Scribblenauts Showdown – Recensione

La serie Scribblenauts è diventata famosa negli anni grazie alla possibilità di utilizzare e rendere centrale una meccanica nuova e creativa: creare oggetti utilizzando le parole. Nei precedenti capitoli seguivamo le vicende di Maxwell che, grazie al suo taccuino, aveva la possibilità di dar vita ad ogni cosa, persona o animale, che finisse scritto su quelle bianche pagine. Realizzato da Shiver Entertainment e pubblicato da Warner Bros, Scribblenauts Showdown è un party game che riprende la meccanica fondamentale che ha contraddistinto la serie dai suoi esordi, sfruttandola per sfidare l’IA e gli amici, fino a 3 giocatori. La versione da noi provata è quella per Nintendo Switch, console della compagnia con la quale ha avuto inizio questa fantastica saga. Scribblenauts Showdown, però, presenta anche molti punti limitanti, sia per l’esperienza sia per la creatività del giocatore, elemento su cui si è sempre fondata la saga di 5th Cell.

Scribblenauts Showdown offre agli utenti tre diverse modalità di gioco: Versus, Resa dei Conti e Sandbox. Aprendo il menu si notano immediatamente delle opzioni di gioco un filo troppo risicate, e, anche un po’ per allungare il brodo, nella schermata principale è stata inserita la modalità premi, nella quale troviamo i progressi in corso e i premi ottenuti, le impostazioni e il mio Scribblenauts. Selezionando quest’ultima schermata, abbiamo la possibilità di personalizzare l’alter ego che poi utilizzeremo in gioco mediante un editor abbastanza limitato, ma che se non altro ci consente di cambiarne alcune fattezze estetiche e l’abbigliamento, che poi si amplierà giocando.

Nella modalità Versus possiamo sfidare l’intelligenza artificiale o altri giocatori in locale (fino a un massimo di due), con la possibilità di selezionare la modalità di gioco, scegliendo fra parole o velocità. In alternativa è possibile selezionarle entrambe tramite una comoda opzione, o dilettarsi nella partita libera, nel quale il giocatore potrà scegliere il minigioco. Una volta selezionati anche il numero di round a cui si vuole prendere parte, si da il via alle competizioni. I minigiochi nella categoria parole, ad esempio, sperimentano in tutte le salse con la meccanica tipica di Scribblenauts di creare cose, animali o persone. Facendo un buon uso della propria creatività, il giocatore si ritrova a creare oggetti di una determinata categoria (che danno punti maggiori nei minigiochi), o animali da utilizzare in gioco e che danno un netto vantaggio o svantaggio nel corso della partita, a seconda della sfida che si sceglie di selezionare. Siamo costantemente forzati a spremerci le meningi e ad utilizzare al meglio la nostra creatività, con un pizzico di strategia e logica, per avere un bonus di punteggio o sfruttando una caratteristica determinante dell’oggetto (peso, velocità o grandezza, ad esempio). Alcuni dei minigiochi sono davvero ben congegnati e interessanti, ma tutti presentano una buona dose di rigiocabilità, grazie alle caratteristiche intrinseche di Scribblenauts che ogni volta vi pongono davanti ad una sfida diversa. Tuttavia, essendo solamente 25 e divisi tra parole e velocità, una volta provati tutti rimane poco da giocare: qualche minigioco in più non avrebbe guastato. Molte delle sfide si ispirano a classici del videogioco e risultano già viste, o comunque sono realizzate in maniera tale da risultare ben poco appetibili. Nella modalità Sandbox sono infine presenti gli aggettivi, utili per modificare le caratteristiche di un oggetto: ciò suggerirebbe una maggior profondità nelle meccaniche, eppure questi ultimi non sono stati per nulla considerati nel resto del party game, vista la totale assenza di minigiochi in grado di sfruttarne le caratteristiche. Davvero un peccato.

I giochi appartenenti alla modalità velocità non prevedono l’utilizzo delle parole, e si basano invece sull’accelerometro e del giroscopio dei Joy-Con. La versione Nintendo Switch risulta in questo caso perfettamente a suo agio: eliminata completamente la staticità delle levette analogiche tipiche delle altre console, qui entrano in gioco i nostri movimenti, che ben si sposano con la frenesia di simili partite. Alcune delle sfide qui presenti, particolarmente spassose, si basano solamente sull’abilità del giocatore e rendono la partita particolarmente entusiasmante. Tuttavia a lungo andare possono spesso annoiare, e anche in questo caso alcuni minigiochi non sono ben realizzati come altri. Scribblenauts in questo caso sceglie di ispirarsi ad altri videogiochi e non a sé stesso, risultando spesso tremendamente goffo: a fare il resto ci pensano alcuni evidenti limiti tecnici, come le animazioni piuttosto basilari e l’input del joy-con che spesso non viene registrato dal gioco. La modalità di gioco Resa dei Conti è invece ispirata al Gioco dell’Oca. Ogni giocatore ha determinate carte, che consentono di avanzare di casella o far indietreggiare l’avversario, e si ci sfida con i vari minigiochi già visti in precedenza. Non aggiunge nulla di nuovo, tranne la casualità delle carte, un vincitore finale e la possibilità di sfidare un massimo di tre giocatori. Resa dei Conti ha una durata simile alla stessa dei giochi da tavolo, quindi è necessario prendersi del tempo con gli amici per giocarla, ma essendo in questo caso le sfide sempre uguali, l’esperienza finale risulta terribilmente limitata.

La modalità Sandbox, infine, prende spunto dai vecchi titoli delle serie di Scribblenauts e consente ai giocatori di entrare in otto diversi mondi, acquistabili tramite Starite (merce di scambio che si ottiene giocando). La Sandbox consente di collegare fino a due giocatori e di portare la propria creatività a livelli mai visti altrove nel gioco: in questa modalità è infatti possibile creare qualsiasi cosa e inserire gli aggettivi a ogni oggetto, persona o elemento presente. In aggiunta, nei vari scenari sono presenti delle missioni che consentono di ottenere Starite. Con una breve descrizione, consultabile nel menù, scopriamo cosa dobbiamo compiere per aiutare le persone che ci circondano e soddisfare celermente i loro desideri.

In definitiva, Scribblenauts Showdown è un party game divertente sul breve periodo ma fortemente limitato, che pur presentando una grande varietà di parole selezionabili risente fortemente dello scarso numero di minigiochi selezionabili, malus non da poco che va ad inficiare fortemente l’esperienza, soprattutto nel lungo termine. La modalità Sandbox è l’unica che sembra avere un senso e una fisionomia tutti suoi, tuttavia anche quella potrebbe venire a noia dopo un po’. Pur con diversi elementi divertenti, che possono consentire di riunire gli amici per passare delle ore insieme, Showdown manca totalmente di quelle caratteristiche che contraddistinguono i capisaldi del genere, caratteristiche che in altri titoli (ma non qui, purtroppo) riescono a dare assuefazione e a spingere i giocatori, ogni volta, a tornare a giocare.