1986 – Ogni medium che si rispetti pullula di classici passati agli annali come pioneri di trend nati in realtà grazie all’opera di terzi, e il mondo dei videogame non fa chiaramente eccezione. Per quanto possa risultare imbarazzate dare dell’imitazione ad un colosso come Arkanoid, l’etichetta ci impone pertanto di salutare la sua celebrazione rimarcando l’evidente legame che lo unisce al vecchio Breakout: un antenato ingombrante come solo un titolo firmato da Steve Wozniak e Steve Jobs potrebbe mai essere…

Sebbene Il diabolico Cult-Game concepito nel 1986 da Akira Fujita non possa vantare la paternità della singolare branca dei Puzzle Game nota in gergo come “Ball & Paddle” esso non va in ogni caso retrocesso di colpo a una mera operazione parassitaria. Piuttosto che mutuare sterilmente il concept del suo precursore, Arkanoid ne avrebbe difatti ottimizzato struttura e gameplay tramite la rispettiva introduzione di un background narrativo e un nutrito sistema di Power-Up. Il format di riferimento che, fino ad allora, veniva inquadrato una semplice variante Single Player di Pong si trasformò così in una psichedelica odissea spaziale capace di stregare migliaia di Arcade Gamer in tutto il mondo.
Più veloce, vario e additivo di qualsiasi altra variante sul tema, Arkanoid raggiunse in tempi straordinariamente brevi lo status di Record Breaker, divenendo altrettanto rapidamente il profeta di un trend videoludico dall’hype per molti versi paragonabile a quello generatosi intorno a classici pregressi come Q-Bert, Frogger e Space Invaders. Mentre gli scaffali dei negozi andavano riempendosi di porting destinati ai principali sistemi da gioco casalinghi, il proscenio della sfera Ball & Paddle cominciò quindi ad ospitare di cloni più o meno spudorati dell’originale, il che finì idealmente per pareggiare il vecchio conto aperto con Breakout. Sebbene nessun bootleg game riuscì mai ad ostacolare la scalata di Arkanoid ai massimi vertici dell’industira dell’epoca, anche i maghi della Taito dovettero in qualche modo confrontarsi con la piaga delle imitazioni.

Ironia della sorte, Arkanoid avrebbe paradossalmente finito per “restituire” a Breakout buona parte della “gloria rubata”: grazie al clamoroso successo riportato dalla Taito, il vecchio classico targato Atari andò infatti incontro ad una rivalutazione tale da garantirgli la legittima collocazione in una storia dei videogame che, almeno ad oggi, lo vede risultare persino più famoso del suo acerrimo rivale. Esagerato? Forse. Tuttavia, digitando su Google Taito Arkanoid non succede certo ciò che accade scrivendovi Atari Breakout. Provare per credere.
ODISSEA NELLO SPAZIO
La trama portante di Arkanoid vedeva i giocatori prendere il controllo della Vaus: una piccola navetta spaziale sfuggita alla distruzione dell’astrocargo Arkanoid. Intrappolata in un loop dimensionale dal perfido DOH, despota galattico responsabile del drammatico attacco, la Vaus avrebbe dovuto farsi strada verso la libertà infrangendo le coloratissime mura entro cui questi cercava di imprigionarla… Il tutto facendo rimbalzare una sfera metallica contro i rispettivi mattoni.
La trama portante di Arkanoid vedeva i giocatori prendere il controllo della Vaus: una piccola navetta spaziale sfuggita alla distruzione dell’astrocargo Arkanoid. Intrappolata in un loop dimensionale dal perfido DOH, despota galattico responsabile dell’attacco, la Vaus avrebbe dovuto farsi strada verso la libertà infrangendo le coloratissime mura entro cui questi cercava di imprigionarla, sfruttando i rimbalzi di una sfera per infrangere i mattoni che le costituivano.

Benché pretestuoso, il background narrativo introdotto da Akira Fujita riuscì a conferire maggior spessore al format introdotto da Breakout: grazie a questo escamotage i giocatori avrebbero infatti attribuito alle proprie azioni uno scopo più “elevato” del banale accumulo di punti, trovando così l’intera esperienza ludicamolto più coinvolgente.
DINASTIA
Tra cloni più o meno spudorati ed altre operazioni commerciali più o meno autorizzate, Arkanoid trovò anche il tempo di “metter su famiglia”. Eccovi una rigorosa selezione dei suoi sequel più riusciti…
TOURNAMENT ARKANOID 1987 TAITO / ROMSTAR
Questa speciale edizione di venne progettata espressamente dalla Romstar per favorire l’introduzione del Multiplayer, Al di là di qualche nuovo Power Up disponibile ed una nuova, fantasiosa gamma di muri da abbattere, il gioco era pressoché identico alla sua matrice originale.
ARKANOID: REVENGE OF DOH 1987 TAITO / ROMSTAR
Una singolare struttura a bivii, qualche efficace ritocco grafico e altri numerosi Power Up atti a variare lo svolgimento dell’ormai mitica sfida tra la navetta Vaus ed i blindatissimi mattoncini colorati, erano gli ingredienti essenziali del primo sequel effettivo di Arkanoid. Un titolo molto più ambizioso anche in ottica di Level Design.
ARKANOID RETURNS 1997 TAITO
Caratterizzato da fondali molto più eterogenei, effettistica di matrice moderna e altre spettacolari innovazioni concettuali, Arkanoid Returns si proponeva di celebrare in Pompa Magna il decimo anniversario della serie. Questo obiettivo fu pienamente raggiunto grazie ad una grantica modalità Multiplayer Co-Op!
NOBILI ORIGINI: BREAKOUT
Realizzato da Steve Wozinak con l’amichevole colaborazione di Steve Jobs, Breakout giunse sul mercato Arcade nel 1976, salvo poi farvi un breve ritorno in versione “Super” a due anni di distanza. Caratterizzato da un gameplay praticamente identico a quello di Arkanoid, ma penalizzato da un comparto grafico relativamente più grezzo, il gioco viene oggi riconosciuto come uno dei più illustri antenati degli odierni videogame, al fianco di Tennis For 2, Table Tennis, Spacewar! e Pong.
