocare decisamente buone, ed una fan base veramente enorme in tutto il mondo. Nata il 27 maggio 1986, la serie ha compiuto da poco il trentennale e in questi tre decenni ci ha spesso proposto interessanti varianti e spin-off rispetto al filone di giochi principali. Sono circa cinquanta, oggi i titoli dedicati al prolifico franchise. Tra questi spicca proprio la nuova serie Heroes, ispirata dai giochi di Koei-Tecmo Dynasty Warriors, che ha debuttato nel 2015.
Dragon Quest Heroes II è disponibile in Europa dal 28 aprile per PlayStation 4 e PC, tramite il canale Steam, mentre la versione Nintendo Switch, per ora, è ancora relegata al territorio giapponese, dove il titolo verrà distribuito, dal 27 maggio anche per le macchine di passata generazione, PS3 e la defunta PS Vita. La data è stata scelta proprio come omaggio all’anniversario della serie originale.
L’altra faccia di Dragon Quest
Dragon Quest Heroes II, sulla carta, dovrebbe essere un semplice Action RPG con elementi tipici del genere musou. Del resto lo sviluppatore scelto, Omega Force, gruppo interno di Koei-Tecmo che si occupa della serie Dynasty Warriors, è un vero specialista del genere, con decine di episodi nel curriculum, che cura anche tutte le versioni musou di serie celebri di altri marchi, tra cui persino Nintendo con Hyrule Warriors. Paradossalmente, però, nel gioco finale ci sono pochi elementi ruolistici, letteralmente ridotti all’osso, e persino poche caratteristiche dei musou stessi, usati come una specie di canovaccio di partenza e poco altro. Il titolo è diventato un vero e proprio hack and slash, con tantissimi combattimenti consecutivi ed ossessivi in cui si passa quasi senza soluzione di continuità. Non che ciò sia un male, sia chiaro. Però se il marchio Dragon Quest vi attira e pensate di trovarvi davanti ad un RPG siete stati avvertiti, non troverete quasi nulla del genere originale.

Gioco di Ruolo ed Hack and Slash, un rapporto controverso
Ma passiamo ora alla caratteristica più corposa ed interessante, ovvero le meccaniche di gioco. Lungi dall’essere un semplice mix casuale tra generi musou ed action RPG con blande spruzzate qua e la di hack and slash, come anticipato dagli sviluppatori, il titolo vira invece in modo irrefrenabile proprio verso quest’ultimo genere. Non è dato di sapere perchè Tomohiko Sho, director del gioco abbia deciso di caratterizzare in questo modo il titolo. Nonostante il particolare genere dei musou, magari non troppo apprezzato in occidente, sia tra i più amati in patria. Il Giappone, di fatto, impazzisce per le opere che rientrano nel mai troppo prolifico filone. La situazione dunque si ribalta ed il gioco può rientrare a pieno diritto tra gli hack and slash, benchè con elementi tipici del musou, ed una pennellata di RPG, ma davvero blanda, non temano i puristi del genere. In questi casi, ovviamente, la trama è solo un pretesto per legare i tanti combattimenti di massa nelle diverse arene da affrontare in sequenza.
Tantissimi nemici, tanti eroi, una sola città
La presenza di una sola reale città presente in Dragon Quest Heroes II, Accordia, la dice lunga sulle scelte ludiche del gioco, Accordia altro non è che un vero e proprio hub da cui partire per esplorare dungeon, mondo esterno ed arene via via più complesse. Avete presente il primo, indimenticabile, Diablo, titolo di Blizzard del lontano 1996? Bene, avete capito di cosa stiamo parlando. Alcune boss fight sono davvero indimenticabili, con nemici di fine livello enormi e davvero coriacei! Il gioco ci fa affrontare i super malvagi fin dai primi momenti di gioco. Facciamo conoscenza con l’oscuro Randellatore Notturno, ad esempio, dopo meno di trenta minuti di gioco! Questo boss ci darà le prime frustate sul sedere iniziatiche con la sua coda mortale, facendoci capire che, dal punto di vista della sfida, il gioco è davvero tosto! In realtà, per chi ha già una infarinatura di base del genere hack and slash, il titolo non sembra di difficoltà troppo elevata anche se, per alcune battaglie occorrerà sudare le proverbiali sette camicie, decisamente. Saper usare combo, attrezzature, magie e dosare bene eventuali momenti di modalità super, in cui possiamo diventare invincibili per un breve periodo, diventerà presto fondamentale ai fini della sopravvivenza.
Una nota di demerito, purtroppo, per quanto riguarda i controlli di Dragon Quest Heroes II, questi spesso sono macchinosi e poco gestibili durante le scene concitate, con una strana scelta ludica di cambiare le impostazioni degli stessi durante le fasi di esplorazione e quelle di combattimento. Una buona pratica fa superare il problema, certo, ma magari la piccola imperfezione andava risolta in fase di sviluppo e da un team in gamba come Omega Force avremmo preferito non si presentasse affatto.
La componente narrativa di Dragon Quest Heroes II
Buono il gameplay, dunque, ma a livello narrativo? Cosa offre questo nuovo titolo del franchise? Nei giochi di ruolo la componente fondamentale è la trama. Da sempre. Qui però questa viene ridotta all’osso e diventa un semplice pretesto per girovagare tra arene e luoghi dove combattere. La storia non è noiosa, sia chiaro, ma è certamente al di sotto rispetto alle indimenticabili trame della saga principale. Dragon Quest Heroes II ci catapulta in un mondo diviso in sette regni differenti in cui per secoli ha regnato la pace mentre ora, quasi senza motivo, la guerra tra enormi eserciti sembra essere l’unica ragione di vita degli abitanti. La sanguinosa guerra tra i diversi regni porta i protagonisti di questa avventura a doversi confrontare con continue battaglie tra loro, per riportare la pace ormai perduta. Dietro le quinte della storia si nasconde una misteriosa profezia che aveva predetto la guerra tanto tempo prima e che ora è diventata la tragica realtà dei giorni nostri. Un plot che ricorda da vicino i classici canovacci degli RPG anni novanta, e questo non può che far piacere ai giocatori di vecchia data. La trama, ideata da Atsushi Narita, dunque, si rivela comunque interessante, anche se indubbiamente pretestuale per le continue battaglie in serie. Il party del titolo deve essere composto di cinque elementi, uno è scelto tra i due protagonisti inediti, i cugini Lasaar e Theresa, che si trovano ad affrontare la storia insieme ad altri tre membri variabili. Questi ultimi sono scelti tra parecchi comprimari che altro non sono che personaggi tratti dai vari episodi della serie Dragon Quest e compaiono nel gioco persino volti noti di Dragon Ball, che ha in comune, guarda caso, il disegnatore… Tra questi spiccano Alena, Princess of Zamoksva, l’affascinante personaggio tratto dal quarto episodio della saga, Kyril e Torneko,
Purtroppo i personaggi guidati dalla Intelligenza Artificiale del gioco spesso risultano al di sotto delle aspettative e non si comportano come farebbe un companion umano vero e proprio, l’IA, infatti, non sempre farà la mossa giusta al momento giusto, rendendoci la vita più complessa. Molto interessante invece la feature di gestire il multiplayer tramite l’online, chiamando alle armi, letteralmente, altri giocatori connessi al network PlayStation o anche in cross platform con Windows o Nintendo Switch.

Il mondo scintillante di Dragon Quest Heroes II
Passiamo ora ad uno dei punti più forti di Dragon Quest Heroes II, la cui bellezza estetica è, diciamolo senza mezzi termini, abbagliante. Il comparto audiovisivo è infatti eccezionale, ma del resto non è possibile aspettarsi di meno da Dragon Quest. Il solo marchio della saga è una garanzia su tutti i fronti. Il già citato Akira Toriyama è un nome ormai leggendario, venerato come una sorta di divinità vivente da tutti gli appassionati di manga ed anime. Dietro al suo nome saghe di culto come Arale e Dottor Slump. L’autore, da sempre legato al franchise di Dragon Quest, ricopre il ruolo di disegnatore principale ma, come se questo non bastasse, è anche accompagnato da due altri artisti di elevata caratura, ovvero Kentaro Yamamoto ed Eiichiro Nakastu. Tutto, dal character design di protagonisti, personaggi secondari e nemici è una gioia per gli occhi! Peraltro i nemici, una volta sconfitti, possono essere arruolati nel nostro esercito, contribuendo ancora di più al divertente carrozzone di colori e varietà visiva che già ci viene offerto. Bellissimo il design della città di Accordia e dei singoli palazzi. Pieni di luce e orizzonti affascinati gli spazi aperti, con ogni più piccolo particolare disegnato in maniera eccelsa, con dovizia di particolari tale come solo un team giapponese di professionisti appassionati del proprio lavoro potrebbe fare. I giochi di luce permessi dalle vetrate multicolore delle chiese, le ardite composizioni cromatiche, gli accostamenti quasi antitetici dei colori, la fusione di toni accesi e freddi, con una continua lotta tra colori accesi, arancione, giallo, rosso e colori spenti come marrone e nero. Si, una vera eterna lotta tra loro, come del resto sono in lotta i personaggi. Gli effetti visivi sembrano presi dall’immaginario collettivo delle discoteche degli anni settanta per quanto sono azzardarti, in un continuo caleidoscopio di esplosioni, magie e fuochi che stupiscono sempre in modo diverso lo spettatore. Una grafica veramente ben disegnata, non c’è che dire, solo l’offerta visiva meriterebbe l’acquisto del gioco.
Di seguito il trailer ufficiale del gioco tratto dal canale PlayStation EU:
Dragon Quest Heroes II è un vero trip mentale lisergico, che ci catapulta in battaglie continue mettendoci allo stremo, e calandoci in un mondo che visivamente pare partorito da un vecchio hippie in pieno festival mentale da LSD. Poco conta che le battaglie siano tutte simili tra loro, dunque, perchè il coinvolgimento che ne deriva è tale da farci dimenticare tutto il resto. Persino gli elementi ruolistici tanto attesi, ed invece assenti, vengono dimenticati presto, grazie al coinvolgimento da hack and slash puro che il gioco di fatto propone.La direzione artistica del titolo ha scelto la via della purezza, del combattimento catartico che ci rende più forti, a volte anche uno scontro “caciarone”, piuttosto che mirato e ragionato in stile gioco di ruolo, ma del resto il tutto è talmente ben orchestrato che le remore iniziali vengono presto meno. Chi si aspettava un Dragon Quest tradizionale, dunque, è avvertito. Mentre chi ama il nobile genere degli hack and slash farà bene a lasciarsi sedurre da questa tentazione.