The Crew 2 Recensione: un motore per dominarli tutti

The Crew 2 Ubisoft

“Velocità, sono pura velocità”, diceva Saetta McQueen prima di tuffarsi nel turbine di curve e sorpassi di Cars: Motori Ruggenti, uno dei più travolgenti successi di Disney di sempre. Ed è forse proprio questo il mantra delle nuove generazioni, e non solo in chiave automobilistica. In un mondo che si evolve alla velocità della luce incanalata in una fibra ottica, è essenziale essere sicuri di far pendere la lancetta al limite del tachimetro. Ivory Tower è probabilmente giunta alla medesima conclusione, plasmando come l’argilla il telaio di carbonio di un titolo che, nel più trasparente dei modi, promette la funzione che tutti vogliono: spazio/tempo. A quattro anni dall’uscita del capostipite della saga, The Crew 2 rinnova l’ambiziosa formula ideata da Ubisoft, in un racing game dall’anima rigorosamente arcade con elementi da MMO. Certo, anticiperemo subito che il risultato è ben lontano dalla perfezione, tuttavia l’esperienza maturata ha portato vistosi benefici ed il giocatore finale se ne accorgerà quasi immediatamente. Che rombino i motori!

Motori, luci e… azione!

The Crew 2 non è altro che una miscela di questi tre distinti elementi: veicoli, paesaggi, sfide. Il titolo permette a chiunque di godersi uno spericolato giro su una vertiginosa quantità di tipi di veicoli da corsa (o freestyle) diversi: dai bolidi da strada, fulminei motoscafi, passando per aerei acrobatici e hovercraft, ce n’è per tutti i gusti. È un dato di fatto: l’assortimento di veicoli proposto è più che soddisfacente, in particolar modo se si considera il livello di realismo e di dettaglio raggiunto, coadiuvato da una lauta quantità di licenze. Ad affiancare tanti, troppi veicoli e velivoli per quantità e per diversità, vi è un’altrettanto sterminata distesa di terra, fiumi e mare – rigorosamente open world  – nella quale poter sfogare tutta la propria follia. Come il suo predecessore, The Crew 2 incalza l’utenza con una versione in scala del nord America continentale, con un occhio di riguardo per la bellezza e la varietà delle ambientazioni, esplorabili e navigabili al 100%. Feature chiave per garantire un innato senso di libertà è la possibilità di passare in corsa da un veicolo all’altro: la vostra Mustang potrà lasciare il posto, nel giro di pochi secondi, a un motoscafo da corsa, o altrimenti, sempre con la sola pressione del pad destro, tramutarsi  in un ZIVKO – Edge 540 V3 pronto a fendere l’aria ed a piroettare tra le nuvole. In ultimo, la varietà di sfide e l’eterna corsa verso la celebrità. Gare, corse, esibizioni di freesyle, sfide a tempo… Chiamatele come volete, The Crew 2 trabocca di cose da fare: che sia una competizione di street racing, o una di power boat piuttosto che un’acrobazia con gli amici per saltare dall’altra parte di un ponte a piena velocità od una foto scattata al momento giusto per aumentare i propri follower, difficilmente si arriverà al punto di ritenere il gioco “esaurito”.

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Comparto tecnico appena sufficiente

Il nuovo racing game targato Ubisoft può vantare un colpo d’occhio notevole, importante e quasi essenziale per un titolo d’azione che si prefigge di essere spettacolare ed accattivante. Di contro, il comparto tecnico non è all’altezza della prima impressione che ci si fa prendendo di sfuggita in mano il controller. Quasi certamente le limitazioni nascono dall’ambizioso open world senza caricamenti di sorta che ci costringe a perdonare un mondo visivamente soddisfacente ma con pochi dettagli e texture spesso inclementi. Il saggio uso degli shader e gli effetti climatici (transizioni notte-giorno comprese) sublimi, nascondo un comparto grafico che non riesce a stare totalmente al passo coi tempi. Anche il level design non raggiunge l’eccellenza, al netto delle poche città belle e ben pensate, a causa di strade di congiunzione tra un evento e l’altro molto ripetitive, che incentivano l’uso del viaggio rapido che funziona troppo bene per non indurre in tentazione. Incredibilmente performante invece è la modalità replay con la quale potremo salvare in qualsiasi momento le migliori acrobazie o i migliori paesaggi, potendo addirittura riavvolgere il tempo all’occorrenza, anche se fare ciò al momento crea un esilarante bug, poiché il gioco fa viaggiare il bolide al contrario con esilaranti effetti che fanno sembrare gli stunt eseguiti in retromarcia. E di bug e glitch il gioco non ne è purtroppo minimamente esente. Ad alzare notevolmente l’asticella c’è una colonna sonora azzeccatissima, insieme a un sonoro impeccabile in quasi tutti gli aspetti.

Il brivido che manca

Veniamo ora all’aspetto più controverso dell’opera di Ivory Tower: il sistema di guida. Come il Giano bifronte, The Crew vive di una contrapposizione insolubile di due elementi. L’anima arcade del titolo è ben rappresentata da macchine e in generale veicoli, in grado di rimanere aderenti all’asfalto a qualsiasi velocità, quasi totalmente esenti da sovrasterzo. Si è costretti a lasciare l’acceleratore o, in casi limiti a frenare, solo in pochissime situazioni,  e la gestione del turbo più che la nostra traiettoria ideale (pressoché ininfluente come l’effetto scia) stabilisce il nostro rendimento sui tracciati. All’occorrenza è addirittura possibile vincere grazie all’uso di scorciatoie o acrobatici modi per tagliare, che tuttavia riducono ancor più la profondità del sistema. Oltre a ciò, l’amara constatazione che il feeling nel guidare i veicoli della stessa categoria è praticamente lo stesso, ma sopratutto l’impianto di pilotaggio, intuitivo all’inverosimile, fa sembrare perfino lo stacco dall’aviazione al motocross piuttosto inconsistente. È un vero peccato, poiché la maggior parte dei veicoli è riprodotta esteticamente con fedeltà ed una cura notevole, ma che poi si traduce, in termini di gioco, in un’accelerazione ed una velocità di punta più alte o più basse. Questo ci conduce a quello che è forse il boccone più amaro da digerire. Un gioco alla cui base sono gli extreme motorsport dovrebbe garantire adrenalina ed emozioni a non finire, ma nonostante ciò, a causa proprio della guida tarata in toto a favore della semplicità, The Crew 2 difficilmente riesce a dare la sensazione di paura, velocità e spericolatezza. Naturalmente, con un approccio totalmente spensierato si riesce a godere perfettamente l’esperienza di gioco, ma ci chiediamo se questo sia effettivamente il mood con il quale anelare a diventare il re dei motori.

Una storia breve… e poco intensa

Se lo sterminato mondo creato da Ivory Tower è pronto ad accogliere il giocatore a braccia aperte, cullandolo con istinto materno e conferendogli libertà assoluta, ciò che meno convince sono la scrittura e la “storia”, se così la possiamo chiamare. Avviato il gioco ci troveremo a dover selezionare uno di diversi avatar, senza possibilità di personalizzazione dunque e caratterizzati da una banalissima frase ad effetto. L’introduzione, chiara e coincisa,  ci introduce nel mondo di gioco battezzato “MotorNation”: l’imperativo è fare successo, diventare una celebrità idolatrata da sempre più seguaci che aumenteranno, qualora la nostra condotta fossa abbastanza spericolata e le nostre acrobazie ben immortalate, essendo costantemente sotto i riflettori. In sostanza il paradigma della storyline prevede che incontriamo un ricco finanziatore per ogni macro zona o città che ci dia una prima auto per poi, a suon di primi posti, guadagnarci il resto. Obbiettivo finale sarà sfidare il campione in carica delle discipline della relativa zona, in una ricorrente escalation che culminerà col dare una bella lezione alla boriosa star di turno. Il tutto è coronato da dialoghi infantili e banali che sfiorano il pedante. Fiore all’occhiello della produzione sono invece le gloriose cutscene, girate davvero ad arte, che compensano i dialoghi e mantengono la narrazione su livelli dignitosi. In ultima sede, il livello di sfida contemplato dal gioco rimane, come il primo capitolo, molto contenuto, facendo intuire che non sia quello il focus del titolo.

Non proprio un MMO… almeno per il momento

Classifiche online su qualsiasi tipo di challenge, la possibilità di spostarsi da una parte all’altra della mappa e fare acrobazie insieme agli amici e battere i tempi migliori di altri giocatori rendono The Crew 2 un vero e proprio Massive Multiplayer Online? Questa è la vera domanda quando si tratta di giudicare un titolo che si propone come MMO ma che pecca (al momento in cui si scrive) di una qualsivoglia modalità PVP. Ancor più se si pensa che sarebbe potuta essere il vero e proprio cuore di un gioco arcade plug and play che si sarebbe prestato senza alcun problema a tale implicazione. Gli sviluppatori hanno tuttavia in programma una serie di DLC gratuiti che andranno a espandere notevolmente l’esperienza di gioco. In ogni caso attualmente gli utenti sono ancora limitati a correre contro un’intelligenza artificiale tutt’altro che avanzata. Certo è vero che ogni MMO che si rispetti non si fa in un giorno, anche se la mancanza di una feature così fondamentale appare davvero come una grossa, seppur temporanea, lacuna.

The Crew 2 evolve con intelligenza la formula del primo capitolo, in un racing game arcade intuitivo ma eccessivamente semplice che ricorda più un sandbox che un MMO. A una quantità incredibile di contenuti corrisponde un comparto tecnico che supera non di molto la sufficienza ed una storia per tratti breve e poco incisiva, sorretta da una mappa immensa sebbene non molto diversificata. Consigliato a tutti gli amanti dell’arcade racing casual che vogliano rilassarsi in compagnia di amici e godersi un’escursione sul Grand Canyon, più che agli amanti della velocità e delle emozioni forti. Il supporto assicurato da Ivory Tower comunque proietta la longevità di The Crew 2 su ottimi livelli, aprendo la strada a nuove esperienze, tutte attesissime.