1982 – Sono diversi i motivi che hanno spinto Custer’s Revenge ai vertici di ogni classifica mondiale dedicata ai peggiori videogame mai realizzati. Sebbene alcuni di essi siano direttamente riconducibili alla misera realizzazione tecnica di supporto ad un gameplay di pochezza analoga, fu tuttavia il suo incipit a determinare i principali connotati di questa “condanna”.

Piuttosto che incarnare un eloquente omaggio al leggendario Generale Armstrong Custer citato nel titolo, il gioco della Mystique ne parodizzava l’immagine in termini difatti estremi, rappresentandolo pressoché nudo mentre s’apprestava ad abusare di una giovane nativa americana legata ad un inquietante palo sacrificale.

Vittima di una micidiale erezione, il pixellosissimo sprite del decorato avrebbe potuto raggiungere il suo obiettivo solo evitando la pioggia di frecce rivoltagli contro dai consanguinei della vittima: un’impresa non certo ostica, che, una volta portata a termine, sarebbe culminata in un surreale amplesso tra pixellosi sprite.

Mettendo per un attimo da parte ogni giustificata obiezione ad un concept senz’altro al di fuori della grazia dell’onnipotente, non possiamo logicamente nascondere il fatto che il tutto fosse in grado di strappare ben più di una risata a chiunque vi si imbattesse: superato però lo stupore iniziale, la sensazione di essere stati in qualche modo presi per i fondelli si faceva presto strada con un certo vigore, lasciando spazio ad allarmanti dubbi circa le lucrose intenzioni dei suoi responsabili.

Secondo progetto compreso nella collana “Adult Only” che la Mystique ribattezzò per l’occasione Swedish Erotica, Custer’s Revenge non mancò chiaramente di scatenare l’accesa reazione di benpensanti e associazioni per la tutela dei diritti delle donne, attirandosi contro accuse di ogni tipo come quella che lo vedeva rappresentare una chiara istigazione alla violenza sessuale.

Come accade di sovente in casi analoghi, l’ondata di proteste non gli impedì tuttavia di ottenere un discreto successo: trasformatosi col tempo in vero e proprio cult-game, Custer’s Revenge è anzi rimasto impresso nella memoria collettiva più a fondo di molti classici, finendo addirittura per meritarsi svariati omaggi rintracciabili ancora oggi su rete e dintorni.

Al di là delle più triviali commemorazioni, noi preferiamo in ogni caso inquadrare Custer’s Revenge anche come l’emblema di un’epoca videoludica straordinariamente diversa da quella attuale, in cui il medium andava ancora alla ricerca di una precisa identità, come pure un pubblico di riferimento ben delineato…

… Un’ epoca in cui un prodotto del genere poteva essere venduto al dettaglio come un qualsiasi altro titolo destinato all’Atari 2600, senza che la Major di Nolan Bushnell avesse particolari problemi ad accostargli ufficialmente il proprio brand. Anzi.
IN VIDEO
Inutile fare quelle facce: sapevate fin dall’inizio che al termine dell’articolo vi sarebbe toccato il video gameplay del gioco!
https://www.youtube.com/watch?v=qY2AqKCpGkk