I videogames ruolistici sono un evergreen, un must da cui ogni giocatore prima o poi deve attingere. E non solo: basta dare uno sguardo all’evoluzione dei videoludi per vedere quanto i giochi di ruolo abbiano influito sullo sviluppo di sottogeneri e la differenziazione fra essi. Discendenti hi-tec dei vari Dungeon & Dragons e giochi di ruolo cartacei, essi ad oggi contano uno dei maggiori bacini di utenza e, date le loro caratteristiche “open” che li rendono per la maggiore masticabili da tutti, una delle fan base irriducibili più attive e colorate dell’industria. Ys VIII: Lacrimosa of Dana è l’ottava iterazione della saga Ys, brand che ha nel tempo acquisito sempre più popolarità, anche grazie alla capacità degli sviluppatori di adattarsi al mercato e di introdurre nuove e appetibili meccaniche. La serie, creata alla fine degli anni ’80 dallo sviluppatore Nihon Falcom, debuttò su NEC PC-8801 con Ys I; Ancient Ys Vanished, primo episodio della saga. Il brand ha poi ricevuto vari remake, conversioni e addirittura un adattamento animato che copre i primi due capitoli della serie. Sarà l’ottavo capitolo della serie all’altezza del retaggio della saga? Scopriamolo assieme!
E’ bene subito fugare ogni dubbio: quando un brand perdura così tanto nel tempo e, come già sottolineato, vieni utilizzato e riutilizzato in più campi ludici e di intrattenimento, ogni player con almeno un lustro sul dorso del pad si aspetterebbe dall’ennesima iterazione un lavoro mediocre, poco ispirato e magari semplice lavoro di “manierismo” o fan service. E’ questo il caso? La risposta è no! Ed è bene sottolinearlo perchè, come già anticipato, il grande merito degli sviluppatori della saga è proprio quello di saper cambiare tutto senza però sconvolgere o spezzare l’animo di un gioco. Ecco che, Ys VIII: Lacrimosa of Dana, lascia intatto il cuore pulsante della serie, vivo e immutato sin dal primo capitolo uscito nel 1987, e fa dell’immediatezza e della semplicità quasi scheletrica la sua effige più profonda.
Il gioco ci mette nei panni del rosso (e storico) avventuriero Adol Christin, nel pieno di un viaggio attraverso l’oceano. Come nei migliori film americani, le cose si metteranno quasi immediatamente male, con la nave del nostro povero eroe che verrà letteralmente fatta a pezzi dai temibili tentacoli di una gigantesca creatura marina. Fortunatamente, il nostro avventuriero non diverrà mangime per pesci ma, invece, si risveglierà dopo il naufragio sull’isola di Seiran. La sua vita sarà salva? In una sorta di sfortunato crescendo, Adol dovrà ben presto fare i conti con alcune dei mostri autoctoni dell’isola, non esattamente ospitali. Parlando di quest’ultima, avremo facoltà di muoverci liberamente per la mappa di gioco, di medie dimensioni, anche se alcune strade saranno bloccate da massi o tronchi che potranno essere rimossi solo recuperando un numero sufficiente di naufraghi.
Questa introduzione, nonostante non sia esattamente la più originale o sconvolgente della storia, in realtà si dimostra una buona premessa ad una trama che, senza troppe pretese e affidandosi ad alcuni cliche canonici delle produzioni giapponesi, si dimostrerà piacevole anche se non particolarmente ispirata. Sebbene alle volte pecchi di una certa prevedibilità, la storyline di Ys VIII: Lacrimosa of Dana si rivelerà molto più che un pretesto limitato per esplorare ogni angolo della mappa di gioco. Man mano che ci adentreremo, come già detto, avremo nostro malgrado a che fare con alcuni dei pericolosi avversari che popolano l’isola e, ovviamente, sin dalle battute iniziali, il giocatore sarà chiamato a confrontarsi con il combat system del gioco, il quale sarà retto da combattimenti in real-time rapidi ed immediati. Nonostante il party sia composto da tre elementi, il titolo ci consentirà di controllare un solo eroe, mentre l’IA gestirà i nostri due compagni di viaggio. Sarà possibile attaccare in vari modi, bloccare e schivare i colpi, con al contempo la possibilità di cambiare al volo personaggio per modificare l’approccio al combattimento in base alle necessità, anche se è un po’ discutibile la scelta di utilizzare il tasto quadrato per lo switch, visto che capiterà piuttosto spesso di premerlo inavvertitamente durante le combo..
Parlando dei character del gioco, essi saranno dotati ognuno di una tipologia d’attacco differente (impatto, taglio e punta) e che saranno utili contro determinate tipologie di nemici, ognuno di quest’ultimi debole contro determinati tipi di danno. Nonostante le meccaniche di combattimenti si rifacciano piuttosto visibilmente ai canoni dell’hack ‘n slash, la buona personalizzazione delle movenze e degli attacchi dei personaggi renderanno le fightin session piuttosto varie e mai stancanti, con una punta di notevole difficoltà raggiunta da alcune delle boss fight. In generale, il sistema di combattimento sarà impostato seguendo un principio in stile “Sasso – Carta – Forbice”, inducendo il player a donare una certa varietà di raw power per poter differenziare al massimo il proprio arsenale combattivo.
Man mano che procederemo con l’evolversi della trama, caratterizzata anche da un buon numero di dialoghi a risposta multipla, incontreremo tanti naufraghi che, una volta riuniti, utilizzeremo per fondare una cittadina nell’isola. La novella comunità fungerà da supporto alle nostre peripezie, visto che i naufraghi ci riforniranno di medicine oltre che di un fabbro e di una fattoria. In più, un buon numero di abitanti fungeranno da trigger di piccole e divertenti storyline alternative, che forniranno una piacevole distrazione dalla trama principale oltre che gameplay distaccato dall’azione, come ad esempio una divertente sezione in stile tower defence in cui saremo chiamati a difendere il villaggio da alcune bestie feroci, costruendo e fortificando il villaggio. Esplorazione, combattimento e poi? Ys VIII: Lacrimosa of Dana ci consentirà anche di intraprendere una serie di simpatiche attività secondarie, molto in linea con la tradizione ruolistica giapponese, come ad esempio la possibilità di pescare, craftare equipaggiamento, cucinare deliziose pietanze ecc.
In realtà, il titolo non è esente da difetti e, nonostante offra comunque una buona longevità (che varierà dalle 30 alle 40 ore di gioco anche in base alla difficoltà prescelta), Ys VIII: Lacrimosa of Dana come ogni buon pseudo open world che si rispetti tenderà ben presto alla prevedibilità, specialmente per quanto riguarda le missioni secondarie che saranno effettivamente suddivisibili in due/tre tipologie di quest diverse. Prevedibilità che andrà ad appropriarsi anche in parte della linea narrativa del gioco che, nonostante ci accompagnerà piacevolmente durante il corso delle nostre peripezie, si rivelerà ben presto come il classico intreccio JRPG che vede un “prescelto” scontrarsi contro entità dai poteri pseudo-divini. In più, il grande limite della produzione (forse viziato da un budget sicuramente non da tripla AAA) è un comparto grafico e tecnico non all’altezza dei titoli odierni, nonostante il buon uso dei colori e dei giochi di luce. Assisteremo spesso a stage ambientali piuttosto “primitivi” e caratterizzati dallo spam di poche tipologie diverse di texture, tutte di medio/bassa qualità. In più, alcuni ambienti si presenteranno piuttosto spogli e privi di particolari tali da renderli vivi e verosimili. Un discorso a parte va fatto per il comparto audio, come da tradizione della serie di altissimo livello.