The Broken Gear, recensione del fan film di Final Fight

In concomitanza con l’uscita del DLC per Cody come personaggio giocabile in Street Fighter V, i ragazzi della casa di produzione indipendente The Game Basement Productions hanno finalmente pubblicato il cortometraggio ispirato al ben noto picchiaduro a scorrimento del 1989 Final Fight, targato Capcom. The Broken Gear introduce allo spettatore quali sono le premesse e le condizioni che portano i protagonisti di Final Fight a ribellarsi e liberare Metro City dal giogo della gang criminale Mad Gear.

L’atmosfera è decisamente ispirata al gioco, mentre nelle prime battute del film Cody si scontra per l’ennesima volta con la quotidianità di una vita fatta di violenza e soprusi, guardandosi dentro e capendo chiaramente di non poter più arginare quello che è ormai un incontenibile fiume in piena; il sindaco Mike Haggar, in contemporanea, tiene il suo discorso di insediamento davanti a stampa e personalità pubbliche, spiegando in maniera sempre più chiara perché la situazione della città non è più sostenibile.

Non bisognerà aspettare molto per assistere alle scene di lotta del film che, vi garantisco, vi riporteranno con la mente a molti punti del gioco, sia per quanto riguarda il tipo di ambientazione che per il comportamento dei personaggi: vi ritroverete a guardare una mischia in cui Cody, potendo contare solo sui suoi pugni, dovrà respingere gruppi di teppisti armati che lo attaccano da ogni direzione. E quando, dopo essersi aperto un varco, raccoglierà da terra una mazza da baseball e si preparerà a continuare la lotta, bhe, vi sentirete tanto dentro il gioco da voler pigiare pulsanti inesistenti di un cabinato immaginario!

Ad affiancare il biondo protagonista troviamo il suo fedele amico Guy, e quando combatteranno insieme potrete notare con che cura i ragazzi di The Game Basement abbiano voluto differenziare i loro stili – Cody più diretto, devastante nella sua abilità anche se non agile come Guy, moderno ninja dai movimenti complessi, rapidi e precisi. (Ne abbiamo parlato in dettaglio qualche tempo fa direttamente con il regista del film. Vi siete persi l’intervista? Correte a leggerla!) Volete sapere come se la cava il sindaco neoeletto Haggar? Diciamo solo che, nel suo caso, quella diceria che nel wrestling tutto sia una messinscena e la gente finga semplicemente di farsi male è falsa – falsissima!

Per chi ricorda il videogioco e in particolare la totale mancanza di approfondimento dei personaggi coinvolti, questo film riserverà gradite sorprese. Si nota infatti in maniera evidente come il regista abbia deciso di soffermarsi sull’aspetto umano e psicologico, nel bene e nel male, dei protagonisti e non solo, donando loro una profondità nuova che li rende ben altro da ragazzi grandi e grossi in grado solo di menare le mani. I personaggi sono interpretati con convinzione, anche se vista la durata limitata del film – poco più di mezz’ora – solo alcuni riescono ad esprimersi al meglio. Primi a pari merito Cody e Haggar, interpretati rispettivamente da Mason D. Davis e Don Frye che sono riusciti perfettamente nell’intento di delineare le caratteristiche dei loro personaggi. In Cody si può letteralmente misurare la rabbia che cresce, unita alla frustrazione. La decisione di fare un passo avanti e lottare per cambiare una situazione insopportabile non è presa da un momento all’altro, ma si evince come frutto di una maturazione interiore.

Anche l’atto pratico della decisione in sé non si compie da solo né in maniera naturale, come ci si potrebbe aspettare osservando le gesta dell’eroe di turno: dal principale scoppio incontenibile di ira, quasi uno sfogo violento, fino al suo ingresso nel locale dei teppisti, Cody deve evidentemente lottare contro una sorta di resistenza interiore: sa che ciò che sta per fare è necessario e in linea morale “giusto”, ma avverte il peso delle conseguenze ancora di là da venire, compresa la consapevolezza che, una volta innescata la “ribellione”, non ci sarà più possibilità per tornare indietro. Grande la sua onestà intellettuale quando riconosce a sé stesso e al prossimo di non essere un eroe dall’incrollabile moralità, quanto piuttosto una persona arresa all’idea che per pulire sia necessario sporcarsi le mani – e che non nasconde di ricavare qualche genuina soddisfazione da ciò.

Don Frye ci regala un Haggar che dà l’impressione di essere veramente il personaggio Capcom uscito momentaneamente dal gioco per mostrarci come sarebbe se fosse in carne ed ossa; il suo discorso di insediamento segue un crescendo che lascia pochi dubbi di fronte alla sua determinazione di cambiare radicalmente la città. Anche lui sta quindi per compiere il suo personale “balzo della fede” che tante conseguenze avrà su tutta Metro City.

Guy (interpretato da Yoshi Sudarso), miglior amico di Cody e noto per essere il personaggio più rapido nei movimenti fra i tre protagonisti, compare a film iniziato e con la sua presenza razionale pare voler in qualche modo bilanciare la rabbia del protagonista. Incarna la voce della ragione che, pur non avendo innescato il movimento della biglia sul piano inclinato, prende parte alla discesa nel modo più controllato che gli riesce, comprendendo che pur non potendo più fermarne il moto, almeno può fare in modo che la biglia in questione, il suo amico Cody, non finisca proiettato fuori dal tracciato e si autodistrugga.

Una menzione va fatta anche per quanto riguarda i cattivi del film, due nemici originali creati espressamente dal regista Haile Lee per The Broken Gear. Senza anticiparvi troppo, possiamo dire che esprimono bene i due estremi di una rete malata estesa quanto la città che ricopre: da un lato Gully (interpretato da Vonzell Carter), una persona che, sotto minaccia, ha dovuto scegliere fra il male e il male minore, giustificando la sua stessa crescente corruzione come frutto di una scelta responsabile; osservandolo nei suoi atteggiamenti e intuendo i suoi pensieri non espressi, però, si riesce a sviluppare un certo grado di empatia nei suoi confronti, perché se ne avverte l’umanità residua. Dall’altro Gerkhan (interpretato da Sam Puefua), imperscrutabile uomo folle la cui propensione ad uccidere è diventata parte integrante della sua personalità e del suo modo di “fare affari”. Meno segnante dal punto di vista della caratterizzazione quest’ultimo, suscita l’impressione di boss fight mutuata dal videogioco.

Dispiace che il film non si protragga oltre la mezz’ora, impedendo così di visitare qualche scorcio in più di Metro City e della sua popolazione e approfondire la situazione personale di Guy, che un po’ risente del carisma degli altri co-protagonisti. Certo non dobbiamo dimenticare che The Broken Gear si propone come prequel al videogioco Final Fight, in cui tutte le dinamiche che osserviamo nella pellicola maturano nelle conseguenze ormai note al popolo dei videogiocatori, e quindi sarebbe stato forse ridondante aggiungerle anche nel film. D’altro canto, chi si avvicina al film senza conoscere il videogioco originale potrebbe avvertire la mancanza di qualcosa.

Insomma, i fan di Final Fight ameranno The Broken Gear per la sua capacità di trasportarli direttamente dentro al videogioco, e gli estimatori dei film d’azione potrebbero amarlo pur senza l’effetto nostalgia, trascinati unicamente da questi tre “giustizieri” moderni che, dopo aver preso una decisione sofferta ma necessaria, sono pronti a ripulire la città a suon di sante mazzate e magari, perché no, sentirsi incuriositi al punto di andare a scoprire o riscoprire Final Fight. Per chi già conosce le produzioni passate targate Thousand Pound e Epic Rival non c’è bisogno di sottolineare che le coreografie dei combattimenti sono fluide, coinvolgenti da vedere e convincenti nell’esecuzione.

The Broken Gear è visibile sul canale YouTube di The Game Basement e lo potete guardare gratuitamente. Qui di seguito, eccovi il link al film. Buona visione!

The Broken Gear è una pellicola indipendente che si propone di fare da prequel a Final Fight. Rispettandone scrupolosamente l’atmosfera, l’ambientazione e le premesse si rivela essere un film d’azione coinvolgente, con i protagonisti – specialmente Cody e Haggar – che spiccano sulla scena. Recitazione e azione si bilanciano, senza quindi ridurre il film a una rissa dall’inizio alla fine, ma lasciando spazio anche ai personaggi per esprimere le proprie emozioni e permettere loro di consegnarci il momento cruciale in cui operano una scelta che cambierà radicalmente il loro mondo. I fan del gioco lo ameranno, ma merita una visione anche se non avete familiarità con la travagliata storia di Metro City.