Pokémon Ultrasole e Ultraluna – Recensione

Pokémon Ultrasole e Ultraluna sono stati accolti inizialmente in maniera tiepida da una fanbase che a volte è un po’ troppo rapida nell’arrivare a conclusioni affrettate. Dopo essermi tuffato in quel di Alola, devo dire che no, Pokémon Ultrasole e Ultraluna non è un semplice “repackaging”, ma un’avventura già vista eppure nuova, che prende tutto il meglio dei giochi base, contornandoli di novità a ogni angolo. Un’incarnazione definitiva dello spirito Pokémon, insomma. A beneficio del lettore che si immerge per la prima volta nel fantastico mondo di Alola, va detto che il gioco anche nella sua edizione originale rappresentava un grosso punto di svolta per la serie. Mai come in Sole e Luna gli sviluppatori si erano tanto divertiti nello spingere oltre i loro confini i dogmi del franchise, mantenendosi pur sempre in bilico sul precipizio, ossia il rischio di snaturare la serie. Le doti stellari di Sole e Luna, quindi, sono ovviamente alla base anche di Ultrasole e Ultraluna.

[quotesx]Già visto, eppure nuovo[/quotesx]Innanzitutto, abbiamo un bilanciamento del sistema di combattimento molto attento e rispettoso anche della fascia di giocatori adulti. Laddove Pokémon X e Y potevano essere giocati tranquillamente in modalità autopilota, Pokémon Ultrasole e Ultraluna fin dai primi momenti del gioco richiedono una forte considerazione strategica. Dimenticatevi quindi la classica strategia “alleno solo lo starter e aro tutto quello che mi si para davanti”, qui dovrete invece trarre il meglio da tutti i Pokémon che incontrerete lungo la strada, e vi stupirete a volte di quanto potrebbero rivelarsi utili degli esemplari che negli altri giochi venivano messi ai margini. Dei veri “dark horse”, canterebbe Katy Perry. Tutto questo naturalmente è magnificato dal fatto che in Pokémon Ultrasole e Ultraluna potete catturare una quantità notevolissima di esemplari delle altre generazioni che non era possibile acchiappare in Sole e Luna, il che espande in maniera esponenziale le possibilità di pianificazione strategica, facendo peraltro andare in brodo di giuggiole i fanatici del completamento del Pokédex, che non saranno più costretti quindi a ricorrere alla Banca Pokémon e ai giochi della Virtual Console. E scusatemi se è poco.

Sono inoltre presenti tutti i Pokémon Misteriosi, come Mewtwo e Manaphy, ognuno dei quali richiederà un’indagine approfondita e naturalmente una certa abilità del proprio team, prima di poterli catturare. La presenza di Leggendari e Misteriosi esaspera piacevolmente la longevità del titolo, che richiederà minimo una cinquantina di ore per essere azzannato fino in fondo. Aggiungete tranquillamente altre decine di ore per spolpare anche l’Agenzia Lotta fino in fondo, una nuova serie di sfide con Pokémon dagli straordinari poteri; e poi naturalmente c’è il Team Rainbow Rocket, un’alleanza di supercattivoni che vi metterà davvero i bastoni fra le ruote connotando di sfumature hardcore un’avventura aloliana che di per sé non è già una passeggiata. Fortunatamente, avete dalla vostra una nuova serie di spettacolari Mosse Z, che rendono le lotte ancora più spettacolari e piacevolmente sbilanciate.

[quotedx]Un gustosissimo remix[/quotedx]La varietà di Pokémon che si incontra nell’erba alta vi spingerà a ragionare e affrontare le lotte con un approccio molto più lungimirante. Il bello di Pokémon è che basta cambiare qualche variabile nel game design per ottenere un gioco completamente diverso, e Ultrasole e Ultraluna si pongono quindi come un gustosissimo remix, che gioca con le convenzioni dei predecessori e che dà il meglio di sé soprattutto andando avanti nell’avventura, per poi esplodere gloriosamente nel finale e nel post-finale, il cosiddetto metagame. Sono lontani i tempi in cui l’aspetto competitivo era slegato dall’avventura principale in single player, che adesso risulta essere non soltanto un tutorial estremamente approfondito, ma un vero e proprio terreno di addestramento che vi prepara al competitivo.

TURISTA FAI DA TE

Anche a livello di storia abbiamo comunque delle piacevoli variazioni sul tema, che si inseriscono nella volontà degli sviluppatori di farci affrontare un grosso “what if”, con la presenza di nuovi elementi che arricchiscono l’ormai straripante lore di Pokémon. La storia della serie non era mai stata così complessa e appassionante, grazie all’introduzione di un’intera nuova città e di un’inedita schiera di personaggi che la abitano, l’Ultrapattuglia, una squadra che proviene dalle dimensioni parallele attraverso i cosiddetti Ultravarchi, e che ha uno stretto legame anche con il Leggendario Necrozma. La presenza di questi fenomeni fa sì anche che avrete a che fare con nuove Ultracreature, con la storia che vi permette di approfondire la conoscenza di tali esseri. È chiaro che il giocatore navigato avrà un senso di dejà-vu, è ovvio, ma la qualità della confezione è un invito rivolto tanto a chi non ha mai visitato Alola, quanto a chi invece si inoltra per la seconda volta in questo arcipelago.

[quotesx]La fine del Giro delle Isole è solo l’inizio[/quotesx]La noia viene combattuta dalla continua mole di sorprese che vi vengono continuamente proposte, e che non commetteremo l’errore di spoilerarvi. Possiamo dire che la grande protagonista di Ultrasole e Ultraluna è ancora una volta Alola, con il suo tripudio di colori, la vegetazione lussureggiante, e naturalmente loro, i Pokémon, che in Ultrasole e Ultraluna sono presenti in maniera ancora più importante all’interno dello scenario, e vi offriranno continui e sorprendenti modi di interagire con loro. Un esempio su tutti? Il Surf Mantine, che vi permette di cavalcare le onde in groppa al simpatico Pokémon azzurro. Camminare per strada e vedere l’ombra di un Wingull che si staglia lungo il cammino, fa sentire perfettamente immersi in un’ambientazione che è già di per sé semplicemente straordinaria.

Il ventaglio completo della bellezza naturalistica e dei contenuti di Alola si aprirà soprattutto una volta che avrete finito il gioco, a ribadire ancora una volta come la fine del Giro delle Isole sia, in realtà, solo l’inizio di un’avventura molto più grande. Il bello di Pokémon è la straordinaria varietà di quello che è ormai diventato a tutti gli effetti un open world, e la possibilità per ciascuno di ritagliarsi la sua personalissima avventura, decidendo o meno di buttarsi a capofitto nelle sue innumerevoli “distrazioni”. Volete scattare delle foto? Potete farlo. Preferite coccolare il vostro Pokémon? Bene, potete fare anche questo. E se invece voleste personalizzare il vostro guardaroba? Eccovi serviti.