Magari si tratterà di una romantica suggestione e non di un dato oggettivo, ma non è difficile ipotizzare che se Gears of War fosse uscito negli anni ’90 sarebbe stato identico a The Chaos Engine.

Al di là delle sostanziali differenze strutturali che separano i due progetti, continuo difatti a rintracciare numerose assonanze stilistiche in grado di accomunarli: elementi concettuali legati ad un visione quanto mai cruda e diretta del gameplay che, trovando ulteriori corrispondenze nel look propriodi protagonisti e background, convergono in un’esperienza di gioco dall’impatto straordinariamente analogo.

Caratterizzato dal tipico design industriale, metallico, che ha sempre contraddistinto le produzioni dei Bitmap Brothers e che pare riviviere in ogni texture del blockbuster targato Epic, The Chaos Engine ci strappava dalle nostre comode poltrone domestiche per proiettarci nel bel mezzo di un aspro conflitto tra freaks bio-meccanici.

Entro i confini di 16 aree di gioco zeppe di ferro, fuoco e cemento, avremmo imparato a conoscere nuovi, brutali aspetti della guerra virtuale. Non la semplice gimcana di pixel che la collaudata prospettiva top view vorrebbe simile al vecchio Commando, bensì un tattica lotta senza quartiere da vivere con un occhio costantemente puntato al contatore di proiettili e l’altro sempre alla ricerca di ideali punti di copertura.

Straordinariamente epico in singolo, praticamente epocale se filtrato attraverso l’allora avveniristica modalità multiplayer in co-op per 2 giocatori, The Chaos Engine si abbattè sul mercato dell’epoca come una martellata da 10 tonnellate, mandando letteralmente in visibilio in fan degli sparatutto “run & gun”.

Ci piace pensare che, in quella moltitudine, debba esserci stato anche il buon Cliff Bleszinsky (producer originario di Gears of War, NdR) al quale non dovettero sfuggire né le sfumature appena elencate, né tantomeno i distopici connotati di un’ambientazione dichiaratamente ispirata al romanzo steampunk The Difference Engine, scritto da William Gibson e Bruce Sterling nel 1990.

Solo in questo modo, riusciremmo d’altronde a spiegarci quel marcato senso di continuità che sembra unire i due titoli e incarnare, a tutt’oggi, uno dei legami più evocativi tra passato e presente del gaming.
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Ed ora, godiamoci in religioso silenzio il capolavoro in azione!