BlazBlue: Cross Tag Battle – la Recensione del nuovo picchiaduro di Arc System Works

BlazBlue

Arc System Works è una software house giapponese specializzata principalmente in picchiaduro 2D. Gli appassionati di questo genere avranno bene in mente Guilty Gear e BlazBlue, che seppur in Occidente non abbiano la stessa fama di titoli più blasonati, come Street Fighter o Mortal Kombat, offrono una profondità di gameplay e una caratterizzazione dei personaggi che non ha nulla da invidiare a questi titoli ben più famosi. Marchio di fabbrica di questa software house sono i combattimenti estremamente dinamici e lo stile dei personaggi che ricorda tantissimo quello di un anime giapponese.

Recentemente Arc System Works è salita alla ribalta per aver realizzato Dragon Ball FighterZ, divenuto immediatamente uno dei migliori picchiaduro della generazione attuale, cosa che ha finalmente dato la giusta notorietà a una software house da sempre meritevole.

Gli sviluppatori però non hanno perso tempo e proprio in questi giorni arriva in Europa il loro nuovo titolo, BlazBlue: Cross Tag Battle, un progetto che ambisce a riunire diversi esponenti del genere picchiaduro 2D in un unico cross-over dalle dinamiche di combattimento di coppia.

La battaglia dei quattro universi

Il titolo lancia nell’arena ben 4 universi differenti, tutti ben caratterizzati e con una loro storia alle spalle. Per Arc System Works abbiamo il titolo che praticamente “ospita” le altre serie, ossia BlazBlue, il successore spirituale di Guilty Gear all’interno della casa di sviluppo, nonché un picchiaduro di per sé molto ben riuscito. Nato nel 2008, BlazBlue conta 4 capitoli principali più diverse versioni di aggiornamento. Sempre di Arc abbiamo anche Persona 4 Arena, altro gioco di combattimento in 2D realizzato in collaborazione con Atlus. Questo gioco ripropone i personaggi del famoso JRPG Persona in un contesto da picchiaduro, con un’ottima meccanica di utilizzo dei Persona di ogni personaggio all’interno delle loro mosse. Abbiamo poi Under Night In-Birth, titolo ospite e realizzato da French Bread, altra software house giapponese specializzata nel genere (fra i suoi lavori più famosi ricordiamo Melty Blood, tratto dalla visual novel Tsukihime di Type Moon), che ha di recente creato questa nuova serie di giochi di combattimento in stile anime il cui ultimo capitolo è uscito proprio pochi mesi fa. Infine abbiamo un ospite non appartenente al genere videoludico, almeno in origine, ossia la serie RWBY, una webserie in computer grafica realizzata da Roster Teeth Productions e pubblicata gratuitamente su YouTube e Crunchyroll. Questa sorta di anime in 3D di origine americana ha ottenuto un grande successo, tanto che è piaciuta molto anche ai giapponesi, che l’hanno anche ridoppiata nella loro lingua.

Sono questi dunque i 4 universi coinvolti in una battaglia che ha anche una propria componente narrativa, come scopriamo nella modalità Episodi, principale modalità single player del gioco che si comporrà di 4 episodi, ognuno dedicato a uno dei titoli prima elencati. Per completarla serviranno all’incirca 4 ore di gioco, compresa una seconda run della storia di BlazBlue, dopo aver finito tutte le altre, che sbloccherà il vero finale del titolo. La storia è, come ci si può aspettare da una produzione del genere, molto fanservice: i personaggi combattono perché devono o perché costretti senza una reale giustificazione e le motivazioni dietro l’unione dei quattro mondi in un unico spazio creato all’occorrenza da una sorta di divinità distorta risulta difficilmente credibile. La struttura di ognuno dei quattro episodi presenti è composta da diversi capitoli, realizzati con lo stile di una visual novel e ciascuno di essi ospita un combattimento fra i personaggi coinvolti, dunque nulla di troppo complesso.
Lodevole la decisione degli sviluppatori di inserire una modalità storia che giustifichi lo scontro fra questi franchise, ma la trama, essendo, come già detto, prevalentemente retta dal fanservice, è facilmente ignorabile da chi non è interessato a vedere interagire per la prima volta personaggi provenienti da contesti totalmente differenti.

Combattimenti a rate

Una volta avviato il gioco finiremo in una sorta di Lobby molto simile a quella vista in Dragon Ball FighterZ, in cui avremo un nostro avatar (selezionabile a piacere una volta acquistato nell’immancabile shop) che potremo spostare in una mini mappa 3D, dove troveremo le diverse modalità selezionabili. La componente single player, tolta la modalità Episodi, in realtà non brilla per quantità. Avremo infatti solo il classico VS, il Survival, il Training e un Tactics Mode. Quest’ultimo sarà fondamentale per i neofiti, poiché verranno spiegate tutte le basi del picchiaduro e si potranno imparare le mosse di ogni personaggio, compresa qualche combo per iniziare. Come sempre, Arc System Works confeziona un ottimo tutorial per chi non è molto esperto del genere.

Parlando del cast, il titolo fornisce di base 20 personaggi: 10 da BlazBlue, 4 da Persona 4 Arena, 4 da Under Night In-Birth e 2 da RWBY. Gli sviluppatori hanno annunciato l’arrivo tramite DLC di altri 20 personaggi, di cui due appartenenti al team RWBY, gratuiti e disponibili probabilmente dal 22 giugno, giorno dell’uscita del gioco in Europa (abbiamo provato a cercare nello store europeo senza successo, mentre alcuni giocatori americani già possono utilizzarli). In futuro usciranno pacchetti contenenti 3 personaggi, ciascuno a 5 euro circa. Questa mossa non è stata molto apprezzata dai fan, e possiamo capirli bene. Il titolo arriva già a prezzo pieno; chiedere di spendere almeno altri 30 euro per vedere raddoppiato il cast non è una mossa molto furba da parte di Arc System Works. Pare inoltre che, dopo l’arrivo dei 20 personaggi DLC, ne siano stati programmati altrettanti per il futuro, cosa che costringerebbe i giocatori a pagare ancora molti altri soldi per avere tutto il cast giocabile. Capiamo che ormai la prassi odierna è quella di offrire, in un picchiaduro, dei personaggi come DLC, ma addirittura oltre metà del cast di base ci sembra davvero eccessivo.

L’essenza del tag team

Il cuore di tutto è ovviamente il sistema di combattimento; chi è abituato al sistema classico di BlazBlue avrà una bella sorpresa nello scoprire, pad alla mano, che questo è stato totalmente sconvolto. Il sistema infatti, seppur costruito sulle basi della serie che dà il titolo al gioco, è completamente nuovo. Avremo due attacchi base, che potranno dar vita a una piccola combo automatica se premuto ripetutamente; un altro tasto servirà per gli attacchi Clash, colpi speciali che faranno entrare in azione entrambi i nostri personaggi in contemporanea, per una serie di attacchi concatenati che potranno infliggere ulteriore danno se chiusi premendo il tasto al momento giusto. Avremo poi un tasto per cambiare personaggio e un altro differente per far entrare come assist il nostro secondo combattente. Giocando il titolo si avverte una chiara semplificazione dei comandi e delle dinamiche rispetto all’alto tecnicismo visto in BlazBlue o negli altri picchiaduro qui presenti. I comandi per eseguire le mosse sono stati facilitati con semplici movenze di un quarto di giro avanti o indietro (la classica manovra per un Hadoken per capirci), e per eseguire le super mosse, qui chiamate Distortion Drive, basterà ripetere lo stesso comando insieme a due tasti invece di uno. Riuscire a utilizzare un personaggio in maniera decorosa è dunque molto più facile che in passato; probabilmente, Arc System Works sta attuando, dopo il successo ottenuto da Dragon Ball FighterZ, un percorso di semplificazione dei suoi titoli per aprirsi a un pubblico maggiore. Attenzione però, perché ciò non vuol dire che BlazBlue: Cross Tag Battle sia un titolo poco profondo. La semplicità delle mosse è dovuta anche al fatto che un giocatore non dovrà padroneggiare un solo “main” per combattere, ma dovrà conoscere a menadito almeno due personaggi se vorrà essere competitivo, soprattutto nell’online.

La profondità del gameplay sta infatti nelle combinazioni che si riusciranno a realizzare alternando in maniera corretta i nostri due personaggi: facendo entrare al momento giusto il nostro assist potremo prolungare la nostra combo, oppure potremo farlo restare in campo dopo il richiamo per proseguire l’attacco con lui e scatenare un doppio Distortion Drive provocando danni veramente enormi. Potremo sostituire i nostri due combattenti senza limiti di sorta, mentre per richiamarli come assist avremo una barra composta da due sezioni che si svuoterà a ogni richiamo e ci metterà qualche secondo per ricaricarsi automaticamente. Il titolo utilizza un sistema simile a quanto visto in Dragon Ball con lo Sparking Blast. Se resteremo con un solo personaggio potremo utilizzare il Resonance Blaze, che renderà le nostre mosse più potenti, aumenterà la nostra barra delle super e rigenererà parte della barra della salute. Se anche il nostro avversario avrà solo un personaggio rimasto, potremo utilizzare, durante il tempo in cui il Resonance Blaze è attivo, la spettacolare Astral Finish, una mossa che colpisce l’avversario con molta difficoltà, ma che, in caso di riuscita, porrà immediatamente fine allo scontro dopo una sorta di filmato in stile anime. Grazie a queste meccaniche il titolo risulta molto divertente e dinamico e una volta che impareremo a utilizzare il nostro duo preferito potremo dare vita a delle vere e proprie danze di morte in grado di annichilire gli avversari in poco tempo. Il sistema di Tag dà molte soddisfazioni anche grazie ai pochi limiti imposti al cambio di personaggio, riuscendo a rendere gli scontri molto più veloci e dinamici. Questo aspetto secondo noi è ancor più riuscito di quanto non fosse in Dragon Ball FighterZ.

Dunque, dal punto di vista del gameplay, BlazBlue: Cross Tag Battle non delude e risulta semplice e immediato per i neofiti, ma con una seconda lettura che comprende meccaniche molto più profonde per gli esperti del genere.

Il ritorno del 2D

Abbiamo fatto soltanto qualche partita in Multiplayer, dato che i server sono ancora prevalentemente vuoti e il netcode non è ancora pienamente giudicabile. Le modalità sono le classiche, casuale e classificata, e non hanno quindi bisogno di spiegazioni. Affrontando giocatori provenienti anche da oltreoceano non abbiamo avuto grandi problemi di lag, ma ci riserviamo di attendere che i server si popolino per un parere definitivo su quest’aspetto.

Tecnicamente BlazBlue: Cross Tag Battle propone dei personaggi animati in 2D che sono chiaramente importati dai titoli da cui provengono. Gli sprite non sono ben definiti e soffrono di una sorta di effetto leggermente sgranato che stona molto con la qualità invece superiore degli sfondi. Ci saremmo aspettati di più da Arc System Works per quanto riguarda la cura dei personaggi, dato che di solito ci hanno sempre abituati bene dal punto di vista grafico.

Il sonoro è composto dalle soundtrack principali dei quattro titoli coinvolti e personalmente abbiamo trovato molto belle le musiche della new entry RWBY. Il doppiaggio è disponibile in inglese e giapponese mentre la lingua italiana non è presente neppure per i testi.

BlazBlue: Cross Tag Battle propone un gameplay semplice e profondo allo stesso tempo che prova ad aprirsi anche a chi di picchiaduro 2D sa poco. Gli scontri sono dinamici e divertenti e sapranno dare molte soddisfazioni a chi ama giocare questo genere online. Purtroppo, la scarsità delle modalità single player, la brutta mossa di offrire metà del roster come DLC e un comparto tecnico poco brillante penalizzano non poco un picchiaduro che, altrimenti, sarebbe potuto diventare fra i più riusciti nel genere. 
Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).