Atari Jaguar, una storia controversa

Atari Jaguar: origini, controversa esistenza ed inesorabile disfatta. Raccontiamo oggi la storia di un sistema che chiude per sempre la gloriosa storia di ATARI. Con buona pace delle numerose console repro viste in tempi più o meno moderni. Un Giaguaro pronto a correre nelle praterie, per riportare alla luce del sole il marchio ATARI, o dargli il meritato commiato, in un mercato ormai dominato da nuovi competitor, di fatto imbattibili.

La misteriosa maledizione dei felini videoludici

Dare ad un proprio sistema d’intrattenimento videoludico il nome di un felino non sembra portare molta fortuna, decisamente. Nel dubbio, chiedere ad ATARI. Se con il suo primo – ed unico – esperimento portatile, risalente al 1989, il performante ma sfortunato Atari Lynx, di cui abbiamo parlato in questa pagina, la casa di Sunnyvale si avviò verso l’ineluttabile viale del tramonto, il tracollo definitivo si sarebbe concretizzato con l’ultimo hardware casalingo, nonché ultima console in assoluto prodotta da ATARI,  denominato appunto Jaguar.

Di sicuro, non solo un nome che nulla aveva in comune con i videogiochi contribuì al fallimento di queste due macchine; pochi titoli come conseguenza dello scarso interesse delle terze parti, un marketing incerto, che spesso puntava tutto sui “sessantaquattro bit” in realtà solo nominali, ed altro ancora segnarono il destino della pur gloriosa compagnia statunitense. La disfatta vedrà in seguito l’acquisizione dell’ex colosso videoludico ATARI da parte della transalpina Infogrames, che col tempo si sarebbe talmente identificata in essa da assumerne persino il nome, ma questa è decisamente un’altra storia.

Andiamo però con ordine, cercando di capire che cosa avesse da offrire ai giocatori il fiammante nuovo sistema Jaguar sia in termini di specifiche tecniche sia per quanto riguarda i giochi prodotti per questa macchina, sicuramente elemento che avrebbe fatto la differenza, se meglio gestito.

ATARI JAGUAR: DO THE MATH!

Il famoso - e famigerato - slogan "Do the math!"...
Il famoso – e famigerato – slogan “Do the math!”…

Sebbene lo sviluppo di Atari Jaguar fosse iniziato già nel 1990, con l’idea di competere con SEGA Mega Drive e Super Nintendo, la macchina venne lanciata negli States nel solo 1993, giungendo l’anno successivo anche in Europa. Sulla carta, c’erano tutte le premesse per poter puntare ad una posizione di leadership del mercato: i sistemi a 16 bit SNES e Mega Drive erano ormai alla fine del proprio ciclo vitale (anche se Sega tentò di dare lustro al proprio sistema con dispositivi come il Mega CD ed il 32X, oltre al debutto quasi contemporaneo del Saturn), sistemi come 3DO e Amiga CD32 non andarono oltre un collezionismo di nicchia, con una debole risposta da parte del mercato, e soprattutto  Sony non era ancora scesa in campo con PlayStation. Di cui peraltro nessuno, tra i competitor, aveva ben valutato le devastanti potenzialità.

La campagna pubblicitaria messa in moto da ATARI faceva leva non solo sui commenti entusiastici della critica specializzata, che lodarono il Jaguar come miglior hardware dell’anno, cosa del resto veritiera, ma anche sullo slogan “Do the math!”. La frase, che può essere tradotta con “Fatti il calcolo!”, voleva mettere in evidenza una potenza di calcolo nettamente superiore rispetto agli avversari.

Tuttavia, ancora oggi sono tante le perplessità sulle reali capacità del Jaguar; nonostante ATARI pubblicizzasse il proprio prodotto spacciandolo come un 64 bit, i due processori del Jaguar denominati simpaticamente “Tom” e “Jerry”, come i celebri personaggi dei cartoni animati non erano in grado di operare contemporaneamente. Si, una vera e propria assurdità, perché di fatto, si potrebbe parlare al massimodi un “32 bit avanzato” o di un “diversamente 64 bit”, benché quel numero (enorme) veniva visto come un miraggio da parte dei consumatori, abituati a cifre come 8 e 16 bit, mentre già il 32 veniva percepito come futuristico… La prima vera console a 64 bit, lo sappiamo, arriverà solo nel 1996, grazie al potente Nintendo 64.

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La campagna promozionale del Jaguar faceva dei 64Bit in dotazione alla macchina il proprio fiore all’occhiello.

 

UN GIAGUARO PER AMICO, LA LINE UP SOFTWARE

Panoramica di alcuni giochi per il Jaguar...
Panoramica di alcuni giochi per il Jaguar…

Non si vive di solo marketing, comunque, è risaputo che anche i giochi devono saper fare la differenza. Soffermiamoci quindi su cosa il Jaguar abbia offerto ai giocatori dell’epoca. Relativamente pochi i titoli sviluppati per il Jaguar, si parla di meno di un centinaio di unità ufficiali, al netto dei prodotti homebrew, invece parecchio prolifici sul sistema. A differenza di quanto accaduto al portatile Atari Lynx, che poteva vantare un parco giochi con un ottimo rapporto quantità/qualità, il Jaguar annoverò spesso, senza colpa, titoli davvero deludenti, tra i quali spiccano ad esempio il picchiaduro Double Dragon 5, il gioco trash-cult Kasumi Ninja, oggi considerato uno dei titoli più bizzarri mai creati, il corsaiolo Checkered Flag, remake di un titolo già visto tre anni prima sul portatile Lynx, realizzato da Destination Software, e Fight for Life, ultimo titolo realizzato per il sistema prima della fusione con JT Storage nel 1996, che porta la firma del game designer Francois Yves Bertrand. Non per questo però mancarono titoli degni di nota: Tempest 2000 e Defender 2000, capolavori di psichedelia artistica realizzato dal maestro Jeff Minter, ad esempio, che da soli, ammettiamolo, valevano l’acquisto del sistema, l’ottimo Alien vs Predator, le conversioni dei due capolavori firmati Delphine Software, ovvero i classici Another World ed il suo seguito Flashback, ed altri interessanti port quali Gorf e Super Burnout. Per chi non lo sapesse, l’esordio della mascotte Ubisoft creata da Michel Ancel, il leggendario Rayman, oggi simbolo della casa stessa, avvenne proprio su Atari Jaguar con uno splendido platform 2D nato nel 1995, e per fortuna del grande pubblico in seguito convertito per i sistemi a 32 bit di maggior successo, come Sega Saturn e Sony PlayStation.

Tra i (pochi) titoli in grado di esaltare davvero il potenziale del Jaguar figurava senza dubbio Alien Vs Predator, realizzato da Rebellion Developments.

 

IL FONDAMENTALE SUPPORTO HOMEBREW INDIPENDENTE

Parlare della libreria Jaguar non è comunque facile; certo, i titoli sviluppati non furono numerosi, ma Atari Jaguar è stato capace di sfornare giochi che si rivelarono autentiche sorprese come le produzione homebrew, davvero prolifiche sul sistema, tra le quali spicca ad esempio  Frog Feast, sfida a due tra rane che cercano di ingoiare il maggior numero di mosche, il concept potrebbe essere assurdo ma possiamo assicurare che se giocato in due può diventare una vera e propria ossessione!. Atari supportò lo sfortunato Jaguar fino al 1996. Da quell’anno in poi ad occuparsi dello sviluppo e della distribuzione di software, per un paio di anni, furono diverse società esterne, tra le quali spiccò Telegames, già nota per alcuni  suoi titoli visti per il  portatile Lynx precedentemente . Dal 1998 l’ormai dismesso Jaguar ha potuto contare solo ed esclusivamente sul supporto di diversi sviluppatori homebrew, che lo hanno tenuto vivo fino ad oggi.

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Il gamepad del Jaguar aveva dimensioni davvero significative e, con quel tastierino numerico in bella mostra faceva fin troppo Vintage, ricordando l’Intellivision.

 

JAGUAR ADD-ON, LE BIZZARRE PERIFERICHE DEL SISTEMA

Atari Jaguar ha fatto sfoggio di bizzarre periferiche che hanno fatto di tutto per precorrere i tempi. Tra quelle degne di menzione possiamo citare, al fine di far giocare più di due giocatori, il Catbox, espansione per linkare più console, con possibilità di chat vocali, davvero avanti coi tempi, il Jaglink ed il Team Tap. Come joypad, oltre al Pro Controller, è stato prodotto anche il Rotary Controller. Quest’ultimo utilizzato per titoli come Tempest 2000. ATARI ha superato se stessa ideando addirittura un Jag Modem per sperimentazioni di gioco on-line, ben prima dunque del Sega Dreamcast, storicamente la prima console a poter realmente far giocare online, con tanto di tastiera proprietaria, anche se questa periferica non ha ottenuto il successo sperato ed è stata prodotta in quantità davvero esigue. Altri add-on che hanno tentato di rivoluzionare il mondo gaming sono stati infine Atari Jaguar CD, un lettore di CD-ROM rilasciato nel 1995 da apporre in uno slot sulla parte superiore della console, pochissimi, purtroppo, i giochi sviluppati per questo formato, e, soprattutto, ben due visori VR headset per poter provare la Realtà Virtuale con alcuni software. Nello specifico, sono stati prodotti  solo due esemplari di questi speciali caschi VR, uno rosso, per la bassa risoluzione, ed uno blu, per la futuristica VR HD, ovvero in alta definizione.

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Si è spesso ironizzato, e non proprio a torto, riguardo le assonanze estetiche tra il Jaguar CD e un accessorio delle nostre abitazioni non esattamente nobile.

 

DECLINO ED EREDITA’ DELL’ULTIMO GIAGUARO

Il destino di Atari Jaguar, già poco roseo fin dagli esordi, si è delineato in tutta la propria drasticità tra il 1994 ed il 1995. Un fato simile a quello del suo fratellino portatile Atari Lynx; l’insuccesso di questi sistemi ha segnato il punto di non ritorno per Atari, azienda dimostratasi purtroppo incapace di bissare l’exploit del leggendario Atari VCS, noto in seguito col nome di Atari 2600. Ad ogni modo, va sottolineato che, un po’ come il Lynx e molti altri sfortunati sistemi dell’epoca, il Jaguar si sia preso tante belle rivincite risultando, a quasi 25 anni dal lancio, gettonatissimo da collezionisti ed appassionati di retrogaming, con modelli boxati quotati su internet cifre a doppio zero.

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Un Atari Jaguar boxato con la cartuccia di Alien VS Predator: uno dei tanti sogni proibiti dei collezionisti!

 

JAGFEST: IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEDICATO AL JAGUAR!

La curiosità postuma dei giocatori per questo retro sistema, unita al forte supporto di produttori indipendenti fa del Jaguar una console particolarmente ambita e ricercata; peraltro, non tutti i sistemi videoludici possono vantare interi eventi ad essi dedicati come il Jagfest, una importante rassegna nata da appassionati del mondo ATARI inaugurata negli Stati Uniti nel 1997 salvo poi diffondersi anche in altri paesi, tra cui l’Italia. Ricordiamo ad esempio E-Jagfest, The Atari Jaguar Europe Festival del 2014 a Duisburg in Germania. Nel nostro paese il Jagfest Italy è promosso ed organizzato dai fratelli Marco e Roberto Pasquali, che, in quel di Forlì, a partire dal luglio 2008, deliziano ogni anno i visitatori con chicche esclusive, sia hardware sia software, non solo dell’universo dedicato alla Grande A, ma anche di altri sistemi poco noti al grande pubblico.

Atari Jaguar, un sistema controverso nato in un momento storico molto sfortunato, che, paradossalmente, ha incontrato maggior fortuna dopo la dismissione che durante il suo naturale ciclo vitale. Progettato per competere con i sistemi a sedici bit Super Nintendo e Sega Mega Drive, Atari Jaguar si va di fatto a scontrare con Sony PlayStation e Sega Saturn, con cui non riesce ad essere competitivo. Atari punta tutto sui sessantaquattro bit nominali dei due processori indipendenti Tom e Jerry, in realtà CPU da 32 bit l’una che non possono lavorare in contemporanea, se non su dati differenti. La libreria software si ferma a circa cento unità, con pochi titoli di rilievo, tra cui Rayman, le opere di Jeff Minter Defender 2000 e Tempest 2000. Diventando, solo col tempo, una console di culto per appassionati di retrogaming estremo. Motivi per l’acquisto di un Jaguar ve ne sono; come scritto sopra, i prezzi non sono sempre così alla mano, ma la spesa può tranquillamente premiare ed offrire varie soddisfazioni. Del resto, storicamente, è l’ultima console in cui batte l’originale cuore con la A maiuscola, la A di ATARI.

Articolo di Stefano Spinosa e Fabio D’Anna

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.