Lo sparatutto tattico di Ubisoft approda sui dispositivi Apple grazie allo zelo di Gameloft. [Review]
La serie Rainbow Six è piuttosto famosa soprattutto tra i giocatori su computer, sebbene gli ultimi capitoli siano usciti, con discreto successo, anche su console. Dal punto di vista del multiplayer, ad esempio, Rainbow Six 3 è probabilmente il titolo più giocato della scorsa generazione su Xbox. Per chi non conoscesse la saga di Ubisoft, trattasi di sparatutto tattici dall’aspetto decisamente realistico in cui sovente bastano pochi colpi e un solo errore per morire e dover ricaricare. Per quanto possa sembrare strano un porting di questo tipo effettuato su dispositivi iOS, la resa di Tom Clancy’s Rainbow Six: Shadow Vanguard non è soltanto in linea con le aspettative, ma supera anche alcuni degli episodi visti su console e PC per complessità e tatticismo. Ad esempio, possiamo asserire senza rischio di smentita come questa incarnazione superi di gran lunga lo sfortunato episodio Lockdown dell’ormai lontano 2005.
Cominciamo col dire che la varietà è assicurata grazie a missioni in vari parti del globo contro varie organizzazioni terroristiche. Si è rivelato particolarmente apprezzabile il modo in cui il gioco tenta di giustificare ogni forzatura di gameplay con spiegazioni più o meno plausibili: ad esempio, il fatto che la telecamera passi alla terza persona quando si è in copertura viene spiegato dalla presenza di un piccolo drone spia che manda il video all’operativo tramite un casco futuristico. Come da prassi per la serie, anche in questa incarnazione portatile il giocatore ha la possibilità di impartire istruzioni ai propri compagni di squadra, facendoli posizionare in vari punti di copertura o ordinandogli di lanciare una granata stordente per aiutare a ripulire una stanza dai “tango”. Sebbene gli spunti tattici siano notevoli, il sistema a icone, estremamente comodo nelle situazioni tranquille, si trasforma in un boomerang quando si tratta di dare ordini veloci ai commilitoni, visto che in questi frangenti il rischio di fare qualcosa che non si vorrebbe è estremamente alto. Da questo punto di vista, meglio decisamente la versione iPad, che permette una maggior precisione anche nelle situazioni più calde.
Particolarmente utile, infine, la mappa tattica, che pur non permettendo di pianificare traiettorie e regole d’ingaggio (una funzione sfortunatamente persa dal terzo capitolo della serie) concede comunque un grande aiuto. Proprio come il resto dell’equipaggiamento non strettamente bellico, come un rilevatore di battiti cardiaci o una telecamera a infrarossi con cui poter guardare sotto lo stipite delle porte e vedere se la porta che stavamo tranquillamente aprendo ci avrebbe fatto finire tra le braccia di una ventina di pazzoidi armati fino ai denti.
Rainbow Six è sicuramente tra i migliori sparatutto prodotti per i dispositivi di casa Apple, ed è soprattutto la dimostrazione che se Gameloft ha in mano licenze ufficiali sa cosa fare per sfruttarle a dovere. Non ci rimane che sperare che anche altri marchi decidano di concedersi in licenza agli sviluppatori francesi, perché la differenza qualitativa tra un loro gioco “originale” (le virgolette son d’obbligo) e uno autorizzato tout court è palese.
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