Forza Motorsport 7 è la tappa finale di un viaggio fantastico. Un viaggio lungo 12 anni, vissuto a bordo di bolidi da sogno o mezzi da incubo lanciati, in questo caso ben 700, verso il podio degli oltre 30 circuiti presenti. Numeri da capogiro, come da capogiro sono i valori tecnici e produttivi di un titolo solido, che sull’altare della qualità e della quantità sacrifica, in parte, aspetti realmente innovati. E invece, l’ultima fatica Turn 10 è, in gran parte, il solito ed eccellente Forza di sempre. Tanto basta per guadagnarsi, ai punti, il titolo di miglior simcade mai creato. Forse.
La Forza della vita
Tutto come prima, tutto nuovo. La carriera single player di Forza Motorsport 7 non si discosta molto dalla solita sequenza di gare ed eventi proposti al pilota virtuale. Eppure, il contorno è inedito. Abbastanza, per lo meno, da illudere il giocatore di trovarsi di fronte a qualcosa di diverso rispetto alla solita minestra. Come già spiegato nella prima parte della nostra recensione, la campagna in singolo ruota attorno alla Forza Drivers Cup, una competizione suddivisa in 6 diverse sezioni che fanno da hub per i varie eventi. Eppure, una volta avviato il gioco, il gioco si sforza, attraverso una sorta di originale tutorial, di contestualizzare il tutto in maniera parzialmente originale, almeno per la serie. Il prologo racconta storie diverse. Storie di piloti, competizione e passione. La prima è quella di Micheal Müller che, sul circuito completo di Dubai, ci spiega la meraviglia di guidare una Porsche 911 GT2 RS . La 911 più potente e veloce della storia, protagonista della conference Microsoft all’ultimo E3 e, poco sorprendentemente, auto da copertina dell’ultima fatica Turn 10. Le sensazioni di guida, una volta eliminati i classici aiuti di troppo alla guida dal menu impostazioni, sono quelle che ci si aspetterebbe da un qualsiasi Forza. Siamo lontani dalla simulazione pura e cruda, ma anche dagli eccessi volutamente arcade della serie gemella Horizon.
Forza Motosport 7, come da tradizione per il brand, si aggira sui sentieri sicuri del simcade, senza eccedere mai né in un senso né in un altro. La sensazione è che, rispetto al precedente episodio, l’opera ultima di Turn 10 vanti una fisica più ricercata, maggiormente votata alla derapata controllata piuttosto che a quella rigidità in parte già archiviata nel recente passato. Si tratta di concessioni che, al netto di una scalabilità comunque importante, vogliono venire incontro al divertimento. E pazienza per quelle velleità simulative su cui altre serie, giustamente, hanno basato le loro fortune. Sotto certi aspetti, potremmo dire che Forza Motorsport 7 è un gioco amichevole, capace davvero di plasmarsi alle diverse esigenze di diversi utenti. Questo, però, non vuol dire che si tratti un titolo semplicistico o banale.Tutt’altro. Ritornando sul circuito degli Emirati, emerge quell’attenzione certosina che differenzia le diverse superfici. L’asfalto, in alcuni punti, lascia spazio alla sabbia che, accarezzata dal vento, sporca la carreggiata e mette in discussione la traiettoria migliore. Insidie e opportunità che, poi, vengono trasmesse al giocatore tramite l’eccellente risposta in termini di vibrazioni in dote ai grilletti analogici del pad Xbox, capace di non far rimpiange, non troppo almeno, l’assenza di un volante. Nonostante l’utilizzo di una periferiche ad hoc sia sempre e comunque consigliato, quantomeno in termini di immedesimazione, non è forse tanto ardito ritenere che Forza Motorsport 7 sia in assoluto il racing più appagante da giocare con un controller tradizionale. Un piccolo e prestigioso marchio di fabbrica che, una volta di più, rimarca profondità di un gameplay studiato a fondo anche, e soprattutto, per l’utente occasionale.
[quotesx]Forza Motorsport 7 è la tappa finale di un viaggio fantastico, lungo 12 anni, vissuto a bordo di bolidi da sogno[/quotesx]La seconda storia ce la racconta Maria Rossi che, a bordo di un camion Mercedes, sfreccia sul famigliare circuito del Mugello in un tranquillo primo pomeriggio di autunno. Qualche nube nel cielo non turba la nostra corsa che, incorniciata dai colorati mezzi pesanti avversari, si conclude senza particolari intoppi, rafforzando la convinzione di come, nonostante tutto, il settimo capitolo di Forza punti ad allargare il bacino di piloti virtuali offrendo, anche, esperienze poco canoniche e, magari, maggiormente votate allo spettacolo piuttosto che alla tecnica pura. La guida del truck non è esente da insidie, dovute principalmente ad un angolo di sterzata ridotto e alla mole del mezzo in dotazione. Un piccolo antipasto, quasi un break che spezza la tensione prima della terza storia. A fare da sfondo, è il circuito di Suzuka. A raccontarcela, invece, è Ukyo Takagi alla guida di una Nissan GT-R, pronto a sfidare il maltempo per darci un primo e importante assaggio dell’entità degli effetti meteo sulla guida. La pioggia è battente, furiosa e, in soli due giri, capace di avvolgere l’asfalto di pozzanghere e chiazze estese. Ed ecco che anche un tracciato impresso nella memoria storica di ogni videogiocatore diventa, come per magia, foriero di ostacoli e pericoli improvvisi con cui fare i conti durante un sorpasso o una curva presa con eccessiva imperizia. Un assaggio di come il gameplay e, quindi, la fisica siano elementi plasmabili nel mondo di gioco, evidentemente piegato da una competizione esasperata. La fisicità degli impatti con gli altri mezzi è esaltata dalle condizioni avverse che, pure, sottolineano quel sottile confine tra cosa, in termini di realismo, sia concesso al giocatore e cosa, invece, proprio no. Certamente, Forza Motorsport 7, anche in virtù della sua natura ibrida, è un gioco che si presta alle sportellate e al contatto. Lo sa bene anche l’IA avversaria, ancora una volta basata sulle complesse dinamiche che regolano il comportamento dei vari Drivatar. Il tentativo di riprodurre il comportamento dei giocatori dell’universo di Forza è ancora lontano dalla perfezione. Non sempre, infatti, il pilota che ci precede si comporta come dovrebbe, impegnato com’è a seguire la traiettoria perfetta senza la minima sbavatura. Al contrario, sono ancora presenti le “colonne” di auto, magari provocate da un proprio errore e, per questo, particolarmente fastidiose. Si tratta di piccole sbavature, in vero sporadiche, ma che minano la millantata perfezione di un sistema certamente migliorabile. Migliorabile è, pure, la guidabilità di alcuni mezzi piuttosto che altri. Sia chiaro, in un gioco mastodontico come Forza, si parla di oltre 700 vetture, è inevitabile che alcune auto siano, molto semplicemente, meno appaganti da guidare rispetto ad altre. Le già citate corse tra truck o, magari tra ATV, non sono capaci di restituire il feeling in dote alle vetture più potenti o, semplicemente, meglio contestualizzate all’interno del gioco. SI tratta di concessioni ereditate dalla serie Horizon che, però, è fatta di una pasta evidentemente diversa.
Mare Forza 7
Piccoli difetti, figli legittimi di quella impressionante opulenza dell’offerta che, alle volte, scricchiola sotto il peso di una filosofia di fondo da troppo tempo ancorata allo stesso e identico concetto. Strutturalmente, per andare avanti in FM 7 basta guidare, sorpassare, arrivare sul podio e, magari, vincere. Lega dopo lega, corsa dopo corsa. A prescindere dalla tipologia di vetture e con poche varianti sul tema. Sempre nel single player, oltre al normale livellamento del pilota legato ai premi in denaro ottenibili in gare e competizioni, è presente un altro valore numerico legato al proprio garage. All’ovvio requisito di primeggiare nei vari eventi, al giocatore è chiesto anche di “collezionare” i mezzi del vasto parco auto. Si tratta di un aspetto importante all’interno dell’economia di gioco perché legato allo sblocco di alcune gare. In termini di premialità e personalizzazione, inoltre, fanno la loro comparsa le “casse premio”, piccoli grandi scrigni chiamati a custodire denaro, attrezzature per pilota e carte modifcae. Quest’ultime, già presenti nel precedente episodio, servono, appunto, a modificare alcuni aspetti di una gara e, quindi, a incrementare i premi. A dispetto delle critiche piovute in rete nei giorni precedenti al lancio, la struttura della carriera “blinda” i pericoli da microtransizione che qualcuno, forse maliziosamente, aveva affibbiato agli scrigni. Risulta invece piacevole, per quanto priva di valenza ludica, la possibilità di avvinghiare il proprio alter ego, onnipresente sullo schermo, nei colori e nello stile di tuta e casco, con tanto di piacevoli premi fedeltà per i giocatori di vecchia data.
Forza e coraggio
È vero, manca ancora qualche settimana prima che Xbox One X mostri, anche agli utenti console, le meraviglie del 4K. Eppure, Forza Motorsport 7 appare, già oggi, un gran bel vedere. Impossibile non notare l’incremento di poligoni e, più nello specifico, una modellazione più accurata delle vetture, splendidamente riprodotte e prive, per altro, di quell’aspetto un po’ plastic oso che aveva sempre contraddistinto la serie. Questione di stile e scelte stilistiche, sicuramente. O merito, meglio, di un engine che regola l’illuminazione dinamica sicuramente più evoluto rispetto al passato, da cui è stato invece ereditato un frame rate saldamente ancorato ai 60 fotogrammi al secondo. Il pegno da pagare è, in questo caso, un eccessivo e persistente aliasing, con qualche texture di contorno non sempre all’altezza. Un intoppo particolarmente evidente nei circuiti più vecchi, visivamente meno impressionanti dei tracciati più recenti e, soprattutto, dell’inedita Dubai. D’altro canto, l’introduzione del meteo dinamico regala, unito al ciclo giorno notte, un’effettistica notevole, probabilmente la migliore mai vista in ambito racing su console. Ogni raggio di sole riflette sulle superfici. Ogni goccia di pioggia scivola sulle carrozzerie. Ogni granello di sabbia vola sulla visiera. E allora, anche se la curiosità di saggiare la potenza bruta dello “Scorpione” Microsoft in arrivo il 7 novembre è tanta, non è possibile ignorare le notevoli performance anche su una “normale” One. Si tratta, senza alcun dubbio, di un piccolo miracolo tecnologico, reso ancor più stupefacente dalla limitata potenza presente sotto la scocca e, con One X in testa, punto d’arrivo di questa strana generazione.
Il Racing della TriForza
Possibile, a questo punto, che Forza Motorsport 7 rappresenti, trascendendo la classificazione canonica, anche il punto di inizio della nuova generazione. Il racing di Microsoft è, in fin dei conti, privo di difetti oggettivi. Si tratta, again, di una produzione impeccabile, una sorta si simbolo del concetto di Tripla A applicato al genere corsistico. Un gioco perfetto? Per qualcuno, per molti, lo sarà sicuramente. Ai piccoli rilievi tecnici metterà una pezza, e forse anche due, proprio Xbox One, in una sorta di (secondo) lancio in differita. Per porre rimedio, invece, alla oggettiva staticità della carriera single player occorrerà, pragmaticamente, molta più pazienza. L’impossibilità di programmare weekend di gara o di assorbire, a seconda della disciplina, regole e regolamenti vari, potrebbe rappresentare, per molti, un limite al divertimento sul lungo termine, magari mitigato dalle solite e molteplici opzioni offerte dalle modalità multiplayer. Come dire, insomma, che Forza Motosport 7 è un gioco splendidamente imperfetto, in cui pregi e difetti quasi convergono in quel viaggio iniziato 12 anni fa. La chiusura ideale del cerchio, la fine del progetto originale e un nuovo inizio per il brand. Oppure, a seconda del punto di vista, la solita e scintillante solfa. L’Alfa e l’Omega dei racing, bello e imperfetto come le donne più desiderate e le favole più rassicuranti.