WWE All Stars – Recensione

Siete nostalgici del wrestling che fu? THQ ha pensato a voi…

Delusi dagli incontri dell’ultima Wrestlemania XXVII? Non ne potete più della serie WWE Smackdown Vs Raw? Quando rivedete la criniera di Ultimate Warrior e i suoi possenti tricipiti vi scappa una lacrimuccia? Bene, se avete risposto in modo affermativo a una delle sopracitate domande, allora vi consigliamo di prendere in considerazione WWE All Stars, la nuova produzione di THQ San Diego. Trattasi di un gioco dalla forte connotazione “arcade”, impreziosito da un roster di wrestler davvero sontuoso e che strizza l’occhio ai nostalgici dei campioni della WWE (WWF allora) degli anni ’80 e ’90.

I nomi di atleti leggendari quali Hulk Hogan, Ultimate Warrior, Randy Savage, Bret Hart, André The Giant o i più attuali John Cena, Triple H, Randy Orton basteranno a garantire il successo a WWE All Stars? La risposta è un bel “ni”: il gioco non è affatto male, ma alcune scelte di design – a nostro avviso – lo penalizzano oltre misura. Innanzitutto, la qualità delle quattro modalità è piuttosto altalenante: si parte dal classico match di “Esibizione” (singolo o tag team con molteplici varianti), passando per il “Path of Champion” (dieci incontri per conquistare la cintura contro Undertaker, Randy Orton o la DX), senza dimenticare l’interessante “Fantasy Warfare” (che permette di confrontare/sfidare lottatori di epoche diverse con stipulazioni speciali) e il multiplayer online (solo match uno contro uno, classificati o non).

La modalità “Path of Champion” si rivela alla lunga noiosa e poco ispirata, anche se è possibile giocarla persino in tag team, ma stranamente solo con un giocatore, mentre il comparto online funziona a corrente alternata e ha davvero poco da offrire. Molto meglio l’ispiratissima “Fantasy Warfare”, capace di coinvolgere il giocatore grazie a una storyline piuttosto intrigante, che propone sfide “improponibili” tra lottatori di diverse epoche, con i 30 atleti della WWE sono suddivisi in quattro categorie.
Sul ring la spettacolarità è garantita. Il sistema di combattimento adottato, chiaramente di stampo arcade, funziona in modo soddisfacente, permettendo anche ai neofiti del wrestling di compiere suplex o altre mosse spettacolari premendo uno o due tasti del pad. Le prese e i colpi si suddividono in leggeri e forti, mentre le mosse speciali possono essere usate una volta riempita l’apposita barra di energia. Le clamorose finisher, invece, si attiveranno premendo simultaneamente due tasti dorsali.

Gli effetti delle mosse di Hogan e compagnia bella sono resi volutamente in modo esagerato (“assurdo” è il termine più esatto per definirli), con “onde d’urto” che accompagnano i colpi più potenti. I match risultano quindi piuttosto frenetici e spettacolari, richiedendo al giocatore una certa attenzione nel eseguire prese o combo particolari. L’attenzione, insomma, non deve calare mai.
La Cpu offre una buona sfida, spalmata su tre livelli di difficoltà, anche se in alcune situazioni si dimostra sleale, per esempio nel ribaltare le prese in volo.

Lo stile grafico scelto per questa produzione differisce in modo netto da quello “visto e rivisto “più volte nell’altra serie di wrestling di THQ (WWE Smackdown Vs Raw): i lottatori sono rappresentati in modo caricaturale sulla falsariga delle action figure, con muscoli gonfiatissimi, colori sgargianti e tratti somatici spigolosi. Modelli poligonali e texture sono complessivamente di buon livello, così come le animazioni, mentre il pubblico e le arene sono invero piuttosto deludenti. Gli incontri, come detto, presentano un alto livello di spettacolarità, anche se in alcuni frangenti abbiamo notato qualche problemino di troppo di compenetrazione di poligoni, mentre il comparto audio (a parte le theme dei lottatori e una discreta telecronaca) non offre molto altro …
Da segnalare, infine, la presenza di un editor versatile e potente e l’annunciata pubblicazione di diversi DLC.